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(it) FAI: Aviano 5 aprile - sabbia nel motore del militarismo

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Date Mon, 7 Apr 2003 10:42:00 +0200 (CEST)


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Da: Umanità Nova redazione <fat@inrete.it>

Sabato 5 aprile abbiamo manifestato alla base USAF di Aviano
contro la militarizzazione del territorio e delle nostre vite.

Eravamo migliaia nella lunga marcia attraverso il territorio
friulano occupato da più di mezzo secolo occupato dai militari
statunitensi.

Attraversato Roveredo in Piano siamo arrivati alla base sui cui
ingressi abbiamo rovesciato una camionata di sabbia e, prima di
andarcene, abbiamo piazzato all’altro ingresso un grosso
lucchetto per ricordare il nostro impegno a chiudere la base di
Aviano e tutte le altre basi e caserme e produzioni di morte. In
più punti le reti oscuranti la recinzione sono state strappate o
ricoperte di scritte. I cartelli "Zona militare: divieto di
accesso" sono stati smontati e spediti all’interno della base.
Palloncini colorati con stagnole "distrai radar" sono stati
legati alla recinzione. Davanti all’ingresso, sulla strada la
scritta a caratteri cubitali firmata con la A cerchiata "No
global war" è ora ben visibile agli assassini che sfrecciano sui
loro aerei carichi di bombe.

Giunti ad Aviano abbiamo occupato la Pedemonte una strada del
paese che i militari USA, con il consenso della giunta comunale,
vogliono in uso esclusivo nonostante l’opposizione della
popolazione.

Dopo La Spezia il 5 gennaio quella di Aviano è un’ulteriore
tappa nella lotta contro il militarismo e le installazioni
militari.

Tutte le guerre contro di noi...
...noi contro tutte le guerre, gli eserciti, le basi militari!

La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono
essere i morti.

Davide Cesare ammazzato dai fascisti, i suoi compagni feriti.
Altri, accorsi a solidarizzare, pestati selvaggiamente da
polizia e carabinieri.

La guerra è guerra. A Gaza i bulldozer dei militari israeliani
hanno schiacciato a morte la pacifista statunitense Rachel
Corrie.

La guerra è guerra. L'acqua è "l’oro blu" progressivamente
privatizzato mentre ogni giorno 30.000 persone muoiono di sete.

La guerra è guerra. Nel 2002 in Italia gli infortuni sul lavoro
sono stati 972.404, i lavoratori morti 1.360.

La guerra è guerra. Davanti a 35 mila soldati Nato, molti dei
quali italiani, negli ultimi tre anni di "pace" in kosovo sono
stati uccisi più di mille serbi, rom e goranci.

La guerra è guerra. In ogni parte del mondo, lontani dai
riflettori dei "media" migliaia di uomini, donne e bambini
muoiono ammazzati da guerre, sfruttamento e miseria.

Gli stati, dittatoriali o democratici, e il capitalismo, con o
senza il turbo, sfruttano e uccidono in nome della patria, del
profitto o in nome di un dio superiore che sia un "investitore"
eccellente o il solito divino irato e assoluto.

La guerra è guerra appunto.

La guerra è sempre e solo una, quella degli oppressori contro
gli oppressi, quella del dominio, dei potenti contro gli
sfruttati, i diseredati, i senza potere.

La guerra è guerra. E questa guerra contro la popolazione
irachena è uno "spettacolo" che deve continuare a tutti i costi
e fino alla fine, così vogliono i gendarmi globali a
stelle&strisce, così vogliono i loro fedeli raccoglitori di
briciole d’oggi.

Come anarchici, antimilitaristi da sempre, rivendichiamo le
ragioni dell’antimilitarismo rispetto ad un pacifismo generico
che ancora oggi apparenta guerrafondai di ieri come D’Alema o
cardinali assassini come Pio Laghi ai sinceri e indignati
pacifisti.

Opporsi alla guerra significa opporsi al massacro degli iracheni
e, insieme, lottare per una vita migliore nel nostro paese.
Guerra esterna e guerra interna hanno lo stesso fronte.

Il 2 aprile abbiamo scioperato, il 5 abbiamo manifestato alla
base di Aviano contro questa guerra, contro tutte le guerre,
perché vogliamo una società smilitarizzata, ossia senza
frontiere, carceri, tribunali, polizie, sollevata da ogni forma
di dominio e di discriminazione.

La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono
essere i morti.

I morti saranno ancora uomini, donne e bambini civili, inermi e
sfruttati.

È il momento di essere con decisione e fermezza uomini e donne
di parte.

La parte delle vittime. Sempre.

La vera pace è la libertà e la giustizia sociale. Per tutti.
Ovunque.

Spetta a ciascuno di noi inceppare la macchina bellica,
boicottarla, diffondere idee di libertà perché chi fa la guerra
sappia che noi non ci arruoliamo, che siamo tutti disertori.

Sabbia e non olio nel motore del militarismo.

(dal volantino distribuito dalla Federazione Anarchica
Torinese - FAI)

http://www.federazioneanarchica.org




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