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(it) Italy, UCADI #186 - Tra vecchia e nuova destra (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sat, 27 Jul 2024 07:58:31 +0300
Le elezioni per il Parlamento europeo hanno visto l'affermarsi in molti
paesi d'Europa di partiti e formazioni politiche di destra che erano già
comparse nei rispettivi paesi, in alcuni casi riuscendo a formare la
maggioranza di governo. Attualmente sono 6 gli Stati europei governati
dalle destre: l'Italia, l'Ungheria, la Slovacchia, la Croazia, la
Finlandia e i Paesi Bassi; affermazioni consistenti hanno avuto partiti
dallo stesso orientamento in Germania, in Austria, in Spagna, in
Portogallo, in Francia. Ma malgrado il successo elettorale i voti
raccolti non sono stati sufficienti a consentire a questi partiti di
raggiungere la maggioranza al Parlamento europeo e o a consentire loro
di assumere una forza tale da condizionare la maggioranza che dovrà
eleggere la nuova Commissione ed orientare i lavori del Parlamento.
Tuttavia, quando è successo, costituisce un fenomeno che va indagato e
capito perché, benché questi partiti si richiamino al fascismo e al
nazismo e ne ripropongano molte delle proposte e ne rispecchino le
caratteristiche, i loro programmi presentano peculiari elementi di
novità e nei loro confronti sembra essere caduta ogni
preclusione da parte delle forze democratiche e liberali. Dopo
ottant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, nella memoria dei
popoli, sembra essersi cancellato il ricordo e la conoscenza degli
orrori che fascismo e nazismo hanno seminato e una nuova narrazione
sembra imporsi, accompagnata dall'ignoranza di ciò che è stato e
sostenuta dall'oblio della memoria, edulcorato dalle narrazioni e dai
ricordi.
A causa degli effetti di quel meccanismo che induce le generazioni a
ricercare la propria identità e a sentirsi titolari del diritto di
riscrivere la storia, le nuove generazioni d'Europa pensano di essere
liberi di accettare una narrazione di ciò che è stato, riscritto dai
vinti e, sfruttando le simpatie che i perdenti suscitano e gli errori
che i vincitori commettono, sembrano voler accettare l'idea che sia
possibile che ciò che in passato fascismo e nazismo propugnavano, forse
la soluzione migliore anche per i problemi del presente.
Perciò, forti di questi meccanismi, si sdogana il passato, perfino nella
mente degli eredi di quelli che furono le principali vittime di quella
stagione della storia, e il fascismo e il nazismo si fanno strada nelle
classi subalterne, negli appartenenti alle minoranze etniche, perfino
negli appartenenti al popolo ebraico.
In realtà si tratta di un fenomeno non nuovo perché l'adesione al
fascismo e nazismo, allora come oggi, ha alla base la falsa coscienza
della propria collocazione di classe, l'appartenenza alle classi
dominanti, ha come carattere distintivo la vicinanza al potere e al
denaro e tutto ciò non esclude gli ebrei come nessun altro; e perciò non
stupisce che
tra i nuovi fascisti e nazisti vi siano, come in passato, appartenenti
alle comunità ebraiche, spaventati e sospinti verso queste ideologie dai
conflitti in atto in Palestina e dallo scontro in corso, che vede due
popolazioni semite, quella ebraica e quella palestinese, contendersi il
dominio su un unico territorio che si vuole come esclusivo, dal quale
escludere l'altro, con metodi e comportamenti dall'uno e dell'altra
parte, che ripercorrono la ferocia indiscriminata di nazismo e fascismo
e non hanno remore di fronte alla messa in atto di un genocidio.
Una destra cangiante
La rinascita della destra è stata tenuta a battesimo dalla cecità della
politica dell'establishment democratico dei partiti sedicenti
democratici e liberali, sostenuti dai partiti della sinistra riformista,
ormai privi di qualsiasi ideologia e di qualsiasi progetto di società
futura. Non possedendo più strumenti di analisi dei rapporti di classe e
degli assetti di potere, ovvero essendo convinti che non vi sia
alternativa al dominio assoluto del capitale economico e finanziario,
questi partiti hanno accettato la sconfitta dei valori di uguaglianza e
solidarietà e hanno scelto di collocarsi all'interno dello scontro inter
- imperialistico, impegnandosi in conflitti come quello per il controllo
dell'Ucraina, senza rendersi conto di essere chiamati a prendere parte
ad uno scontro che è contrario ai loro interessi materiali e a quelli
dei popoli che abitano. Il territorio europeo.
La guerra, questa guerra, si risolve e si sviluppa nel conflitto fra due
autocrazie, egualmente oligarchiche, che difendono interessi
contrapposti e che in nome di questi mandano al massacro interi popoli,
nel caso di specie sia quello ucraino che quello russo, in nome di un
patriottismo e un nazionalismo ricostruito, sfruttando l'odio il dolore
e la violenza per praticare la persecuzione religiosa e negare quegli
stessi principi per i quali dicono di battersi. Su questi morti
banchettano, ingrassando i loro portafogli di ordini per spese militari
e per la ricostruzione di un paese distrutto che ha visto la sua
popolazione dispersa, ricostruzione limitata ai beni materiali e perciò
solo in parte possibile, di ciò che hanno distrutto, trasformando il
conflitto in un'occasione ghiotta di profitti futuri.
I partiti della destra si sono fatti furbescamente carico di raccogliere
lo sconcerto e la protesta nei confronti di quanto sta avvenendo, la
contrarietà dei popoli a vedere dissipate le risorse proprie per spese
militari, per la produzione di armi, per una politica della morte e sono
inopinatamente divenuti sostenitori della pace, facendo tesoro del fatto
che i partiti progressisti e della sinistra - che per loro natura
avrebbero dovuto farsi carico del rifiuto della guerra - tacciono quando
non partecipano attivamente, alla mobilitazione bellica e al banchetto
sui morti.
In tal modo i partiti della destra hanno acquisito una rendita di
posizione della quale approfittano per introdurre, mediante la gestione
del potere, modifiche profonde alle tutele dei diritti delle persone,
aumentando le disuguaglianze, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e
sulla donna, reintroducendo valori, modi di pensare, come quelli che
caratterizzano il patriarcato, reintroducendo la religione in funzione
di controllo delle masse, legittimando la persecuzione della religione,
quando le confessioni che gestiscono i credenti non sostengono le loro
posizioni, e soprattutto introducendo una distribuzione della ricchezza,
caratterizzata dalla disuguaglianza e dagli squilibri, che esalta le
condizioni di vita e di benessere di pochi a danno del tenore di vita di
molti.
Il risultato è la riprogettazione della società e dei rapporti sociali
tra le classi secondo un modello autoritario, che nega i diritti, che
esalta l'arbitrio, che favorisce i più forti, coloro che dispongono di
maggiori risorse economiche e materiali, e quindi sono in grado di
esercitare il potere, imponendo agli altri le proprie scelte e di vivere
in un mondo diseguale dove la differenza delle opportunità la fa da
padrona, dove l'egoismo, il nazionalismo, l'odio prevalgono sulla
solidarietà.
Questa riprogettazione della società regressiva può essere superata solo
mettendo a punto e progettando un nuovo inizio che ha bisogno di
un'estrema chiarezza nella visione dei rapporti tra le classi. poché
nulla sarà risparmiato, ogni errore peserà come un macigno, sopportando
un prezzo altissimo che dovrà essere pagato per riconquistare le libertà
conculcate. Sperare ancora che, come è avvenuto in passato in Francia,
funzioni a garanzia del mantenimento delle libertà democratiche il
principio ad escludendum volto ad espellere dal potere fascisti e
nazisti, pensare che possa esistere una destra "democratica" e una
fascista, è un'illusione, e questo perché la memoria fallace ha
cancellato la vergogna di quello che è stato, al punto che gli interessi
scaturenti dalla collocazione di classe di chi è a destra dello
schieramento politico ed è espressione di ben definiti interessi,
permette di superare ogni pregiudiziale verso una destra che sempre più
si sente capace di vincere, a fronte dei suoi oppositori sempre più
deboli, privi di idee, di consapevolezza, di coscienza di classe, sempre
più privi di un progetto politico alternativo, solidale e
tendenzialmente unitario, costruito sulla base di valori e obiettivi comuni.
Perché le masse possano aggregarsi intorno ad un progetto politico, dare
la loro partecipazione, il loro consenso alla mobilitazione in difesa
dei loro interessi. occorre che chi propone soluzioni alternative a
quelle del nemico di classe sia reputato credibile e onesto, lavori con
umiltà e costanza nel sostenere le proprie idee, dimostri con i
comportamenti il proprio solidarismo e il proprio amore per
l'uguaglianza e per la libertà, che non possono essere concetti vuoti,
ma hanno bisogno di riscontri concreti che si traducano in proposte
reali e percorribili, in grado di dare soluzione ai problemi posti dalla
disuguaglianza, dal malessere sociale, dall'assenza di libertà, dalla
mancanza di tutela dei diritti dei più deboli e disagiati. Una
Rifondazione della sinistra non solo è possibile, ma necessaria e
costituisce l'unica seria risposta alla destra che avanza, senza fare
distinzione tra destra democratica e compatibile e destra estrema,
perché la convivenza con i progetti politici che ambedue queste
componenti politiche sostengono, porta all'inevitabile inquinamento di
una gestione alternativa e credibile della società, in una direzione
egualitaria e di progresso sociale e da spazio a discriminazioni e
diseguaglianze sia economiche che sul piano dei diritti e delle libertà.
Insistere sui diritti e sull'uguaglianza
Perciò si impone la messa a punto di un nuovo contratto sociale che
tenga conto delle caratteristiche che l'Europa dei prossimi decenni
assumerà, un contratto sociale che tuteli i più deboli, che offra
opportunità ai giovani, che permetta un razionale utilizzo delle
risorse, un'economia solidale, una distribuzione della ricchezza equa,
nella consapevolezza che il percorso di vita presenta varie fasi che
richiedono il sostegno delle generazioni tra loro e che i più forti e
capaci aiutino e sostengano i più deboli e i più bisognosi.
In questa prospettiva la massima cura va dedicata all'accudimento ai
minori, all'istruzione dei giovani, prevedendo anche una formazione
permanente che possa consentire di meglio affrontare l'innovazione,
mentre la massima attenzione va dedicata al sistema di welfare per
permettere una distribuzione e quanto più paritaria possibile delle
risorse e il funzionamento di un sistema sanitario e solidaristico di
assistenza e cura che consenta di affrontare la disabilità e la malattia
senza essere condizionati e gravemente penalizzati dalle disponibilità
economiche, consentendo a tutti l'accesso alle cure e ai farmaci.
La cura per le persone non può prescindere da quella per l'ambiente il
cui deterioramento progressivo minaccia di rendere invivibili e
impraticabili aree e territori sempre più ampi, costringendo le
popolazioni alla migrazione e alla fuga, a fronte del ridursi delle
possibilità di vita sul territorio. Si tratta di sviluppare una
strategia per realizzare un programma immenso che coinvolga tutti i
popoli della terra all'insegna di un nuovo inevitabile e necessario
internazionalismo, caratterizzato dalla solidarietà tra i popoli.
G.C.
https://www.ucadi.org/2024/06/30/tra-vecchia-e-nuova-destra/
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