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(it) Umanità Nova n.16: Il 25 aprile dei revisionisti
From
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Date
Tue, 29 Apr 2003 11:10:53 +0200 (CEST)
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Da "Umanità Nova" n. 16 del 4 maggio 2003
L'italietta dei garagnani
Il 25 aprile dei revisionisti
Convinto che la resistenza alla barbarie nazifascista non fu la
lotta di un popolo per la libertà ma una malvagia bricconata del
bieco comunismo internazionale, l'ineffabile onorevole
forzitaliota Garagnani (lo ricorderete, il poveretto
ripetutamente massacrato in gioventù, a piadine e lambrusco, dal
comunismo emiliano romagnolo) si rifà vivo in quel di Bologna la
(ex) rossa per commemorare, da par suo, l'anniversario della
Liberazione.
Animato pur'esso dal conciliante spirito di pacificazione
sbandierato da neofascisti, postfascisti, ex fascisti, fascisti
democratici e fascisti fascisti, tutti concordi nel voler
rimettere al loro posto i partigiani (magari spedendoli in un
democratico neolager postnazista), l'impareggiabile defensor
fidei, propone dunque al sindaco Guazzaloca di celebrare il 25
aprile ricordando il "martirio delle vittime della barbarie
rossa". Che, tradotto, vuol dire la fine ingloriosa di
repubblichini, brigate nere e kameraden.
Anche se al momento neppure la giunta bolognese vuole dare
seguito a tale enormità - e questo la dice lunga sul doloroso
sputtanamento di Vendicator fra i suoi stessi sodali - bisogna
riconoscere, comunque, che ci troviamo di fronte a persona
capace di costanza non comune. Che poi tale costanza denoti pure
intelligenza, resta tutto da dimostrare. Dopo l'invito agli
studenti a segnalare i professori antiberlusconiani, dopo il
tentativo di sottoporre a censura i testi di storia, dopo
l'esilarante richiesta di spostare la festa del 25 aprile al 18
dello stesso mese (per i più giovani: la vittoria della
Democrazia Cristiana nel 1948) il nostro ci ha riprovato, sicuro
che prima o poi, coi tempi che corrono, anche le sue castronerie
non saranno più i bizzarri vaneggiamenti di una mente esaltata,
ma leggi della Repubblica.
Da più parti e sempre più spesso, man mano che gli opportunisti
di sempre fiutano il nuovo venticello che potrebbe fugare le
loro consolidate pavidità, partono tentativi talmente squallidi
di riscrivere la storia, che al loro confronto anche il peggior
revisionismo viene ad acquistare una sua nobiltà. Di figuri alla
garagnani è piena l'Italia. Ovunque si annidano i grotteschi
nostalgici della dittatura fascista, rosi dal fatto che la sua
fine fu anche opera dell'odiato sovversivo. Lo sappiamo, la
Resistenza ha avuto le sue luci e le sue ombre, e non poteva
essere diversamente. Quella di riuscire ancora a far cagliare il
sangue ai mille garagnani sparsi per la penisola, non ci sembra,
comunque, una luce da poco.
MoM
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