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(it) Italy, Livorno, FAL - Umanità Nova #26: Aysenur Eygi assassinata dallo stato di Israele (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sat, 28 Sep 2024 08:51:10 +0300
Lo scorso 6 settembre l'esercito israeliano ha ucciso l'attivista
turco-americana Aysenur Eygi mentre partecipava a una manifestazione
pacifica a Baita, vicino Nablus. ---- Fin da subito l'agenzia di stampa
palestinese Wafa riportava che l'attivista, cittadina statunitense,
«partecipava al progetto Faz3a, che lavora per sostenere e proteggere
gli agricoltori palestinesi dalle violazioni dei militari e dei coloni
israeliani». Aysenur Eygi si era da poco laureata all'Università di
Washington, dove aveva partecipato alle proteste studentesche in
solidarietà alla popolazione palestinese. Era arrivata in Cisgiordania
nei primi giorni di settembre come attivista dell'International
Solidarity Movement per partecipare alla campagna Faz3a.
L'appello di lancio della campagna Faz3a, pochi mesi fa, aveva avuto
risalto anche sulle pagine di Umanità Nova, si tratta infatti di
un'iniziativa di base «a guida palestinese nata per rispondere
all'estrema necessità di organizzare sul terreno una forma di protezione
civile internazionale dalla violenza israeliana in queste circostanze. È
un'iniziativa basata e sostenuta dalla società civile palestinese in
Cisgiordania proveniente da ogni spettro politico». Una campagna che
cerca di dare forza alle organizzazioni di base la cui capacità di
intervento rischia di essere azzerata dalla guerra imposta dallo stato
di Israele. Una campagna «basata sulla consapevolezza che in questa
situazione i palestinesi hanno bisogno di sostegno internazionale e
protezione civile, e che la società civile internazionale abbia il
dovere di agire. Faz3a non è un'organizzazione caritatevole. La nostra
campagna è radicata nella consapevolezza che costruire movimenti - sia
palestinesi che internazionali - sia essenziale in questa fase di
devastazione»
Questa campagna è stata accolta a livello internazionale come un
importante segnale per la costruzione di movimenti dal basso che
pratichino la solidarietà internazionale su un piano chiaramente
antimilitarista e non settario.
Per questo simili iniziative sono colpite in modo tanto violento dallo
stato israeliano, perché mettono in discussione la stessa logica di
apartheid, colonialismo, militarismo su cui non solo si regge l'autorità
di quello stato, ma che alimenta anche la guerra che ne giustifica
l'esistenza. Certo non è solo questo. L'uccisione di Aysenur Eygi rende
evidente il livello di violenza che ormai è stato raggiunto
dall'esercito israeliano e dai coloni anche in Cisgiordania, e che si è
innalzato dopo l'invasione su larga scala messa in atto dal governo di
Tel Aviv lo scorso 29 agosto. In questo contesto chiunque si metta in
mezzo, chiunque provi a bloccare la macchina militare israeliana, anche
ai bordi del più piccolo villaggio o sotto il più esile olivo, è
obiettivo della più sanguinosa repressione.
La manifestazione a cui Aysenur Eygi stava partecipando era
un'iniziativa pacifica, nel quadro delle proteste settimanali del
venerdì che a Beita si tengono regolarmente da anni contro la presenza
di un insediamento e di alcuni avamposti di coloni israeliani a ridosso
del villaggio, che hanno sottratto ai residenti terra, mezzi di
sostentamento, libertà di movimento, e anche molte vite.
Come ha dichiarato a Quds News Network Jonathan Pollak, storico
attivista del gruppo "Anarchici contro il muro" (gruppo non più attivo
da alcuni anni), Aysenur Eygi non è che l'ultima vittima della
sanguinosa repressione delle forze israeliane a Beita: «Quello che è
successo oggi non è un incidente - afferma Jonathan Pollak - è la
continuazione dell'uccisione di 17 residenti di Beita nel corso di
manifestazioni dal 2021. È un'uccisione intenzionale, che è ora sotto
l'attenzione dei media e dei giornali perché è una cittadina
statunitense. È un'uccisione intenzionale che non può essere giustificata».
Jonathan Pollak spiega di aver udito distintamente due spari di
munizionamento letale «Sono venti anni che prendo parte a queste
manifestazioni, so riconoscere il diverso rumore dei lacrimogeni, delle
pallottole ricoperte di gomma, e delle munizioni letali». Racconta che
il primo proiettile dopo aver colpito un oggetto metallico ha ferito
alla gamba un giovane del villaggio, mentre il secondo ha colpito alla
testa Aysenur Eygi. I soccorsi sono stati vani, trasportata in ambulanza
è morta in ospedale nonostante i tentativi di rianimazione.
Di seguito si riporta il comunicato congiunto di ISM, Faz3a, e Al-Hadaf KC
«Il 6 settembre 2024, durante una manifestazione pacifica a Beita, in
West Bank, le forze israeliane hanno sparato alla turco-americana
Aysenur Eygi uccidendola, una volontaria con l'International Solidarity
Movement (ISM). Mentre i manifestanti pregavano, l'esercito ha risposto
con gas lacrimogeni e munizioni letali, ferendo a morte Aysenur con un
colpo alla testa.
Beita ha una lunga storia di resistenza contro l'occupazione israeliana
e in questo luogo è stata particolarmente dura la violenza diretta verso
i residenti palestinesi da parte delle forze israeliane. Beita ha visto
continue manifestazioni, in particolare contro la costruzione di nuovi
avamposti israeliani sulle terre dei villaggi. Nei mesi recenti gli
attivisti internazionali hanno vissuto un significativo aumento della
violenza da parte delle forze israeliane e l'occupazione deve esserne
ritenuta responsabile.
Aysenur Eygi si aggiunge ai 17 manifestanti palestinesi già massacrati a
Beita.
L'ISM è un'organizzazione a guida palestinese che fornisce presenza di
protezione e solidarietà nella West Bank. L'ISM è nato nel 2002 e ha
mantenuto una continua presenza in Palestina da allora, sostenendo la
lotta popolare palestinese contro l'occupazione»
Nella tragica situazione attuale, lo sviluppo di movimenti dal basso che
possano dare forza alla base sociale è tra le poche vie d'uscita che
abbiamo, non solo per rovesciare l'apartheid e il colonialismo in
Palestina, ma per fermare la guerra a livello globale. Certo la realtà
che ci troviamo di fronte è complessa, e non c'è una sola strada da
percorrere. Ma è in questa prospettiva che possiamo leggere la scelta di
Aysenur Eygi di impegnarsi al fianco della popolazione palestinese. Una
scelta che ha dovuto pagare con la vita.
DA
https://collettivoanarchico.noblogs.org/post/2024/09/11/aysenur-eygi-assassinata-dallo-stato-di-israele/
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