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(it) Alternativa Libertaria - ott.03: Non servono i cannoni sulle spiagge... basta la bossi-fini!
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Sat, 11 Oct 2003 10:16:00 +0200 (CEST)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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Da: FdCA <fdca@fdca.it>
La Bossi-Fini è più di una guerra sulle spiagge contro le
zattere dei derelitti, è sinonimo di emarginazione e povertà,
esclusione e sfruttamento, le frontiere diventano sempre più
invalicabili e lontane.
I migranti e le migranti che vogliono vivere in Italia, e in
Europa, si trovano ad affrontare un'infinità di problemi:
impossibilità di ottenere il permesso di soggiorno,
impossibilità di trovare un lavoro in regola, impossibilità di
avere come diritto fondamentale l'asilo politico, di fatti non
esiste un regolamento chiaro per darlo e con questa nuova legge
killer sarà sempre più difficile.
Impronte digitali per tutti e tutte, criminalizzazione
mediatica, repressione poliziesca, rimpatri senza nessuna
ragione, quote di vita decise a tavolino da ministeri grassi e
in odor di camicia nera, morti silenziose e nascoste tra le
acque del mare, inesistenze forzate dentro i CPT.
Le carceri si affollano di povera gente in cerca di fortuna
colpevoli di non avere nulla e di non trovare nulla, le strade
si riempiono di donne schiave dei clan mafiosi che le
costringono a vendersi per un mercato, quello sessuale, che va
allargandosi sempre più.
Gli immigrati e le immigrate sono fantasmi dentro le città,
hanno una sorta di peccato originale per la società in generale,
colpevoli di qualcosa solo per essere stranieri/e.
Colpevoli di essere sfruttati/e dal capitalismo che trova in
loro l'anello più ricattabile, manodopera a basso costo per
tutti i tipi di lavoro con salari burle e condizioni disumane.
A tutto ciò si aggiunge un problema che affligge se non tutti/e
almeno un buona percentuale di immigrati/e, cioè la casa.
Non esistono praticamente programmi residenziali atti a
risolvere l'alloggio per migranti, i prezzi degli affitti (e
questo anche per gli italiani) sono improponibili e
sproporzionati in rapporto agli stipendi, la maggior parte degli
e delle immigrati/e vive in alloggi di fortuna, per strada,
ammassati in appartamenti minuscoli in decine di persone, anche
i rifugi notturni per persone disagiate sono preclusi ai
cosìdetti "illegali e clandestini". A tutto ciò si aggiunge il
fatto che molti padroni di casa soffrono di una vecchia malattia
sociale che si chiama razzismo e non danno in affitto le loro
case a persone di un'altra nazionalità.
Ma il problema della casa è un problema che coinvolge sia i
nativi che i/le migranti e anche questa lotta può essere un
momento di coesione, di costruzione di quei ponti che ci mancano
per sradicare l'immagine del diverso e parlare di classi sociali
e non di etnie, di razze e di
nazionalità.
Nelle scuole e nel territorio mancano troppo spesso progetti
sociali di interculturalità che aiuterebbero sia i/le migranti
che i nativi per conoscersi e riconoscersi e per facilitare
l'integrazione (almeno quella linguistica) dentro la comunità
sociale che dovrebbe far di tutto per accogliere e aiutare i/le
nuovi/e arrivati/e.
Non ci sono formule magiche per risolvere questa sisuazione,
serve solidarietà, soprattutto la solidarietà di classe fra gli
sfruttati e le sfruttate, e la lotta costante e quotidiana
contro una società borghese razzista che preferisce non vedere
la miseria e la povertà che gli stanno attorno e delega ai
cannoni bossiani e alle prigioni le sofferenze altrui.
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Alternativa Libertaria
foglio telematico della
Federazione dei Comunisti Anarchici
http://www.fdca.it
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