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(it) Umanità Nova n.27: Un pizzico d'anarchia in Arberia

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Date Thu, 11 Sep 2003 10:38:20 +0200 (CEST)


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Da "Umanità Nova" n. 27 del 7 settembre 2003

Un pizzico d'anarchia in Arberia: La tre giorni municipalista di
Spezzano Albanese

Spezzano Albanese rappresenta indubbiamente la cornice ideale
per un incontro sull'autogoverno: in questa cittadina nel cuore
della provincia di Cosenza l'ormai decennale esperienza della
Federazione Municipale di base rappresenta un punto di
riferimento importante non solo in Italia ma anche all'estero. A
Spezzano infatti si sta sperimentando, pur nella difficoltà di
agire in un ambito che liberato non è, un municipalismo
extraistituzionale capace di incidere attivamente e
positivamente nella vita politica, economica e sociale del
paese.

Dal 21 al 24 agosto si è tenuto a Spezzano, Spixana
nell'arberesch parlato da una comunità dalle origini albanesi
come molte in quest'angolo del cosentino, "Oltre Porto Alegre…
idee, sperimentazioni e pratiche di autogoverno". Tre giorni di
vivace dibattito, scambio di esperienze, confronto sulle
possibilità ed i limiti dell'agire municipalista all'insegna
dello slogan "Fuori dal recinto gerarchico una società altra è
possibile".

Negli ultimi anni mi è capitato di passare da Spezzano per
iniziative politiche, culturali o di festa o anche per il
semplice piacere di incontrare i compagni di lì ed ogni volta la
realtà che ho incontrato non ha mancato di stupirmi. Il racconto
delle lotte, delle iniziative, della capacità di coinvolgimento
di sempre più ampi strati della popolazione di un gruppo di
anarchici che dopo un ventennio di lotte anche aspre e
difficili, ha dato vita ad un'esperienza di carattere
municipalista radicale.

Spezzano è adagiata su una collina tra i monti del Pollino e la
piana di Sibari: giungendo, dopo gli ampi curvoni che vi si
arrampicano, alla via nazionale subito abbiamo l'impatto con le
bandiere rosse e nere dell'FMB che pavesano il comune, nella cui
sala delle assemblee si tiene il convegno. Sulla strada gli
striscioni che annunciano l'incontro sul comunalismo e quelli
della festa "Spezzano è..." giunta quest'anno alla sua seconda
edizione. Quest'ultima ai nostri occhi disattenti appare come
una delle tante sagre paesane che costellano l'agosto di un sud
in cui il ritorno estivo dei migranti condensa nei paesi molta
più gente del solito. "Spezzano è..." naturalmente rappresenta
"anche" questo ma non solo. I primi indizi di un qualcosa di
differente si colgono sin dallo slogan che accompagna la
manifestazione "non festa ma progetto comunitario" e dai
manifesti di presentazione dove oltre al comitato popolare che
la organizza non compaiono come di consueto in questi casi i
simboli dell'amministrazione comunale, quelli di banche o
imprese sponsor.

Capiremo presto che qui anche la festa del paese è entrata e far
parte del percorso municipalista: avocata a se da un comitato
popolare che l'ha autorganizzata dal basso, nei quartieri del
paese mirando ad un coinvolgimento diretto degli abitanti. Sin
dalla prima sera constatiamo che l'intera Spezzano vi prende
parte: decine di banchetti si susseguono lungo la via nazionale,
una mostra di quadri è stata collocata nei locali della scuola
elementare, vi è distribuzione gratuita di cibi. Dal palco
collocato dinanzi alle elementari sentiamo le note di canzoni
anarchiche quali il "Galeone" o la versione italiana di "Mano
alla bomba". Sulla strada passano gruppi musicali che eseguono
motivi della tradizione popolare attraversando il paese suonando
e fermandosi nelle piazze e negli incroci. Al banchetto dell'FMB
i compagni ci raccontano come l'autorganizzazione sia riuscita a
prevalere anche nell'organizzazione della festa: ci parlano
dell'incontro riuscito tra realtà diverse. La realtà libertaria
dell'FMB, l'associazione commercianti ed artigiani, gli artisti
e i produttori della zona si sono uniti in un comitato popolare
per dar vita ad un evento senza padrini, padroni o sponsor. Sul
banchetto dei compagni viene distribuito un opuscolo sull'FMB in
cui vengono tratteggiati il percorso pratico e l'ambito teorico
in cui si colloca l'esperienza spezzanese.

Il giorno successivo, l'incontro sul municipalismo entra nel
vivo coinvolgendo numerosi compagni e compagne e dando vita ad
un dibattito partecipato e vivace. L'asse portante del confronto
è la divaricazione tra l'esperienza comunalista di segno
libertario e, quindi, autogestionario ed extraistituzionale, e
le proposte di democrazia partecipativa che vedono in Porto
Alegre il loro emblema. Emerge in maniera chiara la valutazione
positiva dei movimenti di controglobalizzazione dal basso che in
questi anni sono stati capaci di coinvolgere migliaia e migliaia
di persone in un progetto che a nord come a sud del mondo si è
articolato in momenti di conflitto ma anche in capacità di
elaborazione e costruzione di frammenti di un mondo altro. Nel
contempo netta è la critica a quanti pretendono di riportare i
movimenti in un ambito di compatibilità istituzionale,
considerando riformabile l'universo di diseguaglianza,
oppressione, guerra in cui siamo obbligati a vivere. In
particolare per quanto concerne la tematica municipalista
serrata è stata la critica nei confronti di quanti ritengono
possibile riallineare gli stati lungo i binari di una democrazia
dal basso che non ne metta in discussione l'esistenza e, quindi,
l'essenza gerarchica. D'altro canto, forieri di mero consenso
nei confronti dell'istituito sono apparsi i percorsi di quanti
propugnano un "capitalismo dal volto umano". Molto difficile è
dar conto della complessità del discorso in cui si sono
incontrate e confrontate sensibilità e sfumature diverse che,
potranno trovare ulteriori momenti di approfondimento.

In serata ci siamo spostati in un'altra zona del paese in cui
proseguiva la festa, itinerante per i vari quartieri in modo da
realizzare un più compiuto coinvolgimento della popolazione e
culminata nel concerto molto seguito ed apprezzato di Claudio
Lolli. In precedenza su di una pubblica piazza si è tenuta
un'assemblea sui prodotti tipici in cui la salvaguardia
dall'omologazione passa attraverso la valorizzazione del
prodotto locale.

Il giorno successivo protagoniste dell'incontro sono state le
varie esperienze concrete di autorganizzazione territoriale e
comunalista. Si è andati dal lavoro di cooperazione svolto in
Chiapas dall'USI sanità a quello effettuato nella stessa area
dai compagni di Saragozza. Sul piano più specificamente
comunalista il lavoro di quartiere nella città di Besançon
descritto da Marisa si è ricollegato al racconto fatto in
conclusione della sessione precedente dalla compagna Nieves
dell'Associazione dei vicini del quartiere Las Fuentes di
Saragozza. Numerose inoltre le esperienze locali da quella di S.
Biagio Platani nell'agrigentino alla stessa Federazione
Municipale di Base di Spezzano spaziando dalle lotte per la
difesa dell'ambiente e del territorio come quella contro il
progetto di ponte sullo stretto di Messina a chi come Urupia
costruisce una comune libertaria. Interessante la constatazione
che, lungo un percorso ideale simile si siano sviluppate sia
iniziative in piccole località sia in ambiti urbani più ampi e,
apparentemente, meno permeabili ad una dimensione che,
parafrasando lo slogan della "festa" di Spezzano possiamo
definire di "progetto comunitario".

La conclusione dei lavori è stata anticipata alla serata del
sabato per consentire una piena partecipazione ai tanti che il
giorno successivo dovevano partire. Dopo un lavoro di
commissione è stato stilato un lungo documento conclusivo, dove,
oltre una prima provvisoria sintesi dei lavori, sono stati
assunti alcuni impegni concreti di coordinamento delle
iniziative comunaliste, di "censimento" delle esperienze della
seconda metà del Novecento, di approfondimento teorico. Nell'FMB
di Spezzano si è altresì individuato "un punto di riferimento
concreto per un agire comunalista che sappia coniugare buon
senso e utopia, effettualità nel "qui ed ora" e progettualità
rivoluzionaria".

L'assemblea si è conclusa con le note, intonate da Donato e
Nieves, di "Figli dell'officina" e "Hijos del pueblo".

In serata, tra i banchetti della festa, mentre la piazza si
animava tra tarantelle la distribuzione gratuita di pasta,
ancora una volta, in questo scampolo di terra tra Sibari e il
Pollino, ho gustato un po' del sapore dolce e aspro della
libertà, un pizzichino di anarchia.

Eufelia

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