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(it) anarres info: Rojava. Contro tutti gli stati, una solidarietà senza confini
Date
Tue, 22 Oct 2019 09:18:50 +0300
Dal 9 ottobre, dopo aver ricevuto il via libera dal presidente statunitense Trump, lo
Stato turco ha dato il via all'invasione del Rojava e intrapreso una nuova guerra contro
la Federazione della Siria del Nord con bombardamenti indiscriminati e con l'attacco di
forze di terra. ---- Per il governo turco è necessario annientare un pericoloso esempio di
resistenza e di sperimentazione di libertà nella regione, basato su comunità che hanno
deciso di abbracciare una rivoluzione confederale, femminista ed ecologista. ----
Bombardamenti di città, ospedali, acquedotti uccidono, mutilano, obbligano alla fuga
centinaia di migliaia di persone. In quest'area ci sono città e villaggi cruciali per la
sperimentazione sociale in atto nella regione. In questa zona sorge anche Kobanê, che fu
liberata dall'assedio dello stato islamico nel gennaio 2015 grazie alla resistenza della
popolazione, delle milizie YPG e YPJ, e alla solidarietà internazionale.
Una nuova guerra di espansione serve a Erdogan, il presidente turco, per mantenere un
consenso che mostra le prime vistose crepe. Come due anni fa durante l'invasione di Afrin,
tutti i partiti parlamentari tranne l'HDP si schierano a sostegno dell'esercito turco e
della nuova campagna militare. Questo permette a Erdogan e al blocco di potere dell'AKP di
ottenere anche il sostegno del principale partito di opposizione, il CHP, creando un
blocco patriottico. L'attacco dell'esercito turco e delle milizie jihadiste ha spinto i
vertici federali del Rojava a stringere un accordo con il governo di Damasco, ugualmente
pericoloso per il confederalismo democratico.
Solo una forte movimento di solidarietà internazionale può sostenere la resistenza, un
movimento antimilitarista e antiautoritario può fermare l'offensiva dello stato turco e
fermare la guerra. Chiare sono le responsabilità delle potenze che hanno usato la Siria
come un campo di battaglia per i loro interessi imperiali dagli: Stati Uniti di Trump alla
Russia di Putin, dal regime autoritario di Assad all'ipocrisia dell'Unione Europea. Non
ultimo lo stato italiano che che nonostante le dichiarazioni del governo di questi giorni
sostiene apertamente la politica militare di Ankara. L'Italia e la Turchia sono entrambe
nella NATO, e solo nel 2018 l'Italia ha venduto armi alla Turchia per un valore
complessivo di 362,3 milioni di euro.
Negli ultimi tre anni le esportazioni hanno reso all'industria bellica italiana 890
milioni di euro. Si tratta di armi e sistemi d'arma: elicotteri da guerra, razzi, missili
e software per la direzione del tiro, pistole, fucili e munizioni. Quest'anno, secondo i
dati Istat le consegne effettive della categoria "armi e munizioni" hanno raggiunto un
valore record. Cifra mai raggiunta (124 milioni di euro) anche per "aeromobili, veicoli
spaziali e relativi dispositivi".
Un buon business un business mortale.
Non solo. L'Italia mantiene una missione militare a supporto dell'esercito turco, proprio
al confine tra Siria e Turchia con circa 130 soldati e una batteria antimissile.
Il 26 e 27 novembre 2019 si tiene a Torino "Aerospace & defence meeting", mostra mercato
internazionale dell'industria aerospaziale di guerra.
La convention, giunta alla sua settima edizione, ha quest'anno un focus sull'innovazione
produttiva, la trasformazione digitale per l'industria aerospaziale 4.0.
Un'occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy nel settore armiero, in testa
il colosso Leonardo, con un focus sulle aziende piemontesi leader nel settore: Thales
Alenia Space, Avio Aero, UTC Aerospace Systems.
Nelle foto dei meeting passati si vedono alveari di uffici, dove persone eleganti vendono
e comprano i giocattoli, che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre
e fiumi. Giocattoli di guerra. Guerre combattute con armi costruite a due passi dalle
nostre case.
Torino è uno dei principali centri dell'industria aerospaziale bellica.
L'Aerospace and defence meeting è un evento semi clandestino, chiuso, dove si giocano
partite mortali per milioni di persone in ogni dove. Possiamo gettare un granello di
sabbia per incepparne il meccanismo, per impedire che il business di morte celebri i suoi
riti nell'indifferenza dei più.
Fermare i massacri in Rojava e l'invasione dipende anche da noi. Le fabbriche d'armi sono
nelle nostre città, a due passi dalle nostre case. La rivolta morale non basta a fermare
la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.
Sempre a fianco di chi lotta e resiste ai bombardamenti, ?agli incendi, ?alle torture
dell'esercito turco e delle milizie dello Stato Islamico, ?.
Solidarietà alla resistenza in Rojava, solidarietà a coloro che hanno combattuto e
combattono il fanatismo religioso e tutte le forme di autoritarismo!?????
Sempre con chi lotta per la libertà e l'uguaglianza, contro tutti gli stati
(questo volantino è stato distribuito al presidio per il Rojava della Federazione
Anarchica Torinese a Palazzo nuovo del 16 ottobre)
https://anarresinfo.noblogs.org/2019/10/17/rojava-contro-tutti-gli-stati-una-solidarieta-senza-confini/
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