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(it) Italy, FAI, Umanita Nova: Riflessioni sulla convivenza con il territorio -- Partendo dall'Area Flegrea (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Thu, 25 Jul 2024 08:38:06 +0300
Da anarchic*, l'utopia e l'"idealismo" non sono sconnessi dalla realtà
delle cose e dei percorsi di prassi. Il punto che tento di porre
riguarda l'ecologia sociale di Murray Bookchin e la prefigurazione
politica e sociale di Errico Malatesta, due filosofi a cui sono molto
legata, in connessione alla situazione geopolitica dei Campi Flegrei e
di tutto il napoletano. ---- La Bellissima Idea, come noi la chiamiamo,
nell'immaginario anarchico, è un simbolo e obbiettivo che ci si è
prefissat* verso il quale muoverci magari senza mai raggiungere
pienamente, poiché non si smette mai di imparare ed evolvere. Tale
concetto ci serve, come una sorta di kantiano ideale regolativo, per
stabilire una base ideologica su come affrontare direttamente la
questione o quanto meno su come rapportarci con essa in linea generale.
Il bradisismo di tutta l'area flegrea (di cui non dimentichiamoci Napoli
fa parte) è un problema, in forza delle condizioni materiali che durano
da millenni, per cui ci sono a mio avviso solo due soluzioni: o ce ne
andiamo tutt* - ma da quasi tutta l'Italia in questo caso considerando
gli sciami sismici degli ultimi decenni e la condizione geologica
dell'intera penisola - o impariamo a conviverci come si fa in luoghi
come il Giappone, Islanda, Hawaii e via dicendo.
Ora quando parlo di "convivenza" mi riferisco ad una interazione di
ecologia sociale, di connessione socioculturale, politica e di
"usufrutto complementare" con la propria casa, il proprio quartiere,
città e regione bio-culturale. A partire da noi del Gruppo
Mastrogiovanni di Napoli che ci troviamo ora a vivere in prima persona
il problema dobbiamo implementare una struttura di empatia con il
territorio di cui facciamo parte, se vogliamo farne parte - e questo
vale per tutt* coloro che vogliono avere con esso una interazione sana,
che non riproduca lo sfruttamento gerarchico degli individui su gli altri.
Per quanto detesti abbastanza Pasolini, su alcune cose aveva ragione:
una fra tutte che il popolo italiano è completamente spoliticizzato ed
in atrofia ideologica. E quando mi riferisco alla politica non parlo
della plutocrazia repubblichina della cosiddetta "democrazia
rappresentativa" ma a quella a cui Murray Bookchin si riferiva,
prendendo per esempio i sentori (purché labili) di democrazia diretta
nell'Atene antica, in altre parole il senso di coesione socioculturale
che si innesta nelle politiche quartierali e mutualistiche, la
mescolanza delle istanze di ognun* di noi con altr* e le loro situazioni
nel nostro territorio d'appartenenza. Questo non ha nulla a che vedere
con il Nazionalismo, poiché una "cultura" (invece che una "nazione") è
costituita dalle commistioni ed evoluzioni di chi la vive, non su basi
aleatorie di razzismo e binarismo patriarcale.
Tutto questo per dire: il Bradisismo e la prima o poi sicura eruzione
del Vesuvio sono parte integrale della nostra società, materialmente e
filosoficamente, tant'è che esse sono intrinseche nel nostro modo di
agire e rapportarci alla vita. La questione è che se dobbiamo viverci
insieme, dobbiamo innescare processi prefigurativi, di costruzione di
quello che il mondo della nostra società dovrebbe essere e non andare a
elemosinare la grazia della "governance", la quale se ne strafotte sia
per questioni strutturali, in quanto Stato Nazionalista e Capitalista,
sia perché del sud allo Stato Italiano non gliene è mai interessato nulla.
In quanto a "prefigurazione", intendo quella prassi che ci veda
costruire l'utopia di domani nello scheletro decadente dell'oggi, con le
pratiche e le indoli utopiche che dovrebbero essere la vera normalità
umana. La composizione pratica della nostra azione deve essere uno
sprone esperienziale ed educativo per il precariato, per le persone
queer, razzializzate e disabili, in modo tale che non saremo noi a
emanciparle ma saranno loro stesse a farlo nella spontaneità della
radicalizzazione autorganizzata, autogestita e soprattutto
intersezionalmente consapevole.
Quindi quello che noi del Mastrogiavanni esigiamo (e non chiediamo) è
che si inizi a trattare il bradisismo e il Vesuvio con il dovuto
rispetto. Nel senso che dobbiamo incentrare il tutto sul fatto che la
"guerra popolare infinita" (passatemi il termine un po' maoista) al
bradisismo debba essere continua e incessante.
1. Le case vanne messe in sicurezza, seriamente e subito, implementate
con tutti i crismi antisismici, come fanno nel resto del mondo.
2. Che alle persone sfollate sia garantito il fatto che potranno
ritornare alle loro case quando saranno sicure e che Monterusciello1 non
accada mai più.
3. C'è l'assoluto e immediato bisogno di una zona permanente di
sicurezza per le emergenze, lontana quanto debba esserlo, dove tutte
queste persone possano vivere dignitosamente con tutti i servizi, però
senza che ciò diventi un campo di concentramento e smistamento.
4. Degli affitti non ci interessa nulla, non dovrebbero esistere a
prescindere e, per lo più, chi affitta sono i soliti (veri) parassiti
che hanno affittato immobili che sapevano benissimo essere a rischio.
5. Tutto questo deve essere categoricamente controllato da noi abitanti,
noi dobbiamo sapere cosa succede in questi posti, avere le/i/? nostr*
espert* e i nostri criteri.
6. C'è il categorico bisogno di una rete di mutuo appoggio e mutuo
soccorso con le persone sfollate, con la formazione movimentistica di un
gruppo affine (se non anche in connessione ufficiale) alla struttura di
Food Not Bombs. Tale gruppo dovrebbe costituire sia una forma di
materiale supporto alla popolazione sia un fronte di attiva propaganda
anti-sistema e di consapevolezza intersezionale.
7. Dobbiamo organizzare manifestazioni permanenti verso i luoghi delle
istituzioni per esigere ciò che è congenito alla vita naturale di ognun*
di noi: pane, rose e libertà.
Mi capita spesso di pensare, a malincuore, che noi non riusciremo a
cambiare il mondo oggi ma vi dirò anche che ciò non significa che non
dobbiamo provarci e, anche a testate in faccia, continuare a spostare le
logiche che pervadono la nostra società sempre più a sinistra, finché
questo dannato binarismo, franco-borghese di destra e sinistra sia
frantumato e l'Anarchia diventi la raison d'être umana e transumana.
Mario Di Domenico
1Negli anni 1982-84 l'Area Flegrea vide un'intensa attività
bradisismica. A causa dei danni subiti dagli edifici di Pozzuoli per le
continue sollecitazioni sismiche, fu deciso di allontanare parte della
popolazione. Questi residenti furono ospitati nel nuovo quartiere di
Monterusciello, individuato come una zona più sicura. Fortunatamente,
non si verificò l'eruzione vulcanica che si era detta imminente e la
crisi bradisismica si concluse alla fine del 1984: ciononostante la
popolazione non fece ritorno nelle loro case.
https://umanitanova.org/riflessioni-sulla-convivenza-con-il-territorio/
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