|
A - I n f o s
|
|
a multi-lingual news service by, for, and about anarchists
**
News in all languages
Last 30 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Our
archives of old posts
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Catalan_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Francais_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkurkish_
The.Supplement
The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours
Links to indexes of first few lines of all posts
of past 30 days |
of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019 |
of 2020 |
of 2021 |
of 2022 |
of 2023 |
of 2024
Syndication Of A-Infos - including
RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups
(it) Italy, FAI, Umanita Nova: Inceppiamo la macchina della morte (Industria bellica) (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Tue, 23 Jul 2024 08:30:58 +0300
La macchina della morte è uno dei principali assi di crescita
dell'economia capitalista. Non si tratta di una scelta spontanea dettata
dal mercato, è piuttosto un indirizzo preciso delle istituzioni
politiche nazionali e internazionali. Per chiarire questo concetto,
riporto di seguito passi di relazioni e comunicati in merito alla
macchina della morte: l'industria bellica. ---- L'industria bellica è il
primo settore a cui rivolge l'attenzione Mario Draghi nella sua
relazione sulla competitività europea (aprile 2024) "Nel settore della
difesa, ..., la mancanza di scala sta ostacolando lo sviluppo della
capacità industriale europea, un problema riconosciuto nella recente
Strategia europea per l'industria della difesa. I primi cinque operatori
negli Stati Uniti rappresentano l'80% del suo mercato più ampio, mentre
in Europa ne costituiscono il 45%. Questa differenza deriva in gran
parte dal fatto che la spesa per la difesa dell'UE è frammentata. I
governi non appaltano molto insieme - gli appalti collaborativi
rappresentano meno del 20% della spesa - e non si concentrano abbastanza
sul nostro mercato: quasi l'80% degli appalti negli ultimi due anni
proviene da paesi extra-UE. Per soddisfare le nuove esigenze di difesa e
sicurezza, dobbiamo intensificare gli appalti congiunti, aumentare il
coordinamento della nostra spesa e l'interoperabilità delle nostre
attrezzature e ridurre sostanzialmente le nostre dipendenze internazionali."
La strategia europea per la difesa è stata presentata dalla Commissione
Europea nel marzo 2024. Lo scopo è garantire la preparazione industriale
nel settore della difesa nell'Unione europea attraverso una visione
chiara e a lungo termine. Il documento presentato dalla Commissione
Europea afferma che: "Dobbiamo disporre di sistemi e attrezzature di
difesa pronti quando sono necessari e nelle quantità necessarie.
La strategia definisce diverse nuove azioni finalizzate a:
incoraggiare i paesi dell'UE a investire di più, meglio, insieme e a
livello europeo, grazie a nuovi programmi per acquistare e collaborare
più facilmente in Europa.
rendere l'industria europea della difesa più forte, più reattiva e più
innovativa. Saranno adottate misure anche per sostenere la ricerca,
stimolare gli investimenti e lavorare su problemi inerenti alle catene
di approvvigionamento. In questo contesto aprirà a Kiev un ufficio per
l'innovazione nel settore della difesa.
finanziare le operazioni per approntare l'industria della difesa,
attraverso un nuovo programma europeo per l'industria della difesa da
1,5 miliardi di euro e discutendo le esigenze in materia di difesa per
il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE.
collaborare con partner di tutto il mondo - l'Ucraina ad esempio potrà
partecipare ai programmi dell'UE nel settore dell'industria della difesa."
Anche le considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia,
lette il 31 maggio 2024 all'assemblea dei soci della banca, si occupano
di industria bellica: "Politiche comuni sono necessarie nel campo
ambientale, della difesa, dell'immigrazione, della formazione, e in
altri ancora.
L'impegno finanziario sarà ingente: per le sole transizioni climatica e
digitale e per aumentare la spesa militare al 2 per cento del PIL, la
Commissione europea stima un fabbisogno di investimenti pubblici e
privati di oltre 800 miliardi ogni anno fino al 2030.
Perseguire un piano così vasto a livello nazionale comporterebbe
duplicazioni di spesa e la rinuncia alle economie di scala.
Incontrerebbe ostacoli nella capacità fiscale di più paesi, con il
rischio di compromettere la necessaria ampiezza dell'impegno e di
accentuare la frammentazione del mercato unico.
E poiché molti progetti riguardano beni pubblici comuni quali l'ambiente
e la sicurezza esterna, un ammontare di investimenti insufficiente
danneggerebbe tutti i paesi e tutti i cittadini dell'Unione.
È pertanto necessario, nell'interesse collettivo, realizzare iniziative
a livello europeo."
Il programma che si delinea è particolarmente complesso e si articola su
diversi piani: le scelte di bilancio pubbliche, la produzione e
distribuzione di armi, sistemi d'arma e munizioni, il che implica
interventi sulle infrastrutture e la logistica, il finanziamento cioè,
come dice Draghi in un altro passo della relazione citata, "del gap di
investimenti dovrà essere coperto da investimenti privati. L'UE dispone
di risparmi privati molto elevati, ma sono per lo più incanalati nei
depositi bancari e non finiscono per finanziare la crescita come
potrebbero in un mercato dei capitali più ampio. Questo è il motivo per
cui il progresso dell'Unione dei mercati dei capitali (UMC) è una parte
indispensabile della strategia complessiva per la competitività".
La lotta contro la macchina della morte quindi deve partire dagli
impianti produttivi e dai nodi della logistica sul territorio: un
movimento sta crescendo su questi temi, sia in generale contro la
produzione e il traffico di armi, sia in particolare contro singoli
aspetti come la logistica militare che sostiene l'aggressione israeliana
contro il popolo palestinese. Bisogna comunque rendersi conto che la
nostra lotta non è solo contro i traffici illegali verso stati in
guerra, è soprattutto lotta contro il nuovo modello di sviluppo legato
alla macchina della morte.
Fermare la macchina della morte non significa solo fermare la principale
causa delle guerre, significa costringere i governi a una diversa
politica di bilancio, che metta al centro i bisogni delle popolazioni e
non i profitti delle lobbies dell'industria bellica e dei circoli
militari. La lotta contro la povertà, per un reddito decente e per la
riduzione dell'orario di lavoro non potranno non trarre beneficio dalla
messa in discussione dei piani degli strateghi della morte.
In questa lotta chi è addetto alle produzioni di guerra ha un ruolo
importante. È importante che chi lavora si renda conto di che cosa
produce, e si organizzi e intervenga per cambiare queste produzioni, è
importante rendersi conto che oggi l'industria bellica è attraversata
dai processi di ristrutturazione, delocalizzazione ed esternalizzazione
come ogni altra industria; non è quindi più un rifugio sicuro. Tutto
questo è importante ma non è sufficiente.
È necessario che il movimento pacifista e antimilitarista nel suo
complesso si renda conto della centralità che ha oggi l'industria
bellica nei piani di morte dei governi, come lo hanno le operazioni di
bilancio e gli investimenti che la alimentano. È necessario che il
movimento pacifista ed antimilitarista si liberi da una sorta di
feticismo che vede la guerra nei suoi strumenti: anche in questo caso,
le cose finiscono per rappresentare le persone e le relazioni tra di
esse. La crescente minaccia di guerra si concretizza nella nuova base,
nelle produzioni di morte e nei traffici illegali, nella propaganda
militarista nelle scuole. Questi fenomeni sono il prodotto delle
relazioni di dominio che innervano questa società e generano la guerra,
relazioni garantite dal ruolo dei governi. Nonostante quello che ci
raccontano i pacifisti istituzionali, la macchina della morte in Italia
è prosperata all'ombra dell'articolo 11 e della costituzione "più bella
del mondo". A partire dai territori, a partire dalle fabbriche della
guerra e dai nodi della sua logistica, dobbiamo costruire una
mobilitazione generale contro i governi e i loro piani di morte.
Tiziano Antonelli
https://umanitanova.org/inceppiamo-la-macchina-della-mort/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
- Prev by Date:
(it) France, UCL AL #350 - Storia, 1924: Antifascismo bolscevico al Quinto Congresso dell'Internazionale Comunista (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
- Next by Date:
(it) France, Comunicato stampa dell'UCL: Iraq: operazione turca su larga scala contro la sinistra curda (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
A-Infos Information Center