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(it) Sudafrica: Il significato politico del NEPAD, della Zabalaza Anarchist Communist Federation

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Date Thu, 11 Sep 2003 18:52:21 +0200 (CEST)


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IL SIGNIFICATO POLITICO DEL NEPAD: RICETTA AFRICANA PER IL
NEOLIBERISMO

Pensare l'Africa globalmente - ma organizzarsi localmente
di Lucien van der Walt della Zabalaza Anarchist Communist
Federation-Sud Africa

Il NEPAD (New Partnership for Africa's Development), adottato
dall'Unione Africana ad Abuja in Nigeria nell'ottobre del 2001,
non è niente di più e niente di meno che un piano neoliberista
delle elites africane in combutta con le multinazionali, il FMI
e la BM al fine di saccheggiare risorse e lavoratori
dell'Africa. Si tratta del consolidamento in Africa dell'attuale
stato di cambiamenti neoliberisti operati da quella variegata
ciurma di ceti dominanti africani, fatta di dittatori, capi
militari, capitalisti.

UN SOLO GIOCO

Il NEPAD contiene in sè il nuovo scopo strategico di queste
elites: un accordo africano con il capitalismo globale. Sono
dunque finiti i giorni in cui le la classi dominanti africane
perlomeno lottavano fra di loro -sotto la minaccia di una
spallata rivoluzionaria- per sviluppare il proprio capitalismo;
ora il gioco è uno solo: il capitalismo globale dominato dai
paesi a industrializzazione avanzata e dalle multinazionali ed i
padroni africani che vogliono far parte del gioco.

VERTICISMO

Il NEPAD è stato presentato come un documento dall'ispirazione e
dagli intenti democratici e partecipativi, in realtà gli
estensori sono personaggi di cui sono note le malefatte
antidemocratiche ai danni delle classi lavoratrici. Scritto dal
sud-africano Thabo Mbeki, campione della strategia della
concertazione nel suo paese (GEAR), insieme al dittatore
algerino Abdelaziz Bouteflika ed all'uomo forte della Nigeria,
Olusegun Obasanjo, il NEPAD è stato approvato da quasi tutti i
governi africani. Nessun cittadino africano, nessun sindacato,
nessun organismo di quartiere, nessun movimento popolare è stato
consultato.

Come tutte le strategie delle classi dominanti, anche il NEPAD
si traveste dei panni dell'assistenza sociale e promette di
muoversi nella direzione degli interessi delle masse contadine
ed operaie dell'Africa, certamente le più povere e disperate del
mondo. Si promettono miglioramenti delle drammatiche condizioni
di vita e dell'occupazione. Il punto, comunque, è vedere in che
modo si intende raggiungere questi obiettivi.

Ed è proprio quando si esaminano i metodi con cui il NEPAD
intende realizzare le sue magie, che diventa chiaro come le
masse hanno ben poco da guadagnare se non ulteriori catene.

DEMOCRAZIA?

Secondo il NEPAD, i governi africani diventeranno più
democratici. Non è però stabilito come. Come mai? La
spiegazione è semplice: se si dovessero rafforzare ed espandere
i diritti democratici in Africa, non un solo governo di quelli
attuali resterebbe in piedi, con meno di 5 eccezioni. I governi
africani sono delle dittature, sia quelle che si proclamano tali
apertamente ed orogogliosamente, sia quelle che si
autolegittimano tramite elezioni manipolate o che si rafforzano
incarcerando gli oppositori.

PRIVATIZZAZIONI

In ogni caso, la retorica della "democrazia" è subordinata
all'obiettivo primario del NEPAD: attrarre capitali stranieri in
Africa in modo che le elites africane e quelle straniere possano
congiuntamente fare un solo boccone di forza lavoro a costi
bassi in un mercato addomesticato.
Il punto 166 del NEPAD è alquanto esplicito: i governi africani
devono creare le condizioni favorevoli per l'inserimento delle
attività del settore privato, favorire investimenti diretti
dall'estero, il commercio, le esportazioni, incoraggiare il
mercato interno.

Nel punto 103 si dice di sviluppare le infrastrutture locali,
strade e forniture elettriche, incrementando investimenti
finanziari a basso rischio per gli investitori privati,
specialmente con interventi politici e regole.

Tutto questo si chiama privatizzazione: il punto 106 parla di
interventi politici e legislativi per incoraggiare la
competitività, nonchè le politiche finalizzate all'interazione
ed all'ampliamento dei mercati transfrontalieri. I PPP
(Public-Private Partnerships) vengono lanciati come veicoli
suscettibili di attrarre investitori privati, consentendo agli
Stati di decurtare la spesa sociale. Il punto 115 applica i PPP
anche a concessioni per investitori privati nei porti, nella
rete stradale, ferroviaria, marittima e nei trasporti.

Questi patti PPP sono dunque il cuore dell'alleanza tra i
capitali occidentali e le elites che governano gli Stati
africani. Ma la torta spetta anche alle compagnie private
africane, che il NEPAD definisce come la chiave per lo sviluppo
del continente.

FLUSSO DI CAPITALI

Per i campioni del NEPAD, gli investimenti privati sono la cura
miracolosa per tutti i mali. Negli interessi dei lavoratori e
dei poveri, occorre che si acceleri il flusso di investimenti
remunerativi in tutto il continente africano. Il NEPAD fissa al
punto 147 un obiettivo di 64 miliardi di dollari americani
all'anno.

Parte di questa cifra verrà dai risparmi di spesa in Africa,
parte da una legislazione fiscale più restrittiva, ma la maggior
parte delle risorse necessarie dovrà essere reperita fuori del
continente. In parte si cercherà di ottenere riduzioni del
debito africano, in sinergia con i flussi di capitale privato e
di investimenti nel settore privato di provenienza africana e
straniera, nella cornice di ulteriori prestiti da parte del FMI
e della BM.

Per attrarre capitali privati, l'Africa deve diventare una
destinazione accogliente per gli investitori, con un'adeguata
legislazione sui diritti di proprietà e sulle regole di mercato.
L'impresa privata deve essere sostenuta, rimuovendo restrizioni
all'attività di scambio. Grosse quantità di denaro sono attese
nel settore minerario (punto 160) e industriale (161), inoltre
occorre prevedere liberalizzazione del commercio e tagli agli
oneri fiscali per le imprese (punto 169).

COMMERCIO LIBERO

Il NEPAD non trascura certo di occuparsi delle fortune e degli
interessi dei capitalisti africani. Si insiste ripetutamente
sulla necessità di negoziare misure ed accordi per facilitare
l'accesso al mercato mondiale dei prodotti africani (punti 169 e
170) al fine di far entrare le merci africane nei mercati dei
paesi sviluppati tramite accordi bilaterali, e di negoziare
condizioni più eque per il commercio dei paesi africani
all'interno dei regolamenti dell'OMC (punto 188).

LO SVILUPPO DI CHI?

Il NEPAD contiene quindi un assunto chiarissimo: il capitalismo
è buono e tutti ne ricevono benefici. Perciò le
privatizzazioni, il libero mercato, il libero commercio e via
dicendo sono tutte cose benvenute. Ma...

Eppure c'è un ma altrettanto chiaro e semplice: è proprio il
capitalismo che bisogna accusare per le terribili condizioni di
vita dei lavoratori e della povera gente.

Cos'era il colonialismo se non sempre capitalismo armato di
fucili Maxim?! Cosa è stato il periodo post-coloniale dagli anni
'50 agli anni '90 se non il modo per i capitalisti africani di
diventare velocemente ricchi mentre si reprimevano le richieste
di operai e contadini? Come Mobutu Sese Seko, precedente "re"
dello Zaire, disse del suo regime:"Tutto è in vendita nel nostro
paese. Ed in questo traffico, ogni fetta del potere pubblico è
un vero strumento di scambio, convertibile in illecita
acquisizione di denaro o di altri beni".

Ora, vedere nel sistema capitalista attuale, così nudo e cinico
e vorace nella sua forma neoliberista, la salvezza dell'Africa,
è proprio assurdo. Nella diagnosi contenuta nel NEPAD, la
malattia corrisponde con la cura. Proprio una medicina efficace!

Ma la confusione non è certo stupidità. Si tratta di una
mistificazione del ruolo del capitalismo ed, in particolare,
delle classi dominanti africane. A nessun uomo riesce facile
vedersi come un problema e tanto meno ad una classe sociale: non
possiamo aspettarci che questi governanti e questi arraffasoldi
possano essere al tempo stesso onesti giudici, giurati e
carnefici ai loro processi!

UN NUOVO PATTO D'ELITE

E' evidente che le elites africane hanno fatto pace con i loro
fratelli maggiori dell'occidente.
I nazionalisti radicali degli anni '50 e '60, uomini del nome di
Nkrumah e Kuanda, uomini che odiavano il colonialismo (e amavano
il capitalismo) sono usciti di scena. I vecchi nazionalisti,
almeno, avevano avuto un ruolo anche se piccolo nella sfida al
colonialismo e nello scuotere i vecchi imperi coloniali. Certo,
si trascinavano dietro alquanto la propria gente, ma ebbero
sicuramente un piccolo ruolo, almeno per una volta- nelle lotte
globali per l'emancipazione.
La generazione che ha scritto il NEPAD invece è fatta di uomini
cinici e patetici. A differenza dei loro predecessori che
preferivano il capitalismo di Stato, la generazione del NEPAD
non sta adottando il neoliberismo e gli aggiustamenti
strutturali contro la propria volontà, anzi se ne fanno carico e
lo chiamano "Rinascimento Africano". Esattamente come facevano
ieri i mercanti di schiavi dell'Africa occidentale, gli autori
del NEPAD oggi mettono in vendita i loro paesi ed i loro popoli
sui banchi del mercato mondiale.

STRATEGIA

A questo punto possono accadere 2 cose: il capitale straniero
entra nel NEPAD, oppure no. In entrambi i casi, le implicazioni
strategiche per la classe operaia sono chiare.

* Siamo concreti: cosa possiamo fare ORA? Possiamo combattere il
NEPAD e le elites africane tramite azioni locali;

* Intensificare le lotte locali contro le privatizzazioni, i
licenziamenti e gli sfratti è il modo migliore per affrontare il
NEPAD. Che è il piano di battaglia delle elites, ma anche la
nostra guerra salariale su diversi fronti: l'esercito dei
lavoratori e dei poveri deve lottare lì dove incontra il nemico,
ed il nemico ora è qui nei paesi africani in cui viviamo.

* E' importante iniziare a coordinare le nostre lotte superando
i confini statuali, proprio come fa il nostro nemico,
riconoscendo le basi comuni delle diverse lotte contro la
privatizzazione, il neoliberismo e l'autorità degli Stati. Si
deve costruire una solidarietà popolare, mattone dopo mattone.

* Questo significa azioni concrete, sostenendo i prigionieri
politici nei paesi confinanti, sostenendo gli scioperi e
diffondendo la stampa rivoluzionaria ed anarchica in sempre più
paesi.

* Le antiche illusioni delle elites africane devono essere messe
da parte una volta per tutte. Se una volta poteva essere
comprensibile, seppur erroneo, stare con un Nkrumah, sarebbe
oggi ridicolo credere agli Obasanjo, ai Mugabe o a Mbeki. Oggi,
abbiamo un'occasione d'oro per smascherare questa cricca di
sfruttatori: opporre gli interessi immediati delle masse alla
voracità ed alla brutalità di chi ci governa.

ZABALAZA ANARCHIST COMMUNIST FEDERATION
http://www.zabalaza.net

(trad. Fdca-Uff.Rel.Internazionali - http://www.fdca.it)





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