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{Info on A-Infos}
(it) Libertaria No.1 2003 è uscita
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Tue, 18 Mar 2003 10:06:05 +0100 (CET)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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Da: Worker <a-infos-it@ainfos.ca>
Libertaria No.1 2003
il sommario del n° 1 del 2003
* QUELLI CHE... SONO CONTRO L'ALTERNATIVA
Attentati, invii di pacchi-bomba. E subito poliziotti,
inquirenti, giornali e televisioni li attribuiscono ad anarchici
un po’ particolari: anarco-insurrezionalisti. Anche se le
rivendicazioni, quando ci sono, rinviano a gruppi sconosciuti.
Non si sa chi mette queste bombette. Ma una cosa è certa: si
muove contro il rinato "movimento"
* CAFFARO UN SECOLO DI VELENI
di Marino Ruzzenenti
Da poco tempo è diventato un caso nazionale, ma è dalla fine
dell’Ottocento che un’industria chimica, collocata nel centro
abitato di Brescia, inquina. E uccide. Si è fatto di tutto per
denunciare i pericoli rappresentati dalla Caffaro, eppure la
voce della popolazione è rimasta inascoltata per anni e anni.
Anche adesso, nonostante l’emergenza sia chiara a tutti, la
fabbrica è ancora in attività. E la bonifica del vasto
territorio avvelenato è di là da venire. Nessuno paga. O meglio,
c'è chi sta già pagando. Per esempio, un contadino cui hanno
abbattuto tutti gli animali, che non può più coltivare i suoi
campi resi infetti. Ma per lui non ci sono risarcimenti. Questa
è una storia incredibile, ma tutta vera raccontata da Marino
Ruzzenenti, insegnante di italiano e storia a Brescia.
Ruzzenenti ha collaborato con la Fondazione Luigi Micheletti di
Brescia e fa parte della redazione del mensile dei missionari
saveriani Missione oggi. Collabora alla rivista on line, diretta
da Giorgio Nebbia, altro Novecento. Ambiente, tecnica e società.
Tra i suoi libri: Un secolo di cloro e... Pcb. Storia delle
industrie Caffaro di Brescia (2001), Gastone Sclavi e la
stagione dei Consigli (con Roberto Cucchini, 2000), A come
ambiente. Corso di educazione ambientale (con Paola Costa e
Giorgio Nebbia, 1998), Il movimento operaio bresciano nella
resistenza (1975)
* MONFALCONE: BRUCIATI DALL’AMIANTO
di Massimo Annibale Rossi
L’hanno definito il porto dei veleni. A ragione. Gli operai
della Fincantieri continuano a morire. Di asbestosi. Perché nei
cantieri della città goriziana si è voluto ignorare per decenni
che quel minerale uccideva chi ne veniva a contatto. Uno
scandalo che non ha colpevoli. Come succede quasi sempre quando
ci sono in gioco grossi interessi economici. Massimo Annibale
Rossi, ricercatore e operatore sociale, riscostruisce questa
storia di criminalità industriale
* I MIGRANTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
di Marco A. Pirrone
Le trasformazioni determinate dalla nuova era in cui viviamo
hanno profondamente modificato i movimenti di popolazione da un
paese all’altro. Permangono e si acuiscono le diseguaglianze e
gli squilibri economico-sociali, ma cambiano i flussi migratori.
I percorsi non sono necessariamente più quelli tradizionali: da
Sud a Nord. Marco A. Pirrone, sociologo dello sviluppo, analizza
questa nuova realtà. Una realtà ancora poco conosciuta
nonostante l’abbondanza di informazioni teoricamente possibile
* INDIMENTICABILE IVAN
di Franco La Cecla
Il 2 dicembre 2002 è morto Ivan Illich, uno dei più grandi
pensatori del Novecento. Autore di saggi che hanno lasciato un
segno profondo nell’analisi della società e delle istituzioni.
Ma osteggiato dalle varie chiese (lui cattolico) religiose e
laiche. Per questo veniva spesso definito "anarchico" dando al
termine una connotazione negativa. Forse Illich anarchico non
era, ma sicuramente era vicino alle tematiche, alle
problematiche, alle proposte positive dell’anarchismo. Di lui
ricordiamo Nello specchio del passato (1992), H2O e le acque
dell’oblio (1988), Il lavoro ombra (1985), Per una storia dei
bisogni (1985), Il genere e il sesso (1982), Nemesi medica (1997
e 1991), La convivialità (1974 e 1991), Rovesciare le
istituzioni (1973). Per i tipi di Elèuthera è uscito
Conversazioni con Ivan Illich, in corso di ripubblicazione. Qui
Franco La Cecla, antropologo e amico-allievo di Illich, ne
tratteggia sinteticamente l’attività culturale
* LIBERI PERCHE’ GIUSTI
di Pietro M. Toesca
Negli ultimi due secoli si è assistito a una contrapposizione
tra l’ideale di giustizia e quello di libertà. È il risultato di
concezioni riduzioniste sia di giustizia sia di libertà. Perché
la prima viene intesa come eguaglianza nelle cose, la seconda
come attitudine dello spirito. Visioni, paradossalmente,
asociali, riduttive della politica: l’una all’economia, l’altra
a formale garanzia della morale personale. Mentre libertà e
giustizia sono le ragioni fondanti della società politica.
Perché una società non libera e non giusta è politicamente
contraddittoria. Così Pietro M. Toesca affronta uno dei nodi
rilevanti dell’uomo nella società. Toesca, filosofo, è autore,
tra l’altro, di Il falso scopo. Fenomenologia della fine del
mondo (2002), Teoria del potere diffuso (1998), Manuale per
fondare una città (1994)
* CON LA SCUSA DEL TERRORISMO
di Tony Bunyan
La "guerra al terrorismo" si è presto convertita in
un’ininterrotta "guerra per la libertà e la democrazia". E in
suo nome si stanno stabilendo nuove norme. Trasparenza, indagini
accurate e tutela dei diritti umani costituiscono lussi cui è
doveroso rinunciare per difendere l’ordine costituito. Così se
milioni di persone manifestano, in modo del tutto legittimo,
contro governi e organismi internazionali e avvengono
"distruzioni di proprietà private che provocano gravi danni
economici" queste persone diventano automaticamente
"terroristi". E infatti per una lista di 32 reati non c’è più la
necessità di nessun intervento di verifica giudiziaria. Lo stato
che chiede l’estradizione deve semplicemente dichiarare che una
certa persona è ricercata per uno dei reati presenti
nell’elenco. E così viene arrestata e processata. Non c’è più
l’habeas corpus, non c’è nessuna possibilità d’appello, nessun
diritto di fronte al sospetto. Questi sono solo alcuni esempi
del restringimento delle libertà a cui si assiste in Europa dopo
gli attentati dell’11 settembre 2001. Ecco la puntuale
ricostruzione di questa situazione fatta da Tony Bunyan,
giornalista e membro di Statewatch, una organizzazione non
governativa londinese per difesa delle libertà civili in Europa
* LE BOMBE SULL’IRAQ? SARANNO SUPER
di Vito Altobello
Ecco le armi micidiali che industria bellica statunitense,
Pentagono, Cia e governo di George Bush vogliono sperimentare
nella nuova guerra del Golfo. Un arsenale impressionante
analizzato da un ex ufficiale americano impegnato all’inizio
degli anni Novanta nella guerra contro Saddam Hussein, la famosa
operazione "Desert Storm", e attualmente consigliere del Center
for Defense Information. Si tratta di armi potentissime,
tecnologicamente avanzate. Superbombe, ma con una precisione
chirurgica. Per limitare i danni alla popolazione. Dicono... Ma
non è vero
* BISOGNA CREDERE NELLE UTOPIE
intervista a Paco Ignacio Taibo II di Gian Mauro Costa
Il suo spirito libertario si esprime in modo chiaro con Il
fantasma di Zapata, pubblicato in Italia nel 1998. Ma quasi
tutta la produzione di questo affascinante scrittore lascia
intravedere la sua vena anarchicheggiante. Nato in Spagna, a
Gijón, nel 1949, Paco Ignacio Taibo II dal 1958 vive a Città del
Messico. Docente universitario, storico e giornalista, è
soprattutto autore di romanzi: Rivoluzionario di passaggio
(1996), Sentendo il campo di battaglia (1996), Ma tu lo sai che
è impossibile (1997) Arcangeli (1998). Ombre nell’ombra (1996),
Ritornano le ombre (2002), e quelli che compongono la serie del
detective Héctor Belascoarán: Giorni di battaglia (1998),
Qualche nuvola (1998), Niente lieto fine (2001). Ma anche la
biografia di Ernesto Che Guevara, Senza perdere la tenerezza
(1997). Gian Mauro Costa, giornalista e scrittore, lo ha
intervistato durante un viaggio di Taibo II a Palermo
* LE NUOVE ÉLITE DEL SAPERE
di Salvo Vaccaro
La globalizzazione sta determinando una nuova dislocazione delle
conoscenze. Quelle utili e funzionali vengono accentrate in
spazi elitari e costosi, il cui accesso è regolato non solo dal
medium del denaro, ma anche dalle relazioni sociali. Certo, è
sempre avvenuto. Ma ora assistiamo a un salto di qualità. Che
prefigura una nuova gerarchia sociale. Nasce la scuola-azienda,
destinata alla progressiva deculturazione delle masse di
individui, non più cittadini bensì atomi plurali. Tanto che oggi
il nuovo capitale fisso è costituito dall’insieme dei rapporti
sociali e di vita, dalle modalità di produzione e di
acquisizione delle informazioni che, sedimentandosi nella
forza-lavoro, vengono poi attivate lungo i processi di
produzione. È la nascita della classe dei produttori immateriali
postfordisti. Questo saggio di Salvo Vaccaro apparirà tra alcuni
mesi nel libro Saperi bocciati (Carocci) con il titolo Biopotere
e gratuità del sapere
"Quando io uso una parola, essa significa esattamente
ciò che io voglio che significhi [...]
Il problema è chi deve essere il padrone, ecco tutto",
Humpty Dumpty
"Per produrre capitale a mezzo di vita bisogna ricordare
quanto poco conti per il potere la vita altrui",
Christian Marazzi
* QUELLA SCUOLA CREATA DAGLI STUDENTI
di Francesco Codello
Ecco l’esperienza di un particolarissimo esperimento pedagogico
norvegese: il Forsoksgymnaset. Questo, infatti, è l’unico
istituto al mondo nato per iniziativa di tre ragazzi di Oslo. Un
storia di educazione libertaria iniziata 35 anni fa. Una sorta
di comunità che opera all’insegna della solidarietà, della
collaborazione e dell’aiuto reciproco
* I GUARDIANI DELLA "FIACCOLA"
di Esther Kaplan
Questo è un articolo apparso sul famoso settimanale di New York
The Village Voice il 30 gennaio 2002 (titolo originale: Anarchy
watch, keepers of the flane). Un articolo scritto prima del
World Economic Forum, ma Libertaria lo propone perché è uno
strumento utile per capire il fermento libertario e anarchico
che si sta sviluppando negli Stati Uniti, soprattutto a New
York. E anche per un altro motivo: vedere come un giornale
alternativo, ma sicuramente contro la violenza, rappresenta i
gruppi definiti black bloc. Insomma, questo articolo serve per
conoscere, così come lo è stata l’intervista al cosiddetto
teorico dei black bloc John Zerzan che Libertaria ha pubblicato
sul numero 4/2002, ottobre-dicembre (Avremo un futuro se sarà
primitivo)
* A PROPOSITO DI ANARCHIA
di Michael Albert
Nel movimento libertario nordamericano è in corso, da tempo, un
dibattito su come impostare una coerente azione
politico-sociale. Qui Michael Albert, redattore di Z Magazine e
autore di Looking Forward (1991) fa alcune semplici proposte.
Forse non innovative per i lettori del vecchio continente. Ma
che sicuramente rappresentano un approccio concreto, realistico.
Insomma tesi da discutere
* LA MEMORIA SEPOLTA
di Lorenzo Pezzica
Due libri importanti. Perché aprono una pagina che troppi
volevano occultare: Le stragi nascoste di Mimmo Franzinelli e I
lager in Italia di Fabio Galluccio. Non sono soltanto testi su
crimini nazisti e fascisti, ma documentati atti d’accusa
* QUANDO I BUROCRATI PRESERO IL POTERE
di Paolo Sensini
Nel 1939 esce in forma quasi clandestina un libro destinato a
rivoluzionare l’analisi sull’Unione Sovietica e sul nuovo potere
nelle società occidentali. Il titolo? La Bureaucratisation du
Monde. L’autore? Bruno Rizzi. Un geniale autodidatta che per
primo intuisce cosa è successo in Russia dopo la rivoluzione
d’ottobre. Non è stata tradita una rivoluzione, come sosteneva
Lev Trotzkij, ma quel grande evento aveva portato al potere una
nuova classe sfruttatrice. Diversa da quella capitalista, perché
trovava la sua giustificazione non nella proprietà privata dei
mezzi di produzione, bensì in una sorta di "proprietà di classe"
esercitata in virtù delle conoscenze tecniche, scientifiche,
amministrative. E un fenomeno analogo si attuava, sempre negli
anni Trenta, nella Germania nazista e nell’Italia fascista.
Senza dimenticare l’America del New Deal. Rizzi è stato un
pensatore occultato e dimenticato. Adesso esce la prima edizione
integrale del suo La burocratizzazione del mondo. Un’edizione
curata dal giovane studioso Paolo Sensini, autore di questo
saggio per Libertaria.
"Gli pseudocontestatori di oggi [...] non vogliono mai vedere la
pratica reale del loro tempo; perché è troppo triste per le loro
frigide speranze. Lo stato non lo ignora, e ne approfitta."
Guy Debord, Commentari sulla società dello spettacolo
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