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The.Supplement
{Info on A-Infos}
(it) Salonicco 20.06, cariche ad Halkidiki
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Sat, 21 Jun 2003 22:25:22 +0200 (CEST)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
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Da: border zero <border0@tmcrew.org>
thesalonikki 20.06.03 ore 20:30
Eccoci, un po con gli occhi gonfi di lacrimogeni, ma siamo di nuovo
all'universita', di ritorno da Halchidiki.
Siamo partiti questa mattina alle 8:00 dopo una notte agitata e piena di
di situazioni tese fra i vari gruppi. Da Teologia, Filosofia e Legge
sono partiti 12 pullman di anarchic* e antiautoritar*, oltre alcuni
gruppi che si sono mossi con le auto private. molti infatti decidono di
restare all'universita'. Per nostro stupore non abbiamo incontrato
poliziotti, o per lo meno non abbiamo incontro blocchi, avezzi come siamo
a essere continuamente fermati, soprattutto quando viaggiamo in mezzi su
strada.
Arriviamo a Halchidiki, 120 km di litoranea da Salonicco, il luogo dove
fra spiagge bellissime e montagne brulle si riuniscono i padroni
d'Europa. Li incontriamo gli altri spezzoni che partecipano al corteo: il
KKE (e resistenza thesalonikki 2003), il Forum, Iniziativa di
Lotta thessaloniki 2003 e Iniziativa Genova 2001.
Sono presenti alcune migliaia di persone, forse 8000, che convergono
sulla spiaggia antistante a un parcheggio. Di li il bivio, o il lungo
mare, o la strada sterrata di campagna. In fondo si ergono enormi e
lusssuosi due Hotel imponenti. Davanti a questi schieramenti di celere,
container e blindati (non molti in realta'). Altre guardie sono in mare,
affiancati dalla marina militare e i suoi mezzi.
Gli spezzoni dei comunisti e del Forum prendono la strada per il
lungomare e vanno verso l'entrata principale degli Hotel, mentre
il blocco nero e quello dei disobbedienti girano per il sentiero,
tentando di prendere il posto alle spalle.
Il blocco nero e' massiccio, autodifeso e unito. Circa mille persone
avanzano incordonate dietro lo striscione rosso di "Movimento
antiautoritaro thessaloniki 2003". Davanti a loro circa duecento
disobbedienti rivestiti di gommapiuma e con gli ormai noti gommoni di
"sfondamento".
Dopo circa venti minuti di cammino in una campagna brulla e pietrosa,
dove incontriamo nascosti fra gli ulivi e i vigneti numerosi gruppi di
poliziotti, arriviamo a una specie di ponte. Il valico e' sbarrato da un
blocco di cemento e soprattutto da quasi una decina di file di celere
gia' schierata e in attesa. Alla destra della nostra vista, 4 squadre, da
dieci uomini ciascuna, "sparpagliate" e schierate
a difendere la valle e a intervenire sul fianco. A sinistra abbiamo un
monte ripido e pietroso.
Nel complesso ci e' sembrato un posto molto scomodo per fare una
forzatura contro il muro di guardie che stava di fronte, anche perche'
l'unica via di fuga era la ritirata, ma anche tornando indietro c'erano
i gruppi di guardie precedentemente avvistati fra i vigneti. In ogni
caso la partita si gioca li', ormai siamo arrivati e il terreno di
scontro l'hanno scelto loro e l'hanno scelto bene.
Il blocco dei disobbedienti scavalca la struttura di cemento che
li separa dal cordone della polizia e carica la prima linea di sbirri
con le camere d'aria. Resiste il solito tempo ormai noto di questa
pratica mentre altri attivisti del blocco loro ricoprono gli agenti di
vernice. Poi partono le prime granate assordanti e le bombe urticanti, e
il blocco rovina fragorosamente sulla barriera di cemento che
si era lasciata alle spalle, fortunatamente senza feriti gravi.
A quel punto infuria lo scontro. Mentre la prima linea si mette in salvo
nella parte di strada ancora del corteo, decine di attivisti del blocco
nero si scagliano contro le guardie a valle, ingaggiando una lunga
sassaiola, favoriti dall'altezza ma soprattutto dall'inesauribile
aarsenale presentato dal terreno sassoso.
La controffensiva della polizia greca e' totale, partono bombe
lacrimogene e gas urticanti da tutti i lati possibili e non resta che
arretrare. Con un po di intelligenza si riesce a contenere la piazza
saldamente e non avviene nessuna fuga precipitosa. Dopo pochi minuti
infatti mentre si erige un minimo di barricata sul sentiero, alcune
decine di manifestanti controcaricano a sorperesa la polizia. La sortita
sembra riuscire e per un buon quarto d'ora i manifestanti tengono
testa, con un asfissiante tira e molla di sassi e lacrimogeni, alle
cariche della polizia sul sentiero e a tenere lontana la polizia
a valle. L'entusiasmo diventa contagioso.
La situazione precipita pero' quando alcune pattuglie grigioverdi (i
colori della celere greca) calano dagli ulivi e dal monte alla nostra
sinistra bersagliando con le bombe urticanti (che scagliano a mano) nel
mezzo degli spezzoni. La fuga si fa allora piu' caotica, l'acido irrita
gli occhi e blocca la gola, l'asfisssiante mancanza d'ossigeno e il
dolore aspro dei gas di Genova tornano in mente..
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