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(it) Italy, UCADI #167: GUERRA DI CARRI (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 10 Mar 2023 08:52:18 +0200
Il contemporaneo annuncio che Stati Uniti e Germania hanno deciso di fornire
all'Ucraina carri armati alza il livello dello scontro sulla soglia oltre la
quale resta solo l'arma nucleare. I carri armati vengono forniti, per ora, in
misura contenuta 31 Abrams, e 14 Leopard 2 e non si sa quanti altri ne verranno
dati dai paesi che li possiedono su fornitura tedesca, posto che nei vari
arsenali ve ne sono 4.000 non tutti efficienti. È però un dato di fatto che
quelli messi a disposizione saranno una quantità occorrente ad alimentare il
massacro di combattenti e la distruzione di armamenti e di risorse senza far
degenerare il conflitto verso il coinvolgimento di altri attori ma senza mutare
gli equilibri sul campo di battaglia. Si tratta dell'ulteriore innalzamento del
livello dello scontro la cui tappa successiva per il governo ucraino è la
fornitura di armamenti aerei, missilistici e navali sui quali si impegnerà la
diplomazia di Kiev che infatti ha gih chiesto i caccia F 16. Cinicamente si
lascia che Ucraina e Russia si logorino sempre di più, incuranti delle migliaia
di morti tra la popolazione come tra i soldati di entrambe le parti che finora
hanno pagato un tributo di morti e feriti in numero pressoché equivalente,
lasciando quindi immutato l'equilibrio delle forze persistente sul campo. Ciò
vuol dire che al milione circa di coscritti russi destinati a morire ne
corrisponderanno altrettanti di ucraini, portando il costo umano della guerra
dagli attuali 400 mila uomini e donne al milione e af almeno 6/8 milioni di
feriti visto il rapporto statitstico tra morti e feriti in questo tipo di guerre.
D'altra parte, il recente arruolamento di altri soldati da ambo le parti
testimonia della determinazione ad impiegare il massimo delle risorse anche umane
nel conflitto.
Cosa è cambiato
La guerra si è allontanata dal quotidiano dell'Occidente. Relegata nelle ultime
pagine dei giornali e dei telegiornali l'informazione sulla guerra è "velinara",
costruita sui comunicati stampa dei governi, e questo soprattutto in Italia,
seguendo le indicazioni dei governi che mirano a nascondere costi economici e
conseguenze della guerra come fa, primo fra tutti, il governo polacco che chiude
tutte e due gli occhi di fronte al fatto che propri cittadini, già militari, sono
impegnati in unità di combattimento sul campo, per non contare i "volontari"
provenienti dagli altri paesi, allettati dalle regole di ingaggio proposte, rese
possibili dal fiume di finanziamenti che scorre verso l'Ucraina, inondandola come
avviene alle aree del delta di un immenso fiume di denaro.
In questa palude sguazzano e proliferano gli approfittatori, i mercanti di morte,
gli speculatori che caratterizzano ogni economia di guerra, con l'obiettivo di
accumulare profitti, riscuotere tangenti, approvvigionarsi di armi per ora e per
il futuro, per rifornire le bande criminali, per armare eserciti golpisti nei
tanti scenari di guerra nel mondo: una volta immesse le armi sul mercato è molto
difficile seguirne la pista e stabilire se dietro la distruzione di un deposito o
di un carico c'è la totale o parziale sottrazione del bottino che verrà poi
commercializzato.
Se ne accorto perfino il Governo Zelensky che è intervenuto per contenere il
fenomeno colpendo le situazioni di palese scandalo in un paese sempre più piegato
dall'attacco alle infrastrutture e alla vita di cittadini e cittadine, dove la
corruzione e i profitti di guerra sono entrati in conflitto con la sofferenza
della popolazione e i sacrifici sopportati dal
paese.
Ma la corruzione non è il solo settore sul quale la guerra influisce: con la
scusa della guerra i partiti di opposizione sono stati definitivamente soppressi
per legge: a farla da padrone è il Presidente sempre più istrione e personaggio
mediatico, che approfitta di ogni occasione per comparire, anche a costo di
banalizzare la guerra che è cosa seria e drammatica interviene anche al festival
di Sanremo, tra una canzonetta e l'altra, applicando la formula "che si parli di
me, purché si parli".
Intanto un Ucraina la Chiesa Ortodossa Autocefala, sostenuta da Costantinopoli e
dal Dipartimento di Stato USA espropria la Chiesa Ortodossa Russa, affiliata al
Patriarcato di Mosca, anche se critica verso l'intervento russo, dei suoi beni e
li incamera, grazie al consenso del Parlamento; così le sue proprietà storiche
passano di mano. Dal primo gennaio il monastero dell Grotte (Kyevo Pecerska
Lavra)) che ospitava la residenza del Metropolita di Kiev, la guida spirituale
della Chiesa Ortodossa Ucraina, del Patriarcato di Mosca, che gli è sempre
appartenuto, viene passato alla Chiesa Ortodossa concorrente, realizzando uno
degli obiettivi dello scontro politico che ha creato le condizioni per la guerra.
Ma il disastro più grande e irrimediabile, complice ed artefice Putin, riguarda
l'anima profonda del paese: l'aggressione russa ha fatto da levatrice al
nazionalismo patriottardo ed etnico, che al momento assicura la tenuta del paese,
ma alla prima delusione, quando più prima che poi la guerra sarà finita o vi sarà
una tregua, farà da alimento all'insorgere delle diverse componenti linguistiche
ed etniche del paese polacchi, ungheresi e rumeni provocandone la polverizzazione
e seminando nuove contese e scontri nell'area occidentale del paese che saranno
speculari a quanto oggi sta avvenendo in Donbas e questo perché l'esistenza di
una nazione unita e la cancellazione delle diversità etniche non si realizzano
attraverso l'odio comune ma con la tolleranza reciproca e la convivenza in quanto
odio semina odio.
L'interesse economico per spartirsi i benefici della ricostruzione in un paese
desertificato, inquinato dai residui bellici, economicamente frustrato, non
saranno sufficienti a garantirne l'unità, malgrado l'ancoraggio all'Europa.
Stanno cominciando a capirlo i sette milioni di ucraini, profughi di guerra, che
stanno inserendosi organicamente nei paesi ospitanti per divenirne residenti
stanziali e vivere la loro vita nei nuovi contesti.
I danni collaterali della guerra
Intanto la guerra, tenuta a "bassa intensità", in modo che produca il massimo di
logoramento delle due vittime, l'Europa e la Russia, e rafforzi, almeno per un
po' di tempo le prospettive dell'economia e dell'egemonia US sui mercati e nel
mondo, non manca di produrre gli effetti attesi. La politica energetica dell'area
europea è mutata, riorientando i flussi e facendo crescere il ruolo strategico
del sud Europa. Il costo di produzione delle merci è aumentato, a tutto vantaggio
degli Stati Uniti, mutando almeno in parte il flusso del commercio sui mercati
mondiali, ma ciò che gli Usa non avevano messo in conto è la rapidità con la
quale l'economia russa fosse in grado di riorientare le propria produzione
energetica verso il mercato cinese ed indiano, potenziando le performance di quei
sistemi economici, abbassando l'incidenza del costo dell'energia su ogni unità di
prodotto e rendendole quindi più competitive sul mercato mondiale.
In particolare, così operando gli USA hanno consentito alla Cina un maggior lasso
di tempo per la floridezza della sua economia, perché possa affrontare se saprà
farlo i giganteschi effetti dell'aumento della longevità e dell'invecchiamento
progressivo della sua popolazione, tenendo conto che la vicenda covid ha
dimostrato e sta dimostrando la fragilità del suo sistema sanitario e
l'inesistenza di un sistema di welfare. Risulta perciò accresciuta la
competitività cinese a danno dell'economia USA.
Se questo è il contesto prodotto dalla guerra ben si comprende la posizione
attendista della Cina che beneficia del basso costo di accesso alle materie prime
e la posizione complessiva assunta dai BRICS sulla guerra poiché la gran parte
degli attori internazionali trova la propria convenienza in quando sta avvenendo
e perciò si astiene dal sostenere una delle parti tanto più che i mercati hanno
imparato a fare a meno della gran parte della produzione agricola ucraina ed
hanno provveduto a ri-orientare i flussi di approvigionamento.
E la pace
Ad avere interesse alla pace dovrebbe essere l'Europa, politicamente suddita
degli USA, il cui territorio viene devastato e inquinato ideologicamente,
fisicamente, economicamente e politicamente:
Il nazionalismo la fa da padrone e condiziona sempre più la politica degli Stati,
favorendo l'ascesa al governo di partiti di destra, la crisi sempre maggiore del
welfare e il ricorso a politiche individualiste di tutela dei ceti e delle classi
più forti, con conseguente aumento della disuguaglianza sociale, condita da un
crescente nazionalismo;
L'ambiente è sempre più inquinato e la conversione energetica viene messa in
crisi dai costi economici crescenti, dall'oggettivo inquinamento dei suoli e
dell'atmosfera, conseguenti alla guerra;
I costi di produzione salgono inesorabilmente con il crescere del costo
dell'energia per unità di prodotto, riducendo drammaticamente la quota di
commercio sui mercati mondiali afferente all'Europa. Il mutamento di questo
fattore non può che incidere sul livello di benessere, mettere in crisi sempre
maggiore il welfare sociale, produrre diseguaglianze;
La gestione politica degli Stati passa a forze conservatrici, i diritti di
libertà si restringono mentre cresce la disuguaglianza e si sa bene che la
libertà senza l'uguaglianza non esiste.
È perciò interesse del popolo ucraino (e di quello russo) che questa guerra cessi
al più presto anche se non si intravedono, al momento, attori sostenitori della pace.
La Redazione
http://www.ucadi.org/2023/02/01/guerra-di-carri/
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