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(it) Comunicato FdCA sulla legge sulla fecondazione assistita
From
worker-a-infos-it@ainfos.ca (Flow System)
Date
Sat, 13 Dec 2003 18:55:21 +0100 (CET)
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A - I N F O S N E W S S E R V I C E
http://www.ainfos.ca/
http://ainfos.ca/index24.html
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QUESTA META' DEL CIELO
Finalmente il parlamento ha varato la nuova legge sulla fecondazione
medicalmente assistita. Una legge fatta da uomini (parlamentari) per
proteggere altri uomini (i medici), per compiacere altri uomini (i
preti), per rassicurare altri uomini (quelli preoccupati dalla troppa
libertà delle donne).
E infatti, nella legge, le donne non ci sono, sono solo un corpo cavo
per il contenimento di altro.
Nel testo si parla di procreazione ma non di uomini e donne, si parla di
"coppie" di "omologo" di "eterologo", si parla di "embrione", si dettano
"le disposizioni concernenti la tutela del nascituro", "le misure di
tutela dell'embrione" tutto questo operando su una superficie vivente
assolutamente negata, sul corpo della donna che viene del tutto
espropriato e misconosciuto nella sua soggettività e nel suo diritto alla
salute.
L'unica cosa che preoccupa il legislatore è mettere un freno al
desiderio femminile, espropriare le donne del potere riproduttivo,
cominciando da quelle più deboli, "malate" di infertilità, per arrivare a
tutte le altre.
Così questa legge, lo si vede chiaramente, è anche un grimaldello per
rimettere mano alla 194, la spina nel fianco del fondamentalismo
cattolico, quella sull'interruzione volontaria di gravidanza.
A questo scopo alla donna vengono negati i fondamentali diritti umani e i
diritti di cittadinanza:
* il diritto all'integrità fisica e psicologica, che viene delegato al
medico e al giudice, poiché la donna non ha il potere di decidere sugli
impianti uterini di embrioni a cui sottoporsi;
* il diritto alla salute della donna, che viene delegato, in nome
dell'embrione - "nascituro", in pieno gergo ecclesiastico- al medico che
deciderà se e come devono essere svolte le procedure per la
procreazione;
* il diritto di cittadinanza, poiché alla donna viene negata la libertà
di decidere dei legami di maternità con l'embrione a cui viene
riconosciuto preventivamente lo stato giuridico del nato.
Si tratta di una legge pericolosa, per i principi che afferma, e
contemporaneamente perfettamente inutile, in un'Europa senza frontiere
che vede legislazioni in merito assolutamente più ragionevoli. E
l'unica legge applicata resterà quella di mercato, che deciderà a chi
sarà permesso andare all'estero e chi dovrà sopportare lo scotto
imposto dalla chiesa a una classe dirigente priva di coscienza politica e
di senso della collettività, e impregnata di individualismo e
clientelismo.
Hanno cercato di regalarci una società in cui tutti uomini e donne - da
domani - saranno maggiormente privati della propria libertà
individuale, relazionale e affettiva. Ma non hanno fatto i conti con la
potenza del desiderio e delle relazioni. Non basta appellarsi a una
presunta "naturalità" per governare la realtà, una realtà sempre più
composita dove donne e uomini scelgono le proprie modalità di relazione e
di confronto, al di là e alla faccia di chi - non riuscendo a
convincere neppure i propri seguaci - cerca di obbligare tutte e tutti
per legge ma in nome di dio.
Noi diciamo NO, attraverso una prassi di riappropriazione della nostra
salute, per riconquistare gli spazi collettivi e le strutture pubbliche
come i consultori diventati il regno dei medici obiettori dove
avvengono violenze psicologiche e fisiche sulle donne più deboli, le
giovanissime, le immigrate.
Se le donne oggi tacciono, è perché si ritrovano attonite
dall'arroganza e dalla supponenza con cui destra e sinistra fanno
mercimonio del loro corpo, e incredule di fronte a un nuovo medioevo
oscurantista a loro prospettato.
Ma le politiche neofasciste poste a difesa della famiglia e della
natalità, le misure reazionarie contro il riconoscimento delle nuove
realtà relazionali che di fatto, costituiscono l'odierno tessuto
sociale, non ci ricacceranno nel patriarcato, né metteranno le sposate
contro le single, le normali contro le lesbiche, le native contro le
immigrate: le donne costruiscono relazioni tra loro che hanno sempre
permesso di aggirare divieti e proclami.
Sta anche a noi tornare a far diventare tutto questo POLITICA e ad uscire
dal silenzio
Gruppo di lavoro sulle questioni di genere dell'FdCA
12 dicembre 2003
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
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