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(it) France, UCL AL #350 - Antipatriarcato, islamofobia e sessismo di Stato: una legge discriminatoria che continua a far discutere (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sun, 21 Jul 2024 07:16:36 +0300
Nel 2004 è stata approvata una legge anti-velo, conosciuta come legge
sull'uso dei simboli religiosi a scuola. Vent'anni dopo dovremmo
celebrare questa legge che molti sostengono abbia finalità razziste?
---- Quest'anno ricorrono 20 anni da quando è stata promulgata la legge
del 2004 sull'uso dei simboli religiosi a scuola, non per ragioni di
laicità (la legge del 1905 è sufficientemente chiara sulla libertà di
culto), ma per stigmatizzare la popolazione musulmana. Ciò due anni dopo
la prima presenza dell'estrema destra al secondo turno delle elezioni
presidenziali.
Da allora, l'estrema destra ha continuato a crescere e la situazione sta
peggiorando. L'ultima circolare sul ritorno a scuola, una delle prime
misure adottate da Gabriel Attal dopo il suo insediamento, vieta l'abaya
negli istituti. Ogni decisione stigmatizza ulteriormente i musulmani in
Francia.
L'emancipazione degli studenti richiede indubbiamente un passo indietro
rispetto alle loro tradizioni familiari e religiose, ma questa legge non
raggiunge questo obiettivo. Un divieto brutale non ci permette di fare
un passo indietro o di emanciparci, ma aggiunge solo oppressione alle
persone che già la sperimentano ogni giorno, ed è un attacco al diritto
all'istruzione. La disparità di trattamento tra le diverse religioni è
evidente nell'ambiente educativo: esistono molti istituti religiosi
privati per altre religioni.
Oltre ad essere islamofobica, questa legge è sessista ed è una delle
tante ingiunzioni che le ragazze adolescenti ricevono sul modo di
vestirsi. Nessun outfit sembra davvero permettere loro di evitare il
controllo sul proprio corpo: quando non si tratta di rimproverare loro
abiti troppo corti, sono quelli troppo lunghi a diventare problematici.
Anche se l'emancipazione consisterebbe nel lasciarli scegliere in modo
informato, questa legge è fuori questione.
Nelle aule docenti è molto difficile affrontare l'argomento. La
stragrande maggioranza degli insegnanti è infatti favorevole a questa
legge (più del 90% secondo alcuni sondaggi[1]).
Una posizione "contro" necessaria ma difficile da ottenere
Anche tra gli iscritti al sindacato ci troviamo presto di fronte ad
argomenti del tipo "se lasciamo il velo, allora...", con diverse
possibili variazioni sulla catastrofe che poi si verificherà. La
continua propaganda dell'estrema destra nei media e nei social network
ha purtroppo una certa efficacia quando riaccende conflitti o crea
polemiche.
Su questo tema i sindacati degli insegnanti tacciono per lo più, ma si
registrano progressi tardivi e timidi: recentemente la federazione
educativa SUD si è distinta per chiederne l'abrogazione. Questa
decisione è stata oggetto di difficili dibattiti interni e di alcune
deviazioni; Ciò appare tuttavia utile in considerazione delle
drammatiche conseguenze della legge sulla vita quotidiana degli studenti
interessati. Le opinioni espresse dai più giovani su questa legge danno
più speranza: un sondaggio[2]mostra che il 52% degli studenti delle
scuole superiori è contrario a questa legge, il che suggerisce che un
cambiamento è possibile a lungo termine.
Resta ancora da fare un profondo lavoro sindacale e politico: appare
necessario mobilitarsi in maniera massiccia contro questa legge che dà
libero sfogo alla discriminazione quotidiana, e contro tutte quelle
dello stesso tenore già promulgate o che lo saranno presto.
Insegnanti attivisti dell'UCL
convalidare
[1]"Insegnanti, laicità e posto delle religioni nella scuola", Ifop.com
[2]«"Diritto alla blasfemia", laicità, libertà di istruzione... Gli
studenti delle scuole superiori di oggi sono "Paty"?», Ifop.com
https://www.unioncommunistelibertaire.org/?Islamophobie-et-sexisme-d-Etat-Une-loi-discriminante-qui-continue-de-provoquer
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