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(it) Rovereto: Iniziativa stasera
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Thu, 13 Nov 2003 18:57:49 +0100 (CET)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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Da: "anarcotico.net" <info@anarcotico.net>
CHI SONO I TERRORISTI?
La "guerra al terrorismo" è per gli Stati un'arma propagandistica
formidabile per legittimare ogni aggressione militare esterna e allo
stesso tempo ogni repressione del dissenso interno. In nome della "lotta
ai terroristi" sono stati giustificati - ed è solo l'inizio - i massacri
ai danni delle popolazioni afgana e irachena il cui scopo reale era ed è
il controllo delle risorse energetiche di quelle zone. La politica è
l'arte di cambiare i fatti cambiando le parole. Ecco allora che
terrorismo non è uccidere più di un milione di civili (solo in Iraq).
Terrorismo non è costringere milioni di persone a vivere in condizioni
inaccettabili. Terrorismo non è cementare i boschi, spianare le montagne,
inquinare l'aria e vendere persino l'acqua. Terrorismo non è continuare
una ricerca scientifica e tecnologica che rende le nostre vite sempre più
artificiali, entra nei nostri corpi, modifica irreversibilmente la
natura. Terrorismo non è bastonare e torturare i manifestanti, non è
rinchiudere e deportare esseri umani la cui unica colpa è quella di non
avere i documenti in regola. Tutto ciò lo chiamano economia, civiltà,
progresso, ordine pubblico. In questo mondo alla rovescia, terroristi
isono invece i guerriglieri iracheni, terroriste sono le BR che uccidono
un economista che passava le giornate a studiare come spremere di più i
lavoratori per conto dei padroni. Terrorista è la gente che si oppone
alla devastazione ambientale sabotando tralicci, impianti di risalita,
antenne per cellulari. Terroristi sono i compagni e i migliaia di insorti
nel mondo che oppongono la violenza alla violenza poliziesca. Ma cos'è
davvero il terrorismo?
Se il terrorismo è - secondo la sua definizione storica - «l'uso della
violenza indiscriminata al fine di conquistare, consolidare e difendere
il potere politico», allora terroristi sono gli Stati, i padroni, i loro
servi prezzolati e i loro laboratori di morte. Non è terrorista chi
insorge, chi si ribella - anche con la violenza - per liberare se stesso
e gli altri. Sono gli scopi e i mezzi a separare come un abisso la
violenza rivoluzionaria da quella del potere. Quest'ultima è sempre
indiscriminata.
Ecco perché quella gigantesca guerra all'intelligenza che chiamano "guerra
al terrorismo" (e che in pratica significa: meno diritto di sciopero,
meno possibilità di critica, più controllo, più polizia, più carceri) non
deve passare. Altrimenti ogni dissenso reale diventerà "fiancheggiatore
del terrorismo", e il terrorismo dei padroni sarà senza freni.
Non ci sorprende che la settimana prossima i sindacati di Stato - il cui
collaborazionismo i lavoratori hanno imparato a conoscere sulla propria
pelle - scendano in piazza "contro il terrorismo", né che con loro ci sia
lo stesso governo. I dirigenti politici e sindacali hanno tutto da
perdere dalle lotte che li scavalcano, per questo le infamano e le
reprimono sul nascere. Sono i nemici storici di ogni emancipazione.
Ciò che ci dà la nausea, invece, è che ci siano lavoratori disposti a
intrupparsi dietro di loro. Non ci terrorizzerete diceva uno striscione
sindacale dopo l'omicidio di Biagi. Uno può fare tutte le critiche che
vuole alle BR, al loro stalinismo, e persino criticare l'uso della
violenza rivoluzionaria. Quello che è indegno e ripugnante, però, è che
si affermi che le BR (per restare all'esempio) volessero e vogliano
terrorizzare i lavoratori. Quali? Gli stessi lavoratori che scendono in
piazza contro la "legge Biagi", una legge che peggiorerà ulteriormente le
loro condizioni di vita? Gli interessi dei lavoratori si identificano
forse con quelli dei padroni e dei loro servi?
Non aspettiamo che qualcun altro denunci l'imbroglio. In un paese dove gli
intellettuali sono tra i più servili del mondo, i lavoratori possono
contare solo su se stessi.
Che le loro parate repressive e anti-proletarie sindacati e governo le
facciano da soli. Noi abbiamo da piangere ben altri morti - sul lavoro,
nelle piazze, nelle carceri - e da combattere ben altre battaglie.
Per discutere di tutto questo vi invitiamo ad una serata di video e
dibattiti
GIOVEDI' 13 NOVEMBRE ALLE ORE 21
AL BOCCIODROMO OCCUPATO DI VIA PARTELI A ROVERETO
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