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(it) cub rail-Sanità Firenze: Caos negli ospedali toscani, CHI SI CURA DI CHI CURA?
Date
Wed, 6 Jan 2021 09:34:10 +0200
Contrariamente alla propaganda di Governo e Regione Toscana, la situazione negli
ospedali e nei servizi sanitari, anche della nostra regione, continua a essere
preoccupante e rischiosa per il personale e per la evoluzione della pandemia.
---- La pandemia infatti ha fatto emergere quello che da anni denunciamo, il
progressivo smantellamento del sistema sanitario, ma a quasi un anno dall'inizio
dell'emergenza, non si vedono ancora inversioni di tendenza. ---- Carenze e
carichi di lavoro del personale: ---- Se c'è una cosa che la pandemia ha
evidenziato è quanto le carenze di personale sanitario, non solo medici e
infermieri ma anche addetti all'assistenza, tecnici, personale dei servizi
appaltati hanno pesato sulla difficoltà di curare le persone ammalatesi anche di
Covid.
Da anni denunciamo l'aumento delle infezioni ospedaliere dovute ad appalti al
ribasso dei servizi di pulizie , sanificazione e igienizzazione, ma anche in
questa pandemia, questi servizi non sono stati potenziati. Così queste
lavoratrici e lavoratori spesso stranieri, sfruttati con stipendi da fame e
scarse tutele, con DPI spesso inadeguati, sono stati esposti al contagio come
pochi altri lavoratori avendo a che fare con la pulizia e lo smaltimento di
materiale sporco e infetto.
La situazione degli organici ospedalieri era già drammatica prima della pandemia,
per il blocco di anni delle assunzioni, per l'aumento dell'età media dei
dipendenti a causa della riforma delle pensioni,per la presenza di tanti
lavoratori precari, di agenzie interinali, a tempo determinato, a partita IVA.
Nel settore medico le carenze vengono coperte dallo sfruttamento massivo di
studenti specializzandi di professioni sanitarie e medicina, distolti quasi
totalmente dallo studio previsto nelle specializzazioni e nel praticantato e
impiegati a tutti gli effetti come personale in servizio ma con stipendi molto
più bassi (pagati dalle università invece che dal ministero), spesso senza
neanche diritto alle mense ospedaliere e senza i bonus che sono invece stati
retribuiti al personale effettivo.
Le tanto sbandierate assunzioni di infermieri, di OSS... sono in realtà per la
maggior parte stabilizzazioni di personale già presente e i nuovi assunti si sono
trovati buttati allo sbaraglio , senza necessaria formazione e affiancamento, nei
reparti più difficili.
A condizioni di lavoro faticose e a rischio, si somma la prospettiva di non poter
intravedere uno spiraglio per il riposo dato che le ferie sono state bloccate
,impedendo agli operatori la possibilità di recupero psicofisico; e come se non
bastasse a tanti operatori è stato anche chiesto di svolgere attività aggiuntiva
per potenziare il personale delle RSA (esternalizzate e appaltate) nei momenti di
emergenza legata a focolai COVID, che anche nella nostra Regione sono scoppiati a
macchia d'olio in queste strutture, contagiando operatori e anziani.
Lavoratori che per età e patologie rientrano nelle categorie delle fasce
"fragili" riescono con difficoltà ad essere impiegati nei reparti e nei servizi
meno a rischio, esponendosi così ogni giorno al rischio di ammalarsi.
Carenza di controlli e tracciamenti:
La sicurezza e la salute del personale sanitario e in particolare di quello
ospedaliero è indispensabile per non lasciare scoperti presidi necessari alla
cura di tutta la popolazione, ciò dovrebbe comportare il controllo preciso e
sistematico di queste|i lavoratrici\ori; sarebbe in particolare necessario un
tracciamento continuo dei dipendenti sanitari .
Invece non solo vengono sottoposti a tamponi regolari solo in caso di focolai
accertati ma le misure di sorveglianza sanitaria sono estremamente disomogenee
nei vari presidi sanitari della Regione e anche all'interno della stessa AUSL
Toscana Centro che solo con le Indicazioni operative del 20 novembre ha stabilito
un'attività di screening con periodicità non superiore a 30 giorni, misura
peraltro non ancora attuata.
Del resto i decreti governativi già da inizio pandemia hanno stabilito che
l'operatore sanitario continua a lavorare se asintomatico anche se ha avuto
contatto stretto con persone positive, a differenza di tutti gli altri lavoratori.
Perché?
Di fatto, Governo, Regione, Dirigenze Asl hanno scelto di non effettuare
controlli sistematici per non scoprire i reali contagi negli ospedali che
potrebbero bloccare l'attività lavorativa. Ma questo fa sì che un numero alto di
operatori asintomatici possano continuare a lavorare diventando possibile
diffusore di contagio per altri colleghi e anche utenti . Una politica criminosa
che si scontra con la retorica dell'eroe che ci viene propinata in questi mesi.
Cura delle patologie Non COVID
Il tentativo furbesco di tirare una coperta troppo corta, riconvertendo personale
e interi reparti alle terapie Covid, sta comportando un grave calo nel livello di
cura delle altre patologie.
Gli stessi ospedali Covid non sono certamente nuove strutture ma gli stessi
ospedali ai quali sono stati chiusi reparti di medicina e chirurgia per
trasformarli in strutture COVID dedicate con danni enormi al territorio e ai
pazienti anche di malattie gravi.
E per trarre profitto da questa situazione ecco che si fanno avanti i privati
che, facilitati anche dai decreti governativi , aumentano le loro prestazioni in
convenzione pubblica verso i settori più remunerativi e meno impegnativi
assorbendo e dando risposte per le patologie e le chirurgie meno gravi, ma
assorbendo anche le risorse economiche che dovrebbero essere destinate a
potenziare la sanità pubblica.
Lo stesso accade per le visite ambulatoriali e le prestazioni diagnostiche e
specialistiche ,che,in ragione di tempi di attesa già biblici prima della
pandemia, con il rischio gravissimo che alcune patologie siano scoperte in serio
ritardo rispetto alla necessità di terapie, obbligano un enorme mole di utenti a
servizi a pagamento in strutture private o convenzionate con le assicurazioni.
Dividi et impera
La difficoltà di ostacolare questi processi deriva anche dalla politica di
divisione fra i lavoratori che è stata portata avanti in questi anni:la divisione
fra i lavoratori pubblici e quelli degli appalti, come le pulizie, la divisione
fra i "buoni" e i "cattivi", premiati o puniti con le pagelline aziendali, la
divisione fra categorie professionali organizzate anche in sindacati autonomi che
pur gridando allo scandalo sono in realtà concentrati a mantenere privilegi
sindacali e tutele per le proprie strutture
Come CUB Sanità e USI Cit, denunceremo a ogni livello ogni violazione della
sicurezza e dei diritti dei lavoratori e degli utenti Chiediamo di segnalarci con
prontezza ogni violazione e forzatura e di organizzare con noi la battaglia per
una qualità del lavoro e del servizio dignitosa ed efficace.
Non vogliamo essere eroi, vogliamo diritti e dignità nel lavoro!!
Firenze, dicembre 2020
CUB-Sanità Firenze
Usi-Cit Sanità Firenze
https://www.cub.it/index.php/97-organizzazioni-cub/cub-sanita/14323-cub-sanita-firenze-caos-negli-ospedali-toscani-chi-si-cura-di-chi-cura
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