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(it) ARIECCOCCI
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Date
Tue, 6 May 2003 09:58:28 +0200 (CEST)
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Da: Meletta <meletta@aconet.it>
Il 7 maggio, dopodomani, la 1^ sezione penale della Corte di Cassazione
deciderà in merito al ricorso presentato dal PM Fiordalisi avverso il
provvedimento di scarcerazione per i militanti di associazioni aderenti
alla Rete Meridionale del Sud Ribelle, emesso dal Tribunale della Libertà
di Catanzaro.
In effetti quel provvedimento non si limitava alla scarcerazione dei
compagni, ma dava un pesante colpo di maglio all'inchiesta tutta, che
aveva deciso oltre 20 arresti e 42 iscrizioni nel registro degli
indagati, in base ad accuse per reati d'opinione e associativi.
Rispetto a quest'inchiesta c'era stata una forte risposta di tutto il
movimento, culminata nella grande manifestazione di Cosenza,
manifestazione che aveva lasciato ben sperare sulla capacità di
mobilitazione del movimento contro la repressione montante del regime. Ma
se per quegli arresti una risposta così forte era stata data, la
mobilitazione del movimento era fortemente scemata quando altri arresti
furono disposti dal PM di Genova. Sembrava quasi una presa di distanze da
parte di alcuni settori del movimento, che pareva avallare una
distinzione fra buoni e cattivi nel movimento stesso.
Infatti se tutto il movimento si era mobilitato per noi, imputati a
Cosenza, accusati per "reati d'opinione", molti avevano evitato
di reagire a quegli altri arresti, comminati per "reati
specifici", come recitava il dispositivo dei magistrati genovesi. Il
tutto mentre dallo stesso tribunale si disponeva l'archiviazione del caso
Placanica.
Ma se si capisce benissimo il comportamento degli apparati di potere,
meno bene si capisce il comportamento di alcuni settori del movimento,
che in qualche modo avallava gli arresti genovesi e la criminalizzazione
di spezzoni del movimento stesso, come se gli accadimenti di Piazza
Alimonda fossero responsabilità non di chi aveva disposto un certo tipo
di cariche con defender lanciati a folle velocità in mezzo al corteo,
oltre alle manganellate contro inermi manifestanti con le braccia alzate,
ma di chi quelle manganellate aveva subito, prima di decidere di
resistere ai pestaggi indiscriminati.
Forse questi spezzoni di movimento pensavano, o meglio fingevano di
illudersi, che, prendendo le distanze dai cattivi, potevano difendere il
buon nome del movimento, e quindi aiutare la difesa dei "buoni".
Il PM Fiordalisi si incarica di schiarire le idee a questi cantonieri,
che pretendono di avere la leadership del movimento, ricorrendo contro la
scarcerazione dei compagni.
E, bisogna riconoscere, sceglie pure i tempi giusti. Infatti se contro
gli arresti c'era stata una mobilitazione spontanea immediata, contro
questo ricorso sembra che il movimento non voglia reagire, forse fidando
nel fatto, che, trattandosi dei "buoni"...
Invece no! Se qualcuno pensa che l'inchiesta di Cosenza si trascini
solamente per la "solerzia individuale" di un PM, e quindi
destinata a finire in una bolla di sapone, sbaglia di grosso. Questa
inchiesta è un capitolo di quella repressione preventiva, che il potere
intende mettere in atto, per evitare una possibile simbiosi fra il
movimento e quei settori di classe precarizzati ed emarginati, che
diventeranno il nucleo centrale del proletariato futuro.
Pertanto anche questa inchiesta, oltre naturalmente alle altre disposte
in tutta Italia, si lega a questa sorta di "guerra preventiva"
di classe, in atto in tutto il mondo occidentale "esportatore di
democrazia".
Non bisogna pertanto abbassare la guardia: bisogna dare la risposta più
convinta e più convincente a questa guerra di classe, in qualsiasi modo
essa si esplichi.
Pertanto invitiamo tutti i compagni a mobilitarsi mercoledì 7 Maggio
partecipando al sit-in a Roma in Pza Cavour, per protestare contro
quest'attacco al movimento, ma anche per protestare contro quella che si
preannuncia come un'archiviazione-insabbiatura dell'inchiesta sui fatti
di Pza Alimonda.
Questa mobilitazione non deve essere altro che un primo momento di lotta
contro tutti gli attacchi al movimento, sia quelli per "reati
d'opinione", sia quelli che il potere definisce "per reati
specifici".
Vittoria e Huambo
indagati dal PM Fiordalisi
nell'ambito dell'inchiesta
contro La Rete Meridionale del Sud Ribelle
L'Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
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