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(it) Umanità Nova n.38: Legge Fini - La crociata anti cannabis

From worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date Tue, 25 Nov 2003 15:13:12 +0100 (CET)


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Qualche anno fa Newt Grinwich - uno dei massimi ideologi
dell'estrema destra americana - suscitava scandalo in un
seminario dichiarandosi assolutamente convinto che dal punto
di vista sanitario la marijuana si potesse considerare
sicuramente più innocua non solo di alcool e di tabacco, ma
anche di molti cibi in vendita nei supermercati. Dichiarava
comunque di essere un convinto sostenitore delle leggi contro
la marijuana, che avevano permesso di colpire l'eredità degli
anni '60, i movimenti libertari e controculturali legati in
qualche modo alla Marijuana Culture.

A partire dall'inizio degli anni '80 (da quando Reagan
diventò presidente) negli Stati Uniti contro l'erba più amata
è stata combattuta una vera e propria guerra. La tolleranza
zero ha trasformato gli USA in un enorme carcere a cielo
aperto. Nel dicembre 1980 nelle prigioni statunitensi c'erano
meno di 400mila detenuti, mentre erano 2.033.331 il 31
dicembre 2002, con un tasso di incarcerazione di 701 ogni
100.000 individui (il più alto al mondo).

Gli individui che vivono negli US sul totale della
popolazione mondiale sono il 4.6%, ma la percentuale dei
detenuti sul totale della popolazione carceraria mondiale è
del 22%. Questo enorme numero di carcerati è il frutto
diretto della Guerra alla Droga. 1,59 milioni di persone sono
state arrestate per reati concernenti possesso e/o spaccio di
stupefacenti nel 2001 ed il 40% degli arresti riguardava il
solo possesso di marijuana.

Una guerra alla droga all'italiana è quella che promette la
bozza di disegno di legge presentata dal Consiglio dei
Ministri nella persona del suo più accanito sponsor, il
ViceDuce Gianfranco Fini. Il Ddl del governo ruota intorno a
due elementi-base: la fine della distinzione tra droghe
leggere e droghe pesanti e tabelle che fissano la soglia
quantitativa oltre cui si passa dalle durissime sanzioni
amministrative alle draconiane sanzioni penali. Questa soglia
è stata stabilita su quantitativi particolarmente bassi, per
cui dal giorno in cui il testo di Fini dovesse diventare
legge sarà pertanto ritenuto spacciatore d'ufficio chiunque
venga trovato in possesso di più di 500 milligrammi di
cocaina, 200 di eroina, 300 di ecstasy e 250 di Thc (il
principio attivo contenuto nella cannabis. Per "fatto di
lieve entità", come già avveniva in passato, i tribunali
possano essere clementi e applicare pene che variano da uno a
sei anni. In tutti gli altri casi, invece, per qualsiasi tipo
di droga si rischiano da sei a vent'anni.

L'obiettivo della crociata antidroga del governo fascista è
evidentemente la cannabis ed infatti l'unificazione delle
pene per tutte le sostanze ha l'effetto di ridurre da 8 a 6
anni la pena minima per gli spacciatori di eroina, mentre
innalza quelle massime per il traffico di droghe leggere.

Si passa dunque per lo spaccio, dall'attuale pena da due a
sei anni alla pena da sei a venti anni. Per i fatti di lieve
entità, invece, la pena attuale prevista da sei mesi a
quattro anni passa alla pena da uno a sei anni.

La voglia dei fascisti di colpire soprattutto i consumatori
di cannabis è fin troppo spudorata, come la è quella di
proteggere gli interessi economici delle cosche mafiose che
sostengono il governo Berlusconi e che si ritrovano in premio
una legge che sembra fatta apposta per incentivare lo spaccio
di droghe pesanti (che, a parità di rischio, comportano
profitti enormemente maggiori). Nel frastuono dell'overdose
di retorica nazionalista e di lutto mediatico seguiti alla
morte di 17 (strapagati) professionisti della guerra italiani
in Iraq non ci sono state particolari reazioni all'ennesimo
progetto liberticida della Banda Berlusconi. Resta da vedere
naturalmente , però, se la Legge Fini (che deve ancora fare
tutto il suo bravo iter parlamentare) andrà in porto. E anche
in quel caso non è detto comunque che i nostri governanti non
abbiano fatto i conti senza l'oste. La loro lurida fantasia
di fare in Italia un piccolo revival di quell'incubo che è
stata la War On Drugs americana potrebbe trovare un
insormontabile ostacolo nella voglia di libertà e
nell'ostilità verso la presenza poliziesca che continuano a
diffondersi nel silenzio lobotomizzato dei media di regime.

robertino



Da "Umanità Nova" n. 38 del 23 novembre 200
http://www.ecn.org/uenne/




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