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(it) Italy, UCADI #186 - La fine dei giochi (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 26 Jul 2024 07:31:21 +0300
Sembra di capire che l'insieme di questa tornata elettorale segni
l'inizio della fine di un idillio di lunga durata tra la destra al
governo e il paese. Il dato confortante è che i consensi al maggiore
partito della coalizione al governo sono diminuiti in valore assoluto di
600 mila voti, anche se aumentati in valore relativo. Si tratta di
verificare se questa disaffezione è dovuta al particolare tipo di
elezione, quella per il Parlamento europeo, oppure riguarda l'insieme
dei comportamenti elettorali e di capire in che modo ciò che è avvenuto
si interconnette con la partecipazione al voto.
Anche se si è votato alle amministrative solo in una parte del paese,
sembrerebbe di capire che il parziale recupero della disaffezione dalla
partecipazione alla gestione delle istituzioni riguarda le attività
concrete di amministrazione degli interessi pubblici.
La crescita complessiva al voto amministrativo sembrerebbe segnalare un
bisogno di concretezza in un paese finalmente costretto a fare i conti
con un degrado progressivo del tenore di vita, fino a ora nascosto dal
sommesso, dal non detto, dai redditi illeciti, frutto di una illegalità
diffusa. I comportamenti omertosi, omissivi, e le furbizie e i piccoli,
ma i tanti reati, le illegalità palesi che seminano disuguaglianza,
soprattutto nei confronti dei più deboli, non supportano più il peso
delle distorsioni di sistema che l'insistenza di una politica economica,
di una politica fiscale progressiva, di una politica sociale e
soprattutto il peso economico della guerra a impongono al paese.
In altre parole in silenzio sul fatto che il piccolo imprenditore
inquini, che lasci i rifiuti della ristrutturazione edilizia fatta a
nero nelle strade di campagna ad avvelenare i campi e l'aria, la
possibilità di continuare a fare i miei piccoli abusi edilizi; il fatto
che paghi al nero il mio lavoro, così eviti di pagare le tasse e
riuscendo a raggranellare qualche sussidio, non compensa più il degrado
generale delle relazioni sociali e non risolve i problemi di
sostentamento propri e quelli della famiglia, non dà prospettive e
possibilità di un'emancipazione futura, anche se lontana: si comincia a
sentire il bisogno di qualcos'altro.
Inizia forse cosi il percorso di interrogazione di ognuno di noi, posto
di fronte all'assenza di prospettive per sé e per i propri familiari,
per quelli che stanno intorno, per la comunità nella quale ognuno di noi
è immerso, suo malgrado.
Si tratta di un percorso lungo e faticoso, di una strada accidentata da
percorrere. la riscoperta della responsabilità e della politica è una
scelta faticosa, ma bisogna pur iniziare a camminare per dirigersi verso
una meta.
I successi del governo
Dopo un anno e mezzo di governo nel quale la destra ha amministrato
l'esistente, sulla scia della politica economica impostata dal governo
Draghi, ovvero dal governo di un tecnocrate espressione delle élite
della burocrazia europea e internazionale, che questo governo tanto dice
di combattere e di odiare, i nodi arrivano al pettine, e gli effetti
negativi do questa gestione del potere alla giornata dovrebbero essere
arginati dai successi in politica estera che sono tali più sulla carta e
nell'immaginario collettivo, opportunamente alimentato dalla stampa
prezzolata, che nei fatti.
E qui viene in evidenza una delle caratteristiche dell'esercizio del
potere: disporre di buona stampa. Per raggiungere questo risultato il
governo ha occupato la televisione pubblica e ha utilizzato a man bassa
una schiena di pennivendoli e gli organi di stampa gestiti da tre
serpenti, Sechi, Sallusti e Senaldi, i quali affiancati e sostenuti da
una schiera di aggressivi idioti ed oche giulive, martellano l'opinione
pubblica dalla carta stampata alle reti televisive.
costruendo una narrazione che descrive una leader splendente e
trionfante, il cui valore sarebbe riconosciuto a livello internazionale,
un paese che ha evitato il disastro e marcia verso le migliori
performance economiche e sociali, dove l'economia cresce, ricchezza e
benessere aumentano, le sorti progressive della nazione vanno verso le
migliori prospettive. Questa narrazione è falsa e fallace, prova ne sia
che l'attivismo frenetico della premier in politica estera è più di
immagine che di sostanza, perché nel concreto ella non riesce ad
inserirsi nel gioco europeo e internazionale, messa ai margini da una
politica ad escludendum verso i fascisti vecchi e nuovi, attuata non
perché tali, ma perché caratterizzati da politiche fragili e inesistenti
dal punto di vista economico e sociale.
Questo aspetto della politica del governo italiano diverrà palese nei
prossimi mesi, ora che è stata aperta la bilancio, ai quali si vanno ad
aggiungere 15 miliardi che dovranno andare a finanziare il mantenimento
in vigore per un anno del cuneo fiscale. Per finanziare tutto questo non
basteranno le privatizzazioni e la svendita di almeno una parte degli
ultimi gioielli di famiglia, perché occorrerà ricorrere ad una stretta
fiscale e, vista la reticenza del governo a tassare i ricchi, si
procederà a tagli selettivi per categorie, nella piena applicazione del
corporativismo sociale, e ciò non potrà che produrre divisioni e
contrapposizioni tra le persone investite dai provvedimenti. In altre
parole la bonaccia sociale assicurata dagli effetti della politica
economica impostata da Draghi sono giunti alla fine.
Il prezzo delle disuguaglianze
Il prezzo delle disuguaglianze è diventato sempre maggiore, ma il
sistema può reggere anche quando la crisi riguarda non solo alcuni, ma
anche una grande parte della società, perché i poveri possono essere
repressi, tenuti al loro posto dalle forze di polizia e dai ricatti
sociali, ma quando i salari sono così bassi da mettere a rischio le
possibilità di sussistenza e quando, anche lavorando, il salario è così
povero da non permetterti di vivere, allora si rende necessaria una
risposta e questo perché l'economia di un paese non può reggersi
esclusivamente sul dumping del costo del lavoro, ha bisogno di politiche
economiche di sviluppo, di un progetto industriale, di innovazione
tecnologica, di un ruolo e funzione per l'agricoltura e la produzione
alimentare, così importante per un paese come il nostro.
Su questi piani il governo è totalmente assente, è imprigionato dalle
sue scelte deologiche, non può cedere sul salario minimo, sulla
politica salariale, non può venire a patti con le formazioni sociali,
con le organizzazioni sindacali, non può cedere sul piano dei diritti,
delle garanzie, delle tutele che sono così assenti, soprattutto di
fronte ad un paese sempre più scioccato dalle continue morti sul lavoro,
orribili, tragiche, crudeli, come quelle avvenute in questi giorni
ampiamente dimostrano, dove nessun rispetto vi è per la vita umana. Di
fronte a quanto sta avvenendo non basta più dire che ci sono lavoratori
e lavoratrici di classe A e schiavi sui corpi dei quali è possibile
passare con un trattore come
risucchiandoli in una macchina o ustionandoli con una colata di acciaio
o alluminio fuso.
Sembrerebbe strano da affermare, ma il governo è consapevole di ciò e,
non a caso, mette in campo iniziative di distrazione di massa, come la
riforma della giustizia, l'attuazione dell'autonomia differenziata,
quella del premierato, per distogliere verso obiettivi istituzionali
l'attenzione del paese, dei partiti, dell'elettorato, facendone
argomenti di una competizione politica trasformata in scontro fra
tifoserie, tra destra e sinistra, condito con un bel po' di fascismo
dilagante che, offendendo la sensibilità di molti, diviene utile
anch'esso come arma di distrazione di massa, pur costituendo un problema
molto serio.
Forse sono questi fatti a sollecitare l'elettorato, che divenuto
consapevole di quanto sta avvenendo, cerca di vincere lo schifo, il
ribrezzo, il rifiuto della compromissione in politica, per cui il
dedicarsi alla gestione della cosa pubblica non diventa solo un dovere
morale, ma una necessità di sopravvivenza.
Un programma per l'alternativa
Anche se la prima reazione della destra al successo elettorale della
sinistra alle amministrative è stata quella di indurre il presidente del
Senato a dichiarare che bisogna cambiare la legge elettorale che
avvantaggia la sinistra essa deve guardare al suo programma e alle sue
proposte. Poiché il problema fondamentale è quello di trovare le risorse
necessarie alle tante cose da fare, e far cessare la guerra ed evitare
il riarmo, non è solo un problema etico, ma economico e politico. C'è
infatti da affrontare prioritariamente la questione salariale,
provvedendo ad un'effettiva tutela del lavoro, ponendo fine in modo
deciso alle morti sul lavoro, al lavoro nero e precario, ai salari che
non sono sufficienti a vivere pur lavorando. Occorre intervenire sul
mercato del lavoro ,regolamentando l'emigrazione. La soluzione di questi
problemi si lega indissolubilmente con quello della tutela della salute
e quindi di un rafforzamento urgente del sistema sanitario per evitare
che uno dei beni più preziosi dei quali il paese dispone venga dissolto.
Intervenire su questi aspetti prioritari della politica del paese
significa rivolgere parallelamente l'attenzione alla formazione,
impedendo il degrado della scuola, sconfiggendo il trionfo
dell'ignoranza di improbabili ministri che hanno fatto di questo
ministero un feudo per imbecilli, incapaci e persone prive di cultura,
che si barricano dietro la valorizzazione del merito. Ma il paese ha
anche altri problemi urgenti come quello dell'assistenza ai minori, di
provvedimenti effettivi di carattere economico e strutturale a favore
della natalità, che al tempo stesso abbiano effetti positivi sulla
realizzazione professionale e umana delle donne, sulle quali oggi ricade
l'attività di assistenza e cura, di
fronte ad un welfare sempre più scadente e assente. Non si possono
lasciare a se stesse le fasce più deboli come quelle degli anziani che
costituiscono oggi la parte più numerosa della popolazione, che vanno
sostenuti non solo a livello pensionistico, ma anche di accudienza e di
ruolo sociale.
Il programma con il quale la sinistra deve riproporsi all'attenzione del
paese e recuperare il suo consenso deve caratterizzarsi per la sua
credibilità, per la sua percorribilità economica, per il suo ruolo di
redistribuzione della ricchezza e del benessere sociale, per politiche
di coesione che ricostruiscano il tessuto solidaristico del paese. Solo
in questo modo l'attacco alla Repubblica che è nel programma della
premier attraverso le sue riforme istituzionali potrà essere affrontato
e sconfitto.
La Redazione
https://www.ucadi.org/2024/06/30/la-fine-dei-giochi/
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