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(it) FA Torino: indietro savoia!

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Date Wed, 18 Jun 2003 12:36:51 +0200 (CEST)


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Da: Umanità Nova redazione torinese <fat@inrete.it>

Indietro Savoia!

La famiglia Savoia rientra in Italia, e nei giorni 18 e 19 giugno farà
visita a Torino.

Vogliamo ricordare a tutti alcune vicende passate ed altre più o meno
attuali, per meglio guardarci da quali potrebbero essere quelle future.
Un invito a sfogliare i libri di storia, per esempio, per ricordare la
feroce repressione del "brigantaggio" dopo l’Unità, le leggi crispine, le
cannonate del 1898 contro il popolo milanese, le stragi proletarie
d’inizio secolo, la legittimazione della marcia su Roma e l’appoggio al
Fascismo, la creazione dell’Impero, l’uso dei gas contro i ribelli
etiopi, le leggi razziali, l’entrata in guerra a fianco di Hitler, la
vile fuga a Brindisi. Cose di tanto tempo fa? La famiglia Savoia non ha
certo smentito la tradizione di cui va orgogliosamente fiera, e nel
periodo dell’esilio ha continuato a esercitare quella politica di
rafforzamento del potere che più gli si addice, e ad esercitare i
diritti-delitti che solo il suo status sociale permette. Parliamo per
esempio di affari, di guadagni, di chi non lavora ma sfrutta la ricchezza
provenient! e da innumerevoli rapine storiche ai danni del popolo e si
arricchisce vendendo armi.
Parliamo dei rapporti fra Vittorio Emanuele e il conte produttore
di elicotteri da guerra Corrado Agusta, il suo più famoso mentore.
Parliamo della tessera 1621 della P2, intestata a "Savoia Vittorio
Emanuele, casella postale 842, Ginevra", e sembra addirittura che questo
signore abbia raggiunto il terzo grado della gerarchia massonica, oltre a
bazzicare anche nella loggia di Montecarlo, altro club esclusivo dei
mercanti internazionali di armi. Parliamo ancora di quell’agosto 1987 in
cui il malcapitato Dick Hammer, giovane velista tedesco, muore per un
colpo di fucile scappato al principe dal suo yacht durante un litigio.
Cose che capitano, come l’inevitabile assoluzione dopo il processo. I
reali non finiscono certo in gabbia, lo sappiamo: le prigioni le hanno
inventate loro. Ora, di fronte alla rigida sigillazione delle frontiere
nei confronti dei migranti, che possono sfuggire alla fame, alla
persecuzione politica e alla barbarie dei paesi colonizzati dal capitalismo
occidentale solo se chiamati a lavorare come schiavi per gli italiani,
come mai questi oziosi per dinastia sono così tanto graditi al Governo da
spingerlo a far di tutto, fino a cambiare la Costituzione, pur di farli
rientrare? Noi anarchici siamo da sempre attenti a studiare i meccanismi
del potere, e non possiamo rimanere indifferenti di fronte al vento
reazionario che lo Stato soffia ogni giorno contro gli oppressi, i
lavoratori, i migranti, i poveri, gli esclusi di sempre. È opinione
diffusa che i Savoia appartengano al passato e non possano più costituire
un pericolo: noi pensiamo invece che siano solo uno dei tanti tasselli
che silenziosamente, in modo sottile e apparentemente innocuo,
legittimano e rafforzano il potere. Il rientro in Italia dei Savoia
significa totale agibilità politica, nuovi affari e nuove rapine, la
possibilità di riacquistare territori ormai divenuti pubblici, di
apparire in televisione, di diventare un riferimento culturale per tutti.

Può sembrare cosa da
poco, ma sono questi i sistemi con i quali le democrazie si reggono: con
la dittatura morbida della manipolazione mediatica, del revisionismo
storico, del potere dell’immagine. La storia viene lasciata ai libri, la
memoria è ridotta a fumoso ricordo di un tempo intangibile, i testi
scolastici vengono cambiati, l’ex-capo del Fronte della Gioventù diventa
vicepremier, il 2 Giugno sfilano in parata i reduci di El Alamein, piazza
Gramsci diventa piazza Gentile, e in Italia c’è di nuovo una famiglia
reale. La storia si cancella? Noi anarchici non ci opporremo certo alla
libera circolazione di nessuno, ma la storia intendiamo ricordarla bene,
e vogliamo ricordare come il popolo fece sempre resistenza al potere e al
privilegio, e vogliamo ricordare con sincera commozione quel 29 Luglio
1900 in cui Gaetano Bresci si fece tirannicida di Umberto I di Savoia.

W Bresci!

Torino: cena antimonarchica

Venerdì 20 giugno alle ore 20 nei locali della Federazione Anarchica
Torinese in corso Palermo 46 si terrà "indietro savoia!" cena
antimonarchica. Mentre il faccendiere (nonché assassino dell’isola di
Cavallo) ed il suo degno rampollo verranno, da "privati cittadini"
ospitati dal presidente della regione Piemonte l’italoforzuto Ghigo, gli
anarchici berranno e mangeranno in ricordo di Gaetano Bresci. Il ricavato
della cena andrà a sostegno delle spese legali nella causa per la sede di
corso Palermo. È necessaria la prenotazione. Per prenotare telefonare
allo 011 857850 oppure 3386594361 oppure passare in sede il giovedì sera.

Federazione Anarchica Torinese - FAI
Corso Palermo 46, tel.; e-mail fat@inrete.it
www.federazioneanarchica.org
La sede è aperta ogni giovedì dopo le 21,30




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