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(it) Contropotere n.11 - La cooperazione umana

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Date Thu, 8 May 2003 11:13:54 +0200 (CEST)


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da Contropotere no.11 - Aprile 2003

La cooperazione umana

Il pensiero libertario ed antiautoritario è una conquista
dell’umanità, avvantaggiarsene, con consapevolezza e
responsabilità, è un atto di volontà, corollario dell’evoluzione
del patrimonio ideale dell’uomo. A positivo fondamento della
concezione anarchica è il principio della mutualità, in cui è
implicito il concetto solidaristico di cooperazione, volontaria,
autogestita e di reciproco beneficio, tra uomini liberi ed
uguali.

Kropotkin, nel suo importante libro "Il mutuo appoggio",
documenta esempi di aiuto reciproco tra specie animali e
nell’uomo, tra popolazioni "selvagge e barbare", con i clan e le
tribù, e durante le epoche storiche del Medioevo, con il
comunalismo, e della prima rivoluzione industriale, con la
nascita dei sindacati e delle società di solidarietà operaia.
L’asse portante del pensiero kropotkiano è che l’evoluzione
della vita organica, nelle sue manifestazioni biologiche e
storiche, è favorita e determinata dalla realtà del mutuo
appoggio. E’ in contrapposizione all’idea di conflittualità o
concorrenzialità perenne, su cui si restringono visioni
sociologiche di élite, tese alla esaltazione della lotta di
ciascuno contro tutti per la sopravvivenza individuale e della
propria specie (il darwinismo sociale).

L’importanza delle abitudini sociali nel regno animale è
documentata dalla risorsa dell’aggregazione per proteggersi da
avversità ambientali e per la facilitata ricerca di cibo. Il
progresso e l’emancipazione dell’uomo sono acquisiti con la
pratica della cooperazione tra uomini, anche di culture
profondamente diverse, ed ogni attività umana, dall’arte allo
scambio dei beni, trae vantaggio dallo spirito solidaristico
piuttosto che da quello conflittuale. Fino a qualche anno fa,
nell’ambito delle scienze biologiche, lo studio e la ricerca sui
fenomeni di relazione sociale, nel regno animale, erano messi in
sordina, con pochi finanziamenti e scarso interesse culturale (è
come al cinema! Entusiasmano più scene di guerra che pacifiche
immagini di coesistenza).

Oggi, sulla scia degli interessi ecologici, è attiva una
maggiore attenzione dei ricercatori per comprendere ed
analizzare i meccanismi di socialità e cooperazione tra specie
animali e nel genere umano. Senza troppo mischiare i significati
e i dati scientifici con opinioni di natura politica
(irrinunciabile è il principio della delimitazione tra saperi
differenti!) segnaliamo alcuni progressi della ricerca
scientifica nel campo delle relazioni ecologiche simbiotiche,
che confermano alcune osservazioni di Kropotkin. E’ utile
riproporre alcune definizioni biologiche: per simbiosi s’intende
la convivenza di due o più individui di specie diverse in
stretto rapporto ecologico, duraturo nel tempo; il mutualismo è
una simbiosi in cui entrambi gli organismi coinvolti ricavano
beneficio dall’associazione.

Molti animali formano gruppi sociali in risposta a condizioni
ambientali stressanti. Sono state evidenziate, in recenti lavori
sperimentali, le basi meccanicistiche della relazione tra
comportamento sociale e funzionalità neurobiologica. Fattori
condizionanti sono la ricerca del cibo, la densità di
popolazione o la presenza di altri predatori.

Uno studio ha rivelato i meccanismi molecolari e neuronali alla
base del comportamento aggregante in una specie di vermi
nematodi C. elegans, in risposta a situazioni ambientali avverse
o stressanti (Nature, 419,6910, 2002). La tensione tra
cooperazione e competizione, che informa il comportamento
sociale di molte specie animali, è condizionata da vantaggi
selettivi.

Un altro fenomeno interessante, studiato da etologi nell’ambito
dei comportamenti collettivi degli insetti, è l’osservazione di
come le azioni di singoli individui producano un utile
collettivo, ed è proposta la teoria del processo di
auto-organizzazione secondo cui una soluzione o una struttura
appaiono spontaneamente ad un livello globale del sistema (ad
es. una colonia) grazie all’interazione dinamica degli individui
(i singoli componenti della colonia) senza necessità di un
controllo centrale o di un progetto predeterminato, quindi un
risultato sviluppatosi solo mediante informazioni locali, senza
riferimenti condizionanti dal livello globale (vedi Sapere,
agosto 2002). È possibile osservare fenomeni di auto
organizzazione a vari livelli di organizzazione biologica.

L’evoluzione della cooperazione umana è oggetto di studio
multidisciplinare. È caratteristica distintiva dell’uomo
cooperare in grandi gruppi di persone, tra loro estranee, anche
in assenza di vantaggi diretti o in situazioni di non ulteriore
incontro. Varie teorie sono state proposte per spiegare la
specificità della cooperazione umana, ognuna condizionata dalla
parzialità dei schemi di cooperazione privilegiati: così la
teoria della selezione consanguinea che focalizza la
cooperazione tra individui correlati geneticamente; la teoria
della reciprocità diretta che insiste sugli incentivi egoistici
nella interazione bilaterale della cooperazione (io do e tu
riceverai); la teoria della reciprocità indiretta che mostra
come la cooperazione emerga quando si possa edificare una
reputazione dei cooperatori; più recente è la teoria della
punibilità altruistica che privilegia, nella genesi di una
cooperazione, la disponibilità a punire chi non collabora o chi
viola le norme, anche se la punizione stessa non procura alcun
guadagno per i collaboranti (Nature 415, 6868, 2002). Il
comportamento umano è complesso e certamente teorie simili non
completano le osservazioni ricavabili dai fenomeni di altruismo
e di cooperazione di cui l’uomo è capace.

Ogni tipo di società riconosce forme peculiari di cooperazione,
ma certamente non sono definibili come esempi ideali di
reciproco soccorso alcuni fenomeni caratteristici nella nostra
società meridionale, ma anche altrove, perché regolati da realtà
di sudditanza e di gerarchizzazione, come il clientelismo o la
pratica della cresima, con cui si avvia "tra compari e
comparielli" una sorta di alleanza, unta dal signore, per
un’assistenza reciproca. Da gettare nella cesta dei rifiuti è il
cameratismo soldatesco o la fratellanza suggellata da
espressioni nate in segretezza per fini egemonizzanti o di
sopraffazione. In questi esempi non è corroborata l’idea di
umanità nella sua interezza, latita il concetto di progresso ed
emancipazione, sono forme di aiuto reciproco fittizie,
condizionate, non generalizzabili né vantaggiose per altri
componenti dell’umanità stessa.

L’evoluzione del genere umano, a fronte della complessità
crescente delle dinamiche interrelazionali ed ambientali, nel
nostro mondo presente e futuro, necessita di sempre maggiore
cooperazione tra gli uomini. Alcune attività non sono più
eseguibili in assenza di collaborazione di una moltitudine di
persone, dall’attività scientifica all’assistenza o alla
produzione di un qualsiasi bene comune. La valenza di concetti
simili oggi è grande, a fronte dello scatenamento di guerre
imperialiste e colonialiste da parte delle potenze occidentali e
del prevalere, nelle opinioni pubbliche occidentali, di idee
reazionarie, esaltanti la competitività, la prevaricazione di
classe e lo scontro tra individui e popoli per la sopravvivenza
e lo sfruttamento delle risorse. La cooperazione e la
solidarietà internazionali sono le conquiste da edificare per
chi si pone in antagonismo e non si rassegna a questo andazzo
deprimente.

La mutualità rappresenta la base empirica sulla quale può essere
fondato l’esperimento anarchico di creazione di un ordine
sociale (Peter Heintz).

ARo

http://www.ecn.org/contropotere




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