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(it) Comunicato Filiarmonici: A proposito dei sequestri [di cose e di persone]
Date
Fri, 27 May 2005 11:09:04 +0200 (CEST)
Nell'ambito dell'ultima operazione repressiva ai danni di compagni
anarchici la Polizia di Stato su disposizione delle Procure di Roma e
Bologna ha proceduto al sequestro della pagina di Croce Nera Anarchica
contenuta nel sito web Filiarmonici.
Poco ci interessa recriminare sul sequestro telematico, né esprimere una
vuota solidarietà a parole alle compagne e ai compagni incappati in
questa occasione nelle maglie della giustizia; Filiarmonici é un sito che
si propone di documentare in quale capillare maniera e in quale
sconvolgente misura, la società presente, mondiale, non soltanto
italiana, si sia convertita in una galera; e di come gli istituti
repressivi tradizionali, galere, tribunali, manicomi, siano per
conseguenza i pilastri materiali e i momenti maggiormente sociali e
socializzanti di questa società del carcere.
Per questo motivo era apparso coerente e quasi naturale che vi fosse
ospitata un'iniziativa quale Crocenera Anarchica che aveva i fini che ora
la Polizia di Stato impedisce di vedere col proprio intervento (vedi
http://www.filiarmonici.org/crocenera.html) ma che di sicuro in rete e
fuori saranno reperibili e conoscibili in mille altri luoghi, rendendo
inutile l'azione di chi pretende di arrestare la libertà piazzando qua e
là qualche velatino con lo stemma della repubblica. Era naturale che
fosse lasciato a Crocenera questo spazio, così come avevamo dichiarato, e
qui lo ribadiamo, di essere disponibili ad offrirlo ad altre analoghe
iniziative particolari contro le carceri sociali e contro la società del
carcere. Muovendo dall'analisi dell'esistente che sta a fondamento del
progetto Filiarmonici, naturalmente non possiamo fingere stupore per
un'inchiesta giudiziaria che pare la replica, appena ripitturata di altre
precedenti simili inchieste, spentesi nel nulla dopo avere distribuito a
pioggia galera, confino, e così via. Anche questa volta, si direbbe che
l'attitudine sia la solita, fondata sul ragionamento per cui visto che
pochi solamente dicono ad alta voce che la rivoluzione é opportuna,
necessaria, urgente, attuale, questi pochi non possono non avere a che
fare con chi, magari nei loro medesimi luoghi di residenza, attentano più
o meno efficacemente a qualche manifestazione dell'oppressione, delle
moltissime che d'ogni parte ci accerchiano.
Un impianto al tempo stesso totalitario e del tutto interno ai
meccanismi democratici del consenso obbligatorio, dove la reale
speranza è quella solita delle procure nazionali: a furia di ricattare e
di minacciare, prima o poi salterà pure fuori qualche bravo pentito a
dire ciò che occorre che venga detto, che la rivoluzione é impossibile, e
che i rivoluzionari sono quattro gatti, già noti e identificati e
assicurati alla giustizia. Dalle parole scritte, e dalle parole auscultate
nell'oscurità si deducono le azioni; la libertà di parola, e per chi vede
come è ridotto il mondo non è di sicuro una sorpresa, è precisamente un
orwelliano capovolgimento, uno dei tanti come forze dell'ordine,
ministero dell'istruzione, della salute, della protezione civile e via
esprimendosi nella neolingua della sottomissione e della passività.
Viceversa noi riaffermiamo qui, per confermarci nella passione in cui in
così tanti siamo animati, per ammonire coloro i quali coltivano ancora
illusioni sulle possibilità di salvezza di questa società decomposta e
patogena, per esprimere il nostro imperituro disgusto verso coloro che
hanno scelto di dedicare le parvenze di vita in cui si spengono al
servizio dell'oppressione reciproca, che non esiste libertà di parola che
non sia, per ciò stesso, eversiva di qualsiasi società fondata
sull'oblio, sul silenzio, sulla parola serva, sull'alienazione religiosa,
familiare, nazionale. Noi affermiamo che finché vi sarà una sola donna o
un solo uomo libero, la sua parola sarà nel suo contenuto e più ancora,
nella sua stessa esistenza, eversiva di ogni ordine coatto. E che finché
qualcuno parlerà sarà per dire questo, in mille luoghi e in mille lingue:
che impedire alla parola di farsi udire, con sequestri e condanne, é solo
una pretesa impotente e fallimentare di un sistema così evanescente e
falsificato da non potersi più permettere nemmeno quella finzione che
dovrebbe giustificarlo agli occhi degli obnubilati. Si levino da ogni
parte le libere voci, si riflettano dovunque dentro e fuori le reti
informatiche e si affrettino nel contempo i servi a dismettere la loro
attività a baluardo di una società menzognera e postuma, dove a ciascuno
si vorrebbe imporre di essere poliziotto a se stesso e al vicino, e del
vicino e di se stesso prigioniero.
La migliore forma per esprimere ciò che sentiamo ci sembra in questo
momento quella di ribadire il motto su cui il progetto Filiarmonici è
nato e continua a esistere: PER UN MONDO SENZA GALERE.
Con queste semplici parole ci siamo in passato incontrati con i compagni
arrestati. Attorno a queste semplici parole abbiamo nel tempo
incrociato tante altre persone ed esperienze. Dietro a queste parole si
riconoscono oggi come ieri tante altre persone, ben al di là delle nostre
conoscenze e amicizie.
Non saranno arresti, perquisizioni e sequestri a spengere l'idea di un
mondo senza galere.
Filiarmonici - per un mondo senza galere, 27 maggio 2005
--
http://www.filiarmonici.org - per un mondo senza galere
Da: Filiarmonici <filiarmonici@ecn.org>
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