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(it) Anarcoinsurrezionalisti, assolto Camenish
From
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Date
Sun, 2 Feb 2003 07:20:09 -0500 (EST)
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Mittente: "Meletta" <meletta@aconet.it>
Anarcoinsurrezionalisti, assolto Camenish
La sentenza della la Corte d'assise d'appello di Roma: ergastolo a
Francesco Porcu e 95 anni di reclusione in totale per altri sette
dei 46 imputati. C'è anche Marco Camenisch, simbolo degli
ecoterroristi dell'Abetone
ROMA - Nell'aula bunker di Rebibbia, la Corte d'assise d'appello di
Roma, ha deciso: ergastolo a Francesco Porcu, 95 anni di
reclusione, in totale, per altre sette persone nel processo di
appello a 46 imputati accusati di far parte
dell'Organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionalista.
Mentre in aula si legge la decisione, in alcune città italiane si
organizzano presidi.
La corte ha condannato Francesco Porcu anche all'isolamento diurno
per 18 mesi, Garagin Gregorian e Rose Ann Scrocco (latitante) a 30
anni, Angela Maria Lo Vecchio a 15, Orlando Campo a 10, Alfredo
Maria Bonanno a 6 anni e 2 mila euro di multa, Giuseppe Martino e
Lorenzo Ricci a 2 anni e alla multa di 2 mila euro. Tutti gli
altri imputati sono stati assolti. C'era anche il nome di Marco
Camenisch, nella lista, balzato agli onori delle cronache anche
per gli ultimi attentati rivendicati dagli ecoterroristi
all'ovovia dell'Abetone e al ripetitore Rai di Bergamo.
In carcere a Plaeffikon, vicino Zurigo, dopo nove anni di cella in
Italia, Camenisch ha 51 anni. Per la sua libertà si batte tutto il
movimento anarchico. Simbolo della lotta contro "un sistema mai
sazio fatto di patriarcato, militarismo, industrialesimo e
capitalismo", Camenisch è figlio di una guardia di frontiera del
Canton dei Grigioni. Il primo arresto, nel '79, quando tentò di
sabotare la centrale nucleare Sarelli di Bag Ragaz. La sentenza lo
condanna a dieci anni. Ma riesce a evadere dal carcere. Solo che
per quella fuga che ridiede la libertà anche ad altri cinque
detenuti, perse la vita una guardia. E i sospetti caddero
sull'anarchico "dal cuore d'oro". Latitante, si rifugia a Carrara,
in Toscana. Chi lo ha conosciuto lo descrive con un bravo vicino di
casa, dispoosto a spaccare la legna se ce n'è bisogno o ad aiutare
le vecchiette a fare la spesa. Nel 1989 rientra a casa, a Brusio.
Viene uccisa una guardia di confine e lo accusano anche di questo.
Due anni di latitanza in Italia, poi l'arresto a Massa, dopo un
conflitto a fuoco in cui rimangono feriti un carabiniere e lui.
Condannato a 12 anni, viene estradato in Svizzera e finisce nel
carcere zurighese.
Restava l'accusa di Roma, nel processo d'appello contro gli
anarcoinsurrezionalisti. In primo grado la prima corte d'assise
aveva inflitto un ergastolo e varie decine di anni di reclusione
nei confronti di 13 persone, altri 40 imputati erano stati assolti
con formula piena. Il 31 maggio del 2000 nei confronti di 46 di
queste 53 persone è stato presentato appello.
Il sostituto procuratore generale Antonio Marini ha ipotizzato per
il gruppo dell'organizzazione ritenuto storico, 27 persone, i
reati di banda armata e associazione sovversiva. Il gruppo, di cui
farebbero parte Marco Camenisch, Francesco Porcu, Gregorian
Garagin, è accusato dei reati più gravi; tutti gli altri, invece,
sarebbero ritenuti dei semplici portatori d'acqua. Il pg ha chiesto
complessivamente la condanna a 4 ergastoli e a 270 anni di
reclusione. Gli imputati sono accusati di aver compiuto rapine e
sequestri di persona allo scopo di autofinanziarsi. Tre almeno i
sequestri di persona individuati, quelli di Ricca, Perrini e
Silocchi. Secondo l'accusa il gruppo risponderebbe ad una saldatura
tra anarchici e irredentisti sardi.
Mentre a Roma si decideva la sorte degli imputati, a Milano un
centinaio di persone si sono trovate davanti alla sede del
consolato svizzero. Molte le bandiere con la 'A' simbolo
dell'anarchia; nel volantino distribuito davanti al consolato, si
chiede la libertà per Marco ''e per tutti'' e una ''lotta per una
società liberata da profitto, inquinamento e galere''. Molti anche
gli striscioni: ''Gli ecoattentati sono le fabbriche chimiche, i
disastri ambientali le ovovie dell' opulenza'', ''I vostri
attentati sono le galere'', ''No al 41 bis, all'isolamento, alla
tortura''.
Stesso copione anche a Firenze dove gli anarchici hanno manifestato
davanti alla Procura. Sono una trentina di persone in tutto e non
vogliono commentare la decisione della corte. Chiedono, però, con
grida e con striscioni, "Libertà per Marco".
(1 FEBBRAIO 2003, ORE 10.27, aggiornato alle 17:30) www.ilnuovo.it
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