|
A - I n f o s
|
|
A-Infos un servizio di informazione multilingue da per e su gli/le anarchici
**
News in all languages
Last 30 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Agli archivi di A-Infos
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Català_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
The.Supplement
Le prime righe degli ultimi 10 messaggi:
Castellano_
Català_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe
Le prime righe degli ultimi 10 messaggi
Prime righe dei messaggi in tutte le lingue nelle ultime 24 ore
Links to indexes of First few lines of all posts of
last 30 days | of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019
Iscriversi a A-Infos newsgroups
(it) sicilia libertaria: Così vicina, così lontana
Date
Mon, 14 Jan 2019 12:09:02 +0200
Chi si ricorda più del vertice di Palermo sulla Libia? Quasi nessuno. Eppure sono passate
appena poche decine di giorni. Il governo italiano cercava di accreditarsi come il perno
di una strategia internazionale protesa a rimettere la Libia sotto controllo, ristabilendo
un ordine funzionale alle multinazionali del petrolio (ENI e Total in testa) e al
controllo dei flussi migratori verso l'Europa. ---- Il vertice si è rivelato un fallimento
totale, snobbato dai principali leaders da Macron a Putin, dalla Merkel a Trump, che hanno
inviato solo oscuri funzionari governativi, con gli stessi rappresentanti qatarini e
turchi che si sono allontanati. Haftar, il potente capo della Cirenaica, ha fatto una
capatina solo in seguito alle preghiere di Conte relatori la sera prima in segreto a
Bengasi. Al termine del flop annunciato, la Libia resta saldamente in mano alle milizie
che controllano il territorio, e quindi giacimenti e affare migranti; con un governo
"legittimo" senza potere reale, tenuto in piedi dall'ONU, in mano alle milizie
integraliste in parte trasformate in forze di sicurezza governative, che esercita una
dittatura psicopatica, omofoba, fascista, da fare rimpiangere quella di Gheddafi.
Prospettive per l'immediato futuro? zero.
L'azzardo italiano di dotarsi di una strategia internazionale credibile è naufragato
ancora prima di prendere il largo. Quel 12 e 13 novembre di Palermo è meglio fingere che
non sia mai esistito. L'importante è che i migranti non arrivino più sulle nostre coste,
per poter sbandierare ai quattro venti che la linea dura paga; non importa se migliaia di
donne, bambini e uomini rimangono impigliati nel filo spinato libico, sequestrati nelle
prigioni dell'accoglienza, vendute come mercanzia da una milizia all'altra, e sottoposte
alle più truci condizioni carcerarie. E ancora più importante è che gas e petrolio libico
continuino ad essere estratti, non importa se il pizzo da pagare vada al governo di Sarraj
o a una delle tante milizie salafite o d'altro tipo che si spartiscono il controllo dei
pozzi. Una Libia divisa, in effetti, è funzionale a chi ha interesse a controllarla, siano
i signori della guerra o l'Egitto di Al-Sisi, la Francia di Macron o la Russia di Putin, o
il Qatar e gli Emirati, padrini delle milizie musulmane. Compresa la compagnia petrolifera
di stato italiana.
Fra poco le primavere arabe compiono 8 anni; il bilancio ovunque è tragico: se la Libia è
nel caos più totale e nella guerra permanente, in Siria la pace è una chimera e la Turchia
si appresta a sostituirsi all'ISIS nelle pratiche terroristiche verso le popolazioni
curde, con Israele pronto a invaderla in funzione anti Iran (e anti palestinese); l'Egitto
è ripiombato sotto il tallone di ferro di un regime poliziesco. Solo la Tunisia sembra
avere ancora la forza di reagire, come ha fatto durante il periodo di natale, con nuove
manifestazioni contro il carovita e la marginalizzazione delle aree rurali, che
rivendicano laicità e libertà contro un regime illiberale, sospinte dalla tragica morte
del giovane reporter Abderrazak Zorgui, datosi fuoco per protestare contro il governo e
spingere la popolazione a dare vita a una nuova primavera di rivolte che riprenda da dove
si era interrotta la precedente.
L'Italia resta prigioniera di una politica estera subalterna agli interessi degli Stati
Uniti d'America, rafforzata dal vento di destra trumpiano, verso i quali il Movimento 5
Stelle ha giurato fedeltà e lo sta dimostrando coi fatti; contemporaneamente però è
contaminata dalle interferenze russe veicolate attraverso la Lega e i suoi tentacoli
clerico-fascisti-sovranisti. Per certi versi sembriamo ritornati alla situazione del
dopoguerra, quando la penisola era campo di battaglia nella contesa tra USA e URSS, e ciò
può solo produrre uno status quo in quanto al mantenimento degli impegni e degli accordi
segreti, a tutto vantaggio degli USA, e una assenza di progettualità propria, che non sia
il cercare varchi e spazi per l'esportazione di armi e tecnologie da parte di Leonardo, o
di guidare qualche missione militare all'estero senza alcuna capacità di smarcarsi dagli
equilibri stabiliti. La Libia destabilizzata è il monumento a questa situazione: i micro
accordi con le tribù del Sud in funzione antiimmigrati, non intaccano, ma ne rafforzano il
ruolo di polveriera, lasciando che sia la guerra l'unica protagonista in quest'area del
Mediterraneo. Una guerra che ci coinvolge per il ruolo di isola-portaerei super armata
ricoperto dalla Sicilia, e per la nostra capacità di stravolgerlo in chiave
antimilitarista e antimperialista.
http://www.sicilialibertaria.it/2019/01/08/cosi-vicina-cosi-lontana/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe http://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it