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The.Supplement
{Info on A-Infos}
(it) Lotta di Classe - Sett.03: Co.co.co. addio?
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Mon, 15 Sep 2003 18:32:27 +0200 (CEST)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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In realtà saranno oltre 40 le diverse tipologie di contratto di
lavoro con cui padronato privato e pubblico potrà giostrare
d'ora in avanti.
Un interessante rapporto del CERP (Center for research on
pensions and welfare policies), che nonostante la pomposa sigla
in inglese è verosimilmente italianissimo, presentato verso la
metà del luglio scorso, ha permesso di analizzare le
meravigliose prospettive pensionistiche legate ai famigerati
contratti Co.Co.Co. Da quanto emerso dal rapporto, i versamenti
contributivi effettuati da un ipotetico lavoratore CoCoCo dopo
40 anni di lavoro riuscirebbero a garantire una pensione in
molti casi anche più bassa di quella sociale, oscillando - a
seconda delle situazioni - tra 2.227 e 5.056 Euro di pensione
lorda annua (assegno sociale attuale: 4.138 E).
Si evidenzia ancora come (ed era da aspettarselo) tanto più
precoce e duraturo è il rapporto CoCoCo, tanto più è a rischio
la propria vecchiaia.
Giusto per fare un esempio, secondo elaborazioni sulle stime di
reddito da collaborazione calcolate in base ad analisi
statistiche dell'ISTAT, citiamo il caso di un ipotetico
"collaboratore" che abbia cominciato a pagare i contributi a 19
anni (dal 1996, anno di istituzione della Gestione separata).
Questi, una volta raggiunta un'anzianità di 40 anni, percepirà
una pensione di quasi 2.000 euro l'anno inferiore a quella sociale.
La ragione della "risibile" copertura previdenziale risiede
"prima ancora che nella ridotta aliquota contributiva, nei
livelli di reddito basso che caratterizzano la carriera di chi
comincia a lavorare molto giovane".
Insomma, un futuro tutto da precari.
Ma adesso, come ben sappiamo, grazie al "Libro bianco" del
defunto Biagi, divenuto Legge dello Stato con la benedizione del
Governo del "polo delle libertà" (facendo però piacere anche ad
almeno una consistente parte della cosiddetta opposizione), i
contratti di lavoro CoCoCo non esisteranno più.
Politici ed imprenditori pentiti? Non riuscivano a dormire
pensando alla triste sorte dei giovani (e dei non più tanto
giovani...) costretti ad un avvenire di precariato famelico e
disperato? Neanche per sogno: semplicemente si passa ad una più
avanzata fase della strutturazione della precarietà come sistema
di vita per milioni di lavoratori (ed affini), di tipo più
raffinato e perverso.
Dall'analisi dei contenuti della legge, risultano oltre 40 le
diverse tipologie di contratto di lavoro con cui padronato
privato e pubblico potrà giostrare d'ora in avanti.
Si va dal "job on call" (lavoro a chiamata) allo "staff leasing"
(affitto di interi gruppi di lavoratori). A proposito, tutto
questo usare termini in inglese deve essere un evidente omaggio
alla "ruling class" (classe dominante, per chi non conosce
l'idioma dei padroni del Mondo) dell'Impero d'oltre Atlantico,
all'avanguardia nello sfruttamento sistematico ed intensivo dei
lavoratori propri e delle razze inferiori che popolano il resto
del nostro Pianeta. Per gli altri (Pianeti) ancora un pò di
pazienza.
Nel "lavoro a chiamata" l'impresa potrà avere sempre a
disposizione dei lavoratori (assunti, discrezionalmente, sia a
tempo indeterminato che determinato) che, con solo un minimo di
ore retribuite, dovranno rendersi disponibili alle impellenti
necessità del datore di lavoro (in senso economico, via..),
pronti, con un preavviso di più o meno 24 ore, a rispondere ad
una telefonata ed a soddisfare le richieste "della produzione".
Buona parte delle norme di applicazione "sul campo" di queste
disposizioni saranno demandate alla contrattazione sindacale,
cosa questa che, coi tempi che corrono, ci rende ancora più
preoccupati, vista la deriva sindacale (confederale e non solo)
e la loro disponibilità a firmare le cose peggiori (per i
lavoratori) in nome del proprio tornaconto.
Andiamo avanti: con lo "staff leasing" (che andrà a sostituire
il cosiddetto lavoro interinale) le aziende potranno prendere in
affitto interi gruppi di lavoro (al limite, interi reparti) da
altre aziende; ciò - tra l'altro - creerà grossi problemi di
identificazione della controparte per i lavoratori nel momento
in cui questi cercheranno di far valere i propri diritti;
dipendenti della ditta che li ha concessi in affitto, dovranno
scontrarsi con quella che li avrà affittati, e ciò fa facilmente
prevedere una continua fuga da parte delle aziende interessate
che cercheranno con ogni argomentazione di non riconoscere le
proprie responsabilità, in un continuo giochino a "scaricabarile".
Ed i CoCoCo? Si trasformeranno in "contratti a progetto", dove
il "collaboratore" superprecario non si trasformerà in un
lavoratore assunto a tempo indeterminato e "regolare" (come
falsamente ha cercato di far credere la propaganda governativa)
ma, tranne alcune categorie la cui esclusione è prevista dalla
legge (pensionati, professioni intellettuali, ecc.) sarà
"stimolato" a trasformarsi in una "partita IVA", cioè
praticamente a diventare un lavoratore autonomo, con tutto ciò
che ne consegue.
E ciò che ne consegue significa che per l' "autonomo" a basso
reddito (che non sia cioè un professionista o un artigiano ben
avviato o con "rendita di posizione" garantita, come ad esempio
garagisti od impiantisti, cui leggi compiacenti assegnano
compiti di controllo su "bollini blu", impianti di riscaldamento
e simili) la situazione sarà ancora peggiore di quella di un
lavoratore dipendente, in quanto costretto ad obblighi di tipo
fiscale e previdenziale da assolvere in proprio, senza sostituto
d'imposta, e senza adeguata copertura assistenziale (malattia).
Altra "perla", la possibilità di spezzettare le aziende: d'ora
in poi sarà possibile, a partire da un'azienda "normale",
spezzettarla e creare tutta una serie di piccole aziende, con
meno di 15 addetti, dotate di "autonomia funzionale", dove i
diritti sindacali - già limitati - scompariranno, con buona pace
dello Statuto dei Lavoratori.
In questo modo, tutta la mobilitazione per la difesa dell"Art.
18 della Legge 300/70 risulterà essere stata completamente
inutile.
E ancora: il cosiddetto "job sharing", cioè un solo posto di
lavoro diviso tra due lavoratori, che questi potranno gestire
come "meglio credono", ma sempre garantendo un orario completo;
e come la paga sarà divisa in base alla percentuale del lavoro
svolto, anche i diritti varranno a percentuale: ad esempio,
nelle elezioni delle RSU, varrà un solo voto diviso tra i due
interessati (onestamente, non mi è chiaro come: 2 mezzi voti,
oppure i due devono essere d’accordo sul candidato, oppure
tirano a sorte, mah).
Per finire, una dura mazzata ai lavoratori disabili.
Sarà aggirabile la legge che, fino ad oggi, prevedeva l'obbligo
dell'assunzione diretta dei lavoratori portatori di handicap; le
aziende potranno infatti assegnare direttamente le commesse a
cooperative sociali di cui i lavoratori disabili siano
dipendenti.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, visto quante
ingiustizie ci vengono continuamente segnalate da chi vi lavora,
nelle cooperative del terzo millennio.
E il "Sindacato ufficiale"? Nonostante le varie (ed in buona
parte ipocrite) prese di posizione delle varie dirigenze (e ciò
vale anche per la CGIL, sia ben chiaro!), la funzione di
collocamento e certificazione che il "testamento Biagi" assegna
alle OO.SS. rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la
realizzazione integrale del sindacato inteso come fornitore di
servizi e non più come strumento di difesa degli interessi (di
classe) dei lavoratori.
Un sindacato che sta da anni conducendo una battaglia, sotto gli
occhi di tutti, per poter "mettere le mani" sul TFR di milioni
di lavoratori, attraverso la gestione dei famigerati "fondi
pensionistici integrativi", e che altrettanto da anni "pone
allegramente la propria firma" su CCNL vergognosi nell'impianto
economico ed infami su quello normativo, non può certamente
guardare sfavorevolmente ad una legislazione che gli permetterà
di rastrellare iscrizioni di lavoratori ancora prima che questi
vengano assunti, attraverso meccanismi di ricatto mafioso,
peraltro già in voga (basta pensare a tutti quei corsi di
preparazione a concorsi e riqualificazioni interne -in
particolare nel Pubblico Impiego- in cui i lavoratori
interessati vengono "consigliati" ad iscriversi, "per il loro
bene", a questo o a quel sindacato).
Così si accentuerà ancora il divario tra quelli che sono gli
interessi specifici della burocrazia sindacale e quelli, sempre
più bistrattati, dei lavoratori.
Questi ultimi rischieranno così di fare la parte del "vaso di
coccio" tra i due "vasi di ferro" rappresentati da imprese e
sindacati "di servizio", con sempre meno diritti e sempre più
doveri.
Quello che più colpisce, analizzando questa nuova legge, è che
risponde solo in parte alle necessità economiche del padronato,
visto che i dati forniti dall'ISTAT danno i contratti a tempo
indeterminato in crescita; quello che evidentemente si vuole
ottenere è lo spezzettamento, l'isolamento dei lavoratori, lo
smantellamento dei loro storici organismi di difesa. Si vuole
insomma spazzare via quel poco residuale di solidarietà tra
lavoratori, cioè quella che ha rappresentato la materia prima
dalla quale sono nati i Sindacati e la presa di coscienza della
realtà della lotta di classe.
Contro questa legge infame, l'USI dovrà impegnarsi con tutte le
sue forze.
Mario Verzegnassi, USI Trieste
http://www.lottadiclasse.it/
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