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(it) La Spezia: corteo nel trentennale del golpe in Cile
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Fri, 12 Sep 2003 13:50:04 +0200 (CEST)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
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Eravamo in tanti a La Spezia il 6 settembre. Lo striscione rosso
e nero del "Comitato Lavoratori Cileni in esilio" apriva la
manifestazione. La scritta "11 settembre 1973 - 11 settembre
2003: trent’anni di terrorismo degli stati" ricordava a tutti
che non si trattava solo di una giornata della memoria ma di un
momento di una lotta che dura da trent’anni.
La Spezia: corteo nel trentennale del golpe in Cile
Una manifestazione desaparecida
Una selva di bandiere rosse e nere, lo striscione del
Coordinamento anarchico ligure e piemontese "padroni di nulla,
servi di nessuno all’arrembaggio del futuro" apriva il folto
spezzone degli anarchici che, accogliendo la proposta dei
compagni cileni esiliati, hanno voluto fare di
quest’anniversario un’occasione di lotta e di denuncia.
Si è trattato di ribadire un percorso di radicalità e
radicamento: per questo nello stesso giorno in cui a Londra
iniziava la settimana di contestazioni del DSEi, la più grande
fiera bellica d’Europa, si è manifestato in una città come La
Spezia il cui territorio è pesantemente marcato dalla presenza
ossessiva dei militari. Alla gente che affollava le strade del
centro, per le quali si è dipanato il corteo, si è ricordato che
l’Italia è in guerra, che militari italiani sono impegnati in
Iraq e Afganistan, che le risorse sottratte alla scuola, agli
ospedali, ai trasporti pubblici sono utilizzate per missioni di
morte all’estero.
Nel giorno della riunione interministeriale dell’UE a Riva del
Garda, in preparazione del round negoziale del WTO, si è
ribadito che la sanità, l’istruzione, l’acqua non sono in
vendita, che non sono merci ma beni preziosi che vanno condivisi
con tutti.
A La Spezia si è espresso un forte rifiuto del mercato delle
nostre vite, della militarizzazione dei territori e delle
coscienze nella consapevolezza che l’opposizione alla guerra, al
capitalismo ed ai mercanti di morte parte dai posti dove viviamo
ogni giorno.
Gli esuli cileni hanno voluto ricordare che il Cile odierno,
quello "democratico", continua a perseguitare gli oppositori
mentre garantisce l’impunità ai militari torturatori ed
assassini.
Il territorio mapuche è soggetto al controllo dell’esercito che
vi attua una dura repressione. In solidarietà con i mapuche un
gruppo di compagni hanno aperto uno striscione davanti ad un
negozio Benetton, per ricordare le gravi responsabilità della
multinazionale italiana nella predazione degli indigeni.
La manifestazione si è conclusa di fronte al centro Allende. Lì,
dopo un’intensa performance di Salvatore, in cui il dramma del
popolo cileno si è riproposto con intensità a noi tutti, è stata
apposta una targa in marmo dedicata al militante del MIR Ivan
Monti Cordero, desaparecido di origine spezzina. Nonostante sia
il Comune sia Rifondazione si opponessero all’iniziativa, i
compagni hanno ugualmente murato la targa su una parete esterna
del centro Allende. Poi, mentre i compagni di "Cibo non bombe"
distribuivano cibi e bevande, si sono susseguiti i diversi
interventi. Ha esordito Alfonso della FAI, che ha ripercorso
questi trent’anni di repressione e lotta, è poi intervenuta una
compagna dell’Assemblea antimilitarista che si è soffermata
sulla natura terroristica degli stati, dopo si sono susseguiti i
diversi esponenti dei gruppi ed associazioni che avevano aderito
alla manifestazione. Ha concluso Urbano del Comitato lavoratori
cileni in esilio che, dopo una vigorosa denuncia del
boicottaggio dell’amministrazione locale e del PRC, ha letto i
nomi dei numerosi cileni di origine italiana che hanno trovato
la morte sotto la dittatura di Pinochet.
I media, di governo e di opposizione, hanno ignorato
un’iniziativa troppo scomoda, perché non venisse la tentazione
di farla scomparire, di renderla desaparecida.
Sul marmo, che il Comitato lavoratori cileni in esilio e gli
anarchici hanno dedicato a Ivan Monti Cordero ed a tutte le
vittime della violenza degli stati, campeggia una figura umana
appena stilizzata, appena un’ombra, quella di un desaparecido,
che regge una bandiera rossa e nera. In alto la scritta "chi non
ha memoria non ha futuro". In tanti a La Spezia hanno voluto che
la memoria di ieri si ravvivasse nelle lotte di oggi.
Eleonora
www.ecn.org/uenne
[foto della manifestazione a
http://italy.indymedia.org/news/2003/09/372499.php]
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