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{Info on A-Infos}
(it) Intervista con Alternative Libertaire (en)
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Tue, 22 Jul 2003 11:21:56 +0200 (CEST)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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Da: FdCA <fdca@fdca.it>
Tratto da "The Northeastern Anarchist" n°6, giornale della NEFAC
Piattaformismo oggi: ALTERNATIVE LIBERTAIRE (AL) FRANCE
intervista a cura di Nic, Bete Noire (NEFAC-Montreal)
Alternative Libertaire (AL) è la terza più importante
organizzazione anarchica in Francia oggi, dopo la sindacalista
CNT-Vignoles e la sintetista Federazione Anarchica (FA).
Influenzata dal piattaformismo, gli scopi principali di AL sono
quelli di sviluppare ulteriormente una tendenza anarchica
classista e contribuire all'emersione di un grande movimento di
classe, autogestito ed anticapitalista. Nei primi 3 anni di
esistenza della Nefac, AL ha alimentato una forte relazione
politica con la Nefac della regione del Quebec in Canada, sia
con lo scambio di stampa che di posta elettronica e di visite
reciproche. Abbiamo intervistato Laurent Scapin, segretario per
le relazioni internazionali di AL.
Nefac: Quando si è costituita AL?
AL: Alternative Libertaire è nata nel 1991, sulla base del
"Manifesto per una alternativa libertaria" Lo scopo era quello
di creare un'organizzazione che potesse andare oltre le limitate
dimensioni dei gruppi comunisti libertari dell'epoca. Furono 2
le componenti che parteciparono alla formazione di AL: l'Union
des Travailleurs Communistes-Libertaires (UTCL), composta
soprattutto da attivisti sindacali libertari, ed il Collectif
Jeunes Libertaires (CJL), una organizzazione giovanile.
Nefac: Nel leggere il vostro mensile Alternative Libertaire o la
vostra rivista teorica Debattre, si colgono pochissimi
riferimenti al piattaformismo. Vi considerate un'organizzazione
piattaformista?
AL: La Piattaforma ed il piattaformismo sono senz'altro parte
del nostro bagaglio ideologico, ma noi non vi facciamo
riferimento in modo dogmatico. Riteniamo che gran parte del
testo, scritto nel 1926, sia oggi obsoleto e non più rispondente
alla realtà politica della Francia odierna. Ecco perchè noi
facciamo raramente riferimento alla Piattaforma o al
piattaformismo. Ci identifichiamo con lo spirito del
piattaformismo, ma non con ogni parola scritta nel testo
originale! Siamo tuttavia convinti dell'importanza
dell'organizzazione per gli anarchici, come dell'importanza di
avere una chiara linea politica e strategica, ed in questo,
certo, siamo piattaformisti.
Nefac: Dove si esplica l'intervento di AL?
AL: I militanti di AL sono attivi in molti movimenti sociali.
Per prima cosa nei sindacati ed in particolare nel Gruppo dei
10-Solidaires. Per noi la lotta dei lavoratori, prime vittime
del sistema capitalistico, resta centrale. Il sindacalismo,
l'intervento sindacale e nei posti di lavoro sono quindi
fondamentali. Come esempio posso citare il bollettino sindacale
edito dai lavoratori delle ferrovie che fanno parte di AL. Siamo
attivi anche in molti altri movimenti: quello antifascista,
quello antirazzista (compreso il sostegno agli immigrati),
quello anti-sessista, quello anti-militarista (le mobilitazioni
contro la guerra), quello ecologista (contro il nucleare per
esempio), nei movimenti dei lavoratori precari e disoccupati. Un
altro specifico di lavoro è quello internazionale e riguarda
l'attività nella rete SIL (Solidarietà Internazionale
Libertaria) con azioni di solidarietà anche verso le lotte
anticoloniali in Palestina e con le mobilitazioni contro il G8
di Evian.
Nefac: Durante le elezioni presidenziali, si diceva che voi
davate indicazione di votare Chirac contro Le Pen. Potete
spiegare in quale contesto era maturata questa indicazione?
AL: Noi non abbiamo mai dato indicazione di voto per Chirac. Ma
non abbiamo nemmeno propagandato l'astensionismo. Abbiamo detto
che nessuna voce e soprattutto nessuna voce operaia si levasse a
favore di Le Pen, il che è totalmente differente. Noi
rispettiamo l'autonomia di tutti i gruppi locali di AL, alcuni
dei quali hanno preso posizione per votare per Chirac, ma non si
trattava di una decisione presa a livello nazionale. I militanti
di AL sono attivi e convinti anti-fascisti e sappiamo bene che
prima di ogni cosa sono le lotte sociali che possono sconfiggere
l'estrema destra. Questa era la nostra posizione prima del
secondo ballottaggio. Una minoranza di militanti di AL, fra cui
io stesso, pensavamo comunque che il ballottaggio in quel caso
di elezioni presidenziali poteva essere uno strumento utile per
l'anti-fascismo.
Nefac: Se ne può dedurre che rigettiate l'anti-elettoralismo
quale tradizionale posizione anarchica?
AL: Una posizione sulle elezioni non è che una decisione tattica
assolutamente secondaria se confrontata con le lotte sociali. E'
alquanto sorprendente sentire gli anarchici parlare per ore
sulle elezioni se poi le considerano di scarsa importanza. Noi
abbiamo una posizione non-dogmatica rispetto al voto. Sebbene
riteniamo che dalle elezioni non possa venire niente di positivo
per gli sfruttati, al tempo stesso pensiamo che esse possano
anche avere risultati molto negativi. Sulle elezioni prendiamo
una posizione perchè sentiamo che sono temi che ci riguardano e
lo facciamo considerando ogni singola situazione, senza
ragionamenti fatti a priori.
Nefac: In Francia vi sono molti sindacati; AL come
organizzazione ha una preferenza particolare per un certo tipo
di sindacalismo oppure i vostri militanti sono attivi nei
sindacati più significativi in base al luogo di lavoro?
AL: La cosa più importante è l'organizzazione dei lavoratori
contro i padroni. Per noi, il sindacato è un mezzo della lotta
di massa che va oltre le differenze politiche (anarchici,
comunisti, lavoratori non-politicizzati che sono la
maggioranza). I militanti di AL sono sindacalizzati in tutti i
tipi di sindacati (in SUD e negli altri sindacati del Gruppo dei
10, nella CNT-Vignoles, nella CGT, in FO, nella CFDT) a seconda
dei rapporti di forza in campo e nell'azienda. Noi non abbiamo
una politica sindacale e rispettiamo scrupolosamente l'autonomia
del movimento dei lavoratori. Lavoriamo nei sindacati per
spingere le lotte, per guadagnare posizioni di democrazia e di
avanzamento del cambiamento sociale. Ecco perchè ci sentiamo più
a nostro agio in sindacati alternativi e di base come SUD.
Nefac: Come sono i vostri rapporti con le altre organizzazioni
politiche anarchiche in Francia, ed in particolare con la FA?
AL: Fino al 2001, le relazioni tra le diverse organizzazioni
anarchiche francesi erano veramente tese, pronte ad evolversi in
conflitto aperto. Ma le cose sono cambiate alquanto. Ora abbiamo
rapporti cordiali con la Federation Anarchiste e ci si incontra
regolarmente sia come federazioni che a livello locale. E questo
ha contribuito alla riuscita delle iniziative contro il G8. Lo
stesso si deve dire per i nostri rapporti con la rete No Pasaran
e con la Organisation Communiste Libertaire (OCL), grazie
soprattutto al lavoro internazionale. Infatti entrambe, insieme
ad AL, fanno parte della SIL, per cui lavoriamo a stretto
contatto su molti temi, il che contribuisce a costruire
relazioni di fiducia ed a ridurre i conflitti. Un buon esempio
di quanto dico è il Forum de Montreuil (un quartiere di
Parigi-est), di cui fanno parte AL, FA e CNT. Il forum si pone
come voce comune e nel primo incontro c'erano mille persone,
cosa unica per gli anarchici di Montreuil. Un'altra cosa
impossibile alcuni anni fa è diventata realtà con
l'organizzazione delle iniziative contro il G8, che ha visto AL,
la FA, No Pasaran, la CNT-Vignoles, l'OCL e la OSL svizzera
coordinarsi per un lavoro che andava nella stessa direzione!
Nefac: Del resto, possiamo immaginare che l'eredità di un
movimento forte ed organizzato come quello francese porti dei
benefici alle organizzazioni anarchiche di oggi. Quale influenza
ha avuto il lavoro teorico di importanti militanti come Daniel
Guerin dei tempi dell'UTCL o di Georges Fontenis dell'attuale
AL?
AL: Oggi disponiamo di un grande lascito teorico. Una delle
debolezze passate del movimento anarchico è stata sia quella di
reinventarsi ogni volta per dimenticare il suo passato, sia
quella di rifiutarsi di uscire dai sacri dogmi anarchici.
Compagni come Daniel Guerin furono capaci di rompere questo
circolo vizioso e di ri-pensare alla nostra lotta su basi
non-settarie. Sfortunatamente per molti anni tutto questo non è
stato compreso da altre componenti del movimento anarchico
francese...
Nefac: Voi fate parte della SIL, una rete internazionale di
organizzazioni comuniste-anarchiche ed anarco-sindacaliste che
cerca di favorire lo sviluppo materiale del movimento anarchico
internazionale ed in particolare quello dell'America Latina.
Puoi spiegare brevemente i progetti della SIL?
AL: La SIL si è formata nel 2001 su iniziativa della
Confederacion General del Trabajo (CGT) di Spagna per
condividere le riflessioni sulle nostre lotte, per rendere
internazionali relazioni che erano sempre state di carattere
bilaterale, per sostenere concretamente progetti di solidarietà
internazionale. I progetti in corso riguardano l'America del
Sud. In Uruguay la SIL sta aiutando la FAU nel finanziare uno
spazio libero a Colon e l'acquisto di un autocarro per la
propaganda di strada. In Brasile stiamo aiutando la FAG nella
costruzione di uno spazio di quartiere a Sepe Tiaraju,
nell'apertura di un centro-stampa anarchico e nella
ricostruzione di un capannone per una cooperativa di riciclaggio
di pezzi di acciaio. In Argentina stiamo finanziando il giornale
"En la Calle" dei compagni della OSL. La SIL conta attualmente
circa 20 organizzazioni ed abbiamo già erogato molte migliaia di
dollari ai nostri compagni del Sud America.
Nefac: E per finire: come vedete il futuro del movimento
anarchico internazionale?
AL: Nel nostro ultimo congresso del novembre 2002, abbiamo
notato un progresso qualitativo e quantitativo della nostra
organizzazione. Abbiamo fatto un passo avanti. Ma siamo ben
lontani da una vera sinistra anarchica con un vero progetto
capace di un impatto politico reale. Però le cose si muovono. La
fomazione della rete SIL, la capacità delle principali
organizzazioni anarchiche francesi di coordinarsi e lavorare
verso uno stesso obiettivo nelle mobilitazioni contr il G8, sono
tutti segnali incoraggianti. Ma al tempo stesso occorre vedere i
nostri limiti. Ci mancano gli spazi di dibattito dove
confrontare le idee ed elaborare collettivamente. Si progredisce
meglio sempre in tanti che da soli. Non si tratta certo di
cadere ora in scivolamenti burocratici; ma se la nostra tendenza
vuole trarre vantaggio dalle lotte sociali odierne e dallo
sviluppo delle nostre idee, dobbiamo inventarci nuove forme di
lavoro comune.
Alternative Libertaire
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(trad. erredì-fdca)
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