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(it) NEFAC: La Piattaforma - non è più solo per i piattaformisti

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Date Wed, 26 Feb 2003 17:22:47 +0100 (CET)


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Dal Northeastern Anarchist N.6 Primavera/Estate 2003
Rivista Teorica del Northeastern Federation of Anarcho-Communists (NEFAC)


LA PIATTAFORMA: NON E' PIU' SOLO PER I PIATTAFORMISTI
di Jeff Shantz & P.J. Lilley (Nefac-Toronto)


"E' ormai tempo per l'anarchismo di uscire dalla palude della
disorganizzazione, di mettere fine alle interminabili incertezze nelle
questioni teoriche e tattiche più importanti, di imboccare risolutamente
la strada del fne chiaramente intravisto, e di applicare un metodo
collettivo di organizzazione"    -Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Libertari, 1926


Negli anni recenti c'è stata una considerevole ripresa dell'attività degli
anarchici che si rifanno alla Piattaforma. Anche se è successo che invece
di affrontarne i nodi, il dibattito si è polarizzato tra anarchici
difensori della Piattaforma e gli oppositori incrolllabili del
piattaformismo (nonchè dell'anarchismo organizzato in toto). Questa
polarizzazione oscura il fatto che la Piattaforma offre importanti
suggerimenti per l'attività degli anarchici contemporanei, soprattutto per
quegli anarchici non-piattaformisti.
Dovremmo iniziare la discussione dicendo che noi non siamo piattaformisti.
Non lo siamo mai stati e chissà, forse non lo saremo mai. Infatti, per
anni, abbiamo avuto i nostri problemi con la Piattaforma e  molto da
argomentare con chi propone la Piattaforma.
Eppure, sosteniamo sia il recente emergere di organizzazioni
piattaformiste nel Nord America sia le attività di una specifica
federazione piattaformista, la NEFAC. Riteniamo anche che le idee e
l'agire dei piattaformisti abbiano molto da offrire agli anarchici del
Nord America, e in termini di critica ai movimenti anarchici
nord-americani e in termini di contributo positivo alla lotta per una
società anarchica.
Non intendiamo scrivere questo breve pezzo per far pubblicità a coloro che
condividono la Piattaforma, nè per confutare chi vi si oppone. Tutt'altro:
siamo anarchici ancora impegnati in un corpo a corpo con le questioni e le
sfide contenute nella Piattaforma. Ci sentiamo incoraggiati dalle sue
possibilità organizzative, che permettono di costruire l'anarchismo al difuori dei suoi angusti circoli ed in connessione con la vita e le lotte
quotidiane della gente, nella società capitalistica.
Secondo il nostro punto di vista, il fardello sta sulle spalle dei critici
della Piattaforma: tocca a loro spiegare cosa ci sia di sbagliato
nell'emergere di una organizzazione anarchica che attraverso le sue
posizioni ed il suo intervento possa fungere da polo di attrazione per glianarchici. In realtà i non-piattaformisti devono rispondere a molte
domande. Perchè non riunire gli anarchici al fine di definire attivamente
posizioni comuni, strategie e tattiche? Perchè non preferire questo
proficuo impegnarsi  al comodo comfort del baloccarsi con le proprie
utopie,criticando dal davanzale o viceversa annullando completamente le
differenze politiche? Cosa c'è da opporsi al "riunire tutti i militanti
del movimento anarchico organizzato"? Perchè opporsi ai tentativi di
attrarre i militanti della classe lavoratrice all'anarchismo?
L'obiettivo di sviluppare le istanze anarchiche all'interno dei sindacati
e delle altre organizzazioni della classe operaia è stato messo da parte
per troppo a lungo. E proprio da quegli anarchici -e sono molti- che hanno
la faccia tosta di lamentarsi del carattere non-anarchico della classe
lavoratrice.
Quei non-piattaformisti hanno risposto alla spinta organizzativa della
Piattaforma in modo dogmatico e reattivo, criticando un documento per
liquidare un movimento. Sono ricorsi a vaghe generalizzazioni
sull'"organizzazione" invece che affrontare le specifiche prassi
organizzative,confermando che certe abitudini sono dure da scuotere. Ma sono proprio
queste abitudini sedimentatesi in anni di letargia, isolazionismo e
marginalità che devono essere sradicate, giusto mentre la gente sta
cercando delle alternative alle relazioni sociali capitalistiche. Non ci
serve solo prefigurare la nuova società, abbiamo bisogno anche di reali
strategie perrealizzarla.

Per cominciare, ci sembra ovvio che la preoccupazione originaria del Dielo
Trouda sul prevalente "stato miserevole in cui vegeta il movimento
anarchico" debba essere condivisa dagli anarchici nord-americani di oggi,
nonostante l'incoraggiante svolta nella più recente attività anarchica (in
cui in piattaformisti hanno svolto un ruolo importante).
Col crescere del movimento anarchico, acquistano maggiore significato ed
urgenza le questioni organizzative e la necessità di rapportare le varie
attività anarchiche per il cambiamento sociale a strategie e tattiche di
più ampio respiro. Se gli anarchici stanno per cogliere le opportunità
offerte dal recente emergere dell'attività anarchica all'interno dei
movimenti e dalla risonanza che l'anarchismo riceve nelle lotte di massa,
allora si pone seriamente la sfida dell'organizzazione, del combinare e
coordinare i nostri sforzi con efficacia. E nel fare questo ci aiuteranno
le lezioni delle esperienze precedenti, per evitare, se possibile, gli
errori passati.
Uno degli errori madornali è stato quello di evitare le questioni
dell'organizzazione e dell'unità, ritrovandoci tragicamente impreparati di
fronte al sorgere delle lotte. Quando i movimenti sono in riflusso e gli
obiettivi sono poco ambiziosi, certe questioni possono apparire meno
urgenti e meno pressante l'impeto di uscire dalla conchiglia protettiva
della subcultura. Questa è stata la situazione in Nord America fino a
tempi recenti.
Le nuove condizioni, che vedono una crescita dell'anarchismo e delle lotte
anticapitaliste in generale, richiedono un nuovo modo di intervenire, in
sintonia con le mutate dinamiche della lotta. Allargandosi ed espandendosi
le lotte, la questione non è tanto se la gente si organizzerà o no, bensì
che tipo di organizzazioni si svilupperanno. La gente che cerca di battere
il capitalismo cerca sicuramente di unire le forze e le risorse, di
coordinare gli sforzi per acquistare capacità di resistenza. Starsene al
davanzale in questi casi significa lasciare il campo alle organizzazioni
autoritarie e/o riformiste, che ovviamente poi ricuciono la rottura.
Quando si guarda alla storia dell'anarchismo, le prospettive organizzative
e l'intervento politico sono ben lungi dall'essere elementi marginali,
anzi essi rappresentano il nucleo della prassi anarchica. Quando si sente
dire che l' approccio organizzativo rappresenta una deviazione
dall'anarchismo o un'intrusione di idee non-anarchiche in seno
all'anarchismo, si tratta di uno strano tentativo di revisionismo storico.
In realtà, la maggior parte degli anarchici sono impegnati in vari tipi di
organizzazione, che si tratti di un collettivo di infoshop, di una
redazione di giornale o di un gruppo di affinità.
Purtroppo una grande parte dell'attività anarchica in Nord America
corrisponde tuttora a ciò che scriveva il Dielo Trouda nel
1926:"organizzazioni locali che professano un'ideologia ed una tattica
contraddittorie, che non hanno alcuna prospettiva nel futuro, nè una
continuità di lavoro propagandistico, e che generalmente scompaiono quasi
senza lasciare la minima traccia dell'azione espletata". Ancora oggi la
mancanza di organizzazioni anarchiche durevoli significa una spinta ascivolare nella passività, nella demoralizzazione, nel disinteresse oppure
nella subcultura.
Molte di queste sono organizzazioni di sintesi, verso cui i piattaformisti
sono sempre stati critici e lo sono tuttora. Sebbene non è detto che
l'approccio di-sintesi sia destinato a fallire, tali organizzazioni
mostrano una tendenza a rivelarsi "una unione meccanica di individui",
cosa sempre evidenziata dai piattaformisti. Alcuni gruppi lavorano
relativamente benefinchè il loro livello di attività non va oltre la gestione di una
libreria, di un infoshop o di una scuola libera. Sfortunatamente, persino
in questi casi, crepe disastrose si aprono quando occorre affrontare
pregnanti questioni politiche. In questi casi scattano comportamenti
finalizzati a non offendersi reciprocamente o a sminuire le controversie
per non minacciarel'armonia collettiva; frequente sottrarsi al merito, tipico  dei gruppi di
sintesi.
I piattaformisti perseguono una sostanziale unità fondata su azioni e
riflessioni condivise. Il piattaformismo incoraggia l'onestà politica e
teorica. Si può tenere la propria posizione senza dover trovare
compromessi o ammorbidirla per mantenere la pace.
Il dibattito sull'unità richiede forse maggiore chiarezza. Quando i
piattaformisti parlano di unità teorica o di unità tattica, non si chiede
che tutti debbano leggere le stesse cose o pensarla allo stesso modo su
tutto. Di certo ci deve essere un accordo sulle idee fondamentali. Che
sono decise solo collettivamente, tramite un dibattito aperto ed una
discussione che abbia radici nell'intervento concreto. L'unità richiede
che si condividano le risorse e le energie, che si riuniscano le limitate
forze degli anarchici, invece di dissipare e diluire i nostri sforzi.
Naturalmente, è più semplice evitare il lavoro collettivo ed i lunghi
dibattiti o le discussioni, evitare di seguire lo sviluppo delle posizioni
e verificarle nell'azione pratica, sottrarsi al lavoro organizzativo che i
piattaformisti sviluppano. E' ugualmente più facile sviluppare schemipurissimi nel comfort del proprio appartamento, senza preoccuparsi se
quella bella fantasia poi "andrebbe immancabilmente in pezzi al primo urto
con la realtà dei fatti". I piattaformisti, d'altro canto, raccolgono la
responsabilità di costruire un movimento anarchico in stretto rapporto con
coloro che subiscono gli attacchi del capitalismo.
L'organizzazione anarchica è un luogo perchè il lavoro fatto insieme sia
ben fatto. Al suo interno esiste la possibilità di esaminare e raffinare
il proprio intervento, di esplorare altre opzioni in base alle risorse ed
alle esperienze sedimentate.
Ci sembra che la cosa importante del piattaformismo non stia in quel
documento specifico del 1926, ma nella sfida che ci sta davanti. E cioè
lavorare collettivamente, seriamente e pubblicamente, per sviluppare
strategie e tattiche collegate alle reali lotte di classe contro i
padroni, gli sfruttatori e i burocrati di oggi. I piattaformisti hanno
raccolto la sfida per disancorare l'anarchismo dal suo attuale stato di
mera coscienza sociale o cultura critica. Lo si può constatare guardando
ciò che i piattaformisti hanno fatto nei sindacati degli inquilini, nei
luoghi di lavoro, nelle azioni contro la povertà e le deportazioni, per
dirne solo alcune.
Queste intervento, fondato su un serio confronto e su stime delle capacità
di farlo adeguatamente, ha spostato il dibattito interno dalle nuvole
speculative verso il terreno della pratica quotidiana.
Dalla confortevole astrazione alla pratica reale, basata sulle esperienze
della gente che subisce il dominio capitalistico.
Naturalmente, la piattaforma è semplicemente "un orientamento tattico e
teorico" e l'organizzazione piattaformista è il luogo che tiene insieme
coloro che vogliano sviluppare quell'orientamento tramite l'intervento. In
questo modo essa è sempre aperta ad una continua valutazione in base alle
circostanze.
E' importante non dimenticare che la Piattaforma fu intesa come un inizio,
come "il primo passo verso l'unione delle forze libertarie". Ben lungi
dall'essere un programma bell'e fatto, essa costituisce solo "il disegno a
grandi linee, l'ossatura di un tale programma". I suoi autori riconobbero
le molte mancanze, le sviste, le trattazioni incomplete.
Parte della crescita dell'anarchismo deve includere un impegno a
sviluppare strategie e tattiche che possano sviluppare il movimento
anarchico, lasciando perdere scenari e cabale. Se il piattaformismo si
pone come un punto di partenza, allora diviene un contributo benvenuto e
necessario per l'anarchismo nel Nord America.
Fare dell'anarchismo un hobby non è affatto meglio che collezionare
francobolli o guardare gli uccelli. Avere un hobby ti dà un bel momento
pratico di libertà, di auto-espressione e sollievo dalla pesante monotonia
quotidiana, ma non ti salverà dalla merda.L'anarchismo può far di meglio e
deve far di meglio. Ecco perchè il piattaformismo cerca di portare fuori
l'anarchismo dal novero degli hobby esoterici.
L'anarchismo deve muoversi dal reame della speculazione al terreno del
possibile. Nel darci un forte impeto in questo senso, le organizzazioni
piattaformiste stanno contribuendo notevolmente al lavoro degli anarchici
in Nord America.


Northeastern Anarchist
PO Box 230685
Boston, MA 02123, USA
email: northeastern_anarchist@yahoo.com

http://www.nefac.net


[traduzione di dr]



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